Abruzzo, Basilicata e Liguria. Ma anche Toscana, Umbria ed Alto Adige. Ecco le Regioni e le nuove zone arancioni decretate dalla cabina di regia. Ed oggi potrebbe toccare alla Campania, per la quale si è deciso di prendersi una giornata per analizzare i dati e poi di ufficializzare qualsiasi decisione. E subito sorge la domanda: poi a chi toccherà? Chi sarà la prossima Regione a cambiare colore? Su, si accettano scommesse.
Ormai sembra di essere a un punto in cui realtà e finzione sembrano confondersi, catapultati in un tragico gioco, illegale visto che le sale giochi sono state chiuse. Una partita a poker, come quella del film ‘La Stangata’, oppure quelle scommesse fatte nei circoli più malfamati dove poter puntare a indovinare chi sarà la prossima Regione che si colorerà di rosso?
E’ evidente che tutto questo mostra quanto la situazione sia sfuggita di mano. E basterebbe un dato per capire la gravità della situazione e come il governo stia subendo gli eventi piuttosto che guidarli. Nel corso della conferenza stampa della scorsa settimana il premier Conte presentando l’ultimo Dpcm spiegò: «Quando si entra in un’area non è che si esce se c’è un dato diverso il giorno dopo, il dato deve stabilizzarsi. Ci deve essere una permanenza nella fascia di almeno 14 giorni».
Ecco, due settimane perché non è che si può uscire dalla zona gialla per diventare arancione o viceversa in un giorno. Appunto, in un giorno no ma forse in quattro sì. Meglio dopo un week end. E’ evidente che lo schema impostato nel Dpcm è saltato completamente. E viene da chiedersi come sia possibile che soltanto un sabato e una domenica siano stati capaci di far sballare tutto l’impianto? E’ stato così drammatico questo week end per portare a rivedere Regioni e relative fasce?
Le Regioni denunciavano l’inaffidabilità dei dati
O piuttosto quanto deciso qualche giorno fa presentava delle criticità a monte che alla prova dei fatti sono venute a galla, travolgendo tutto? Non è che alla fine avevano ragione quei governatori di Lombardia e Piemonte che, protestando contro la decisione di essere stati relegati nella zona rossa, avevano puntato il dito contro i dati ritenuti vecchi e perciò poco affidabili?
Da mercoledì attive le nuove restrizioni per le 5 Regioni
Interrogativi che per ora non trovano una risposta, e chissà se mai li troveranno in questa scombiccherata gestione dell’emergenza Covid. Fatto sta che l’Italia da mercoledì, quando le decisioni del ministro Speranza sulle nuove fasce entreranno in vigore, sarà meno gialla e più arancione. Il che significa che i ristoranti e bar in queste 5 Regioni resteranno chiusi per tutta la giornata. Invece i negozi aperti. Per le scuole la Dad sarà soltanto alle superiori. La circolazione all’interno di un Comune permessa ma non abbandonare il proprio Comune di residenza, domicilio o abitazione. Infine, divieto di entrare o uscire dalla Regione.
Iss: «Rischio epidemia non controllata e non gestibile»
Siamo, quindi, a fari spenti nella notte, come conferma anche il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità che chiaramente denuncia che «tutte le Regioni/PA sono classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane. E’ essenziale rafforzare le misure di mitigazione in tutte le Regioni/PA».
Non solo, perché sempre l’ISS conferma che «l’epidemia in Italia è in rapido peggioramento. La maggior parte del territorio nazionale è compatibile con uno scenario 3 ma sono in aumento le Regioni/PA in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4. Si conferma pertanto una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sull’intero territorio con criticità ormai evidenti in numerose Regioni/PA».
Mentre sul fronte dell’ormai tristemente famoso indice di contagio RT l’ISS evidenzia che la Lombardia con 2.08 è la regione con l’Rt più alto, poi c’è la Basilicata con 1.99, Piemonte con 1.97, Molise con 1.88. e Provincia autonoma di Bolzano 1.87. Tutte le altre regioni, comprese la Provincia autonoma di Trento, hanno Rt sopra ad 1.5, tranne la Sardegna (1.24), le Marche (1.29), il Lazio (1.36), la Sicilia (1.4). La Liguria è a 1.48.
Ufficialmente dal governo non arriva alcuna dichiarazione ufficiale. A parlare a sera è Giovanni Rezza, direttore del dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, che in un videomessaggio spiega che «la situazione epidemiologica da Covid-19 continua a peggiorare e si registra un Rt di circa un 1,7. Abbiamo oltre 500 casi per 100mila abitanti e quasi tutte le regioni italiane sono pesantemente colpite». E inoltre che «nei ricoveri ospedalieri notiamo una tendenza all’aumento e soprattutto c’è un incremento per quanto riguarda i ricoveri in terapia intensiva e questa situazione giustifica l’adozione di interventi più restrittivi soprattutto nelle regioni più colpite. E naturalmente necessita dell’adozione di comportamenti prudenti da parte di tutti i cittadini».
Sia Conte e sia Speranza stavolta evitano di parlare e di metterci la faccia. Si attende di capire come evolverà la situazione, a partire dalla Campania il cui destino si deciderà oggi. Nel frattempo, si guarda anche ai risvolti economici e soprattutto agli aiuti. Il dl Ristori bis è stato firmato dal presidente Mattarella e arriverà direttamente in Senato e dovrebbe includere anche il primo decreto Ristori, per il quale il termine degli emendamenti era stato fissato a dopodomani.
Ma con l’aumentare delle chiusure è evidente che la domanda di aiuti crescerà, ed è molto probabile che quanto stanziato non basterà. Ecco perché si sta affacciando di nuovo il tema di un nuovo scostamento di bilancio per finanziarie ulteriori sussidi e aiuti. Un tema che si lega a doppio filo con la legge di Bilancio, visibilmente in ritardo, che forse potrebbe arrivare alla Camera per questo fine settimana. Ma molto dipenderà dalla progressione dell’epidemia e da quello che accadrà nei prossimi giorni, a conferma che si naviga a vista e che, appunto, tutte le scommesse sono accettate.
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