Sul bonus Covid Salvini va all’attacco e sospende i deputati ‘furbetti’

Domani alle 12 Tridico (Inps) davanti alla Commissione Lavoro della Camera

La prima mossa nel gioco dell’estate 2020 “Indovina chi ha preso il bonus Covid per le partite iva?” l’ha fatta Matteo Salvini sospendendo i due deputati che, attraverso un’indagine interna, avrebbero percepito il bonus. Elena Murelli e Andrea Dara questi i nomi dei due deputati sospesi dal Carroccio.

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Riccardo Molinari

E’ lo stesso presidente del gruppo, Riccardo Molinari, che nel pomeriggio di ieri dà l’annuncio: «Dopo aver ascoltato e verificato le rispettive posizioni, si conferma il provvedimento della sospensione per i deputati Elena Murelli e Andrea Dara. Pur non avendo violato alcuna legge è inopportuno che parlamentari abbiano aderito a tale misura e per questa ragione abbiamo deciso e condiviso con i diretti interessati il provvedimento della sospensione».

Non manca però la stoccata ai vertici dell’Inps ai quali si rivolge l’accusa ritenuta “incredibile” che «non abbiano versato ai lavoratori che aspettano da marzo quanto dovuto e che abbiano invece versato a chi non era in difficoltà. In qualsiasi altro paese i parlamentari sarebbero stati sospesi ma il presidente dell’Inps sarebbe stato licenziato».

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La Lega, quindi, va in contropiede facendo subito piazza pulita di chi inopportunamente aveva richiesto il bonus. E soprattutto lo fa senza attendere l’audizione del presidente dell’Inps Tridico, che venerdì alle 12 sarà audito in Commissione lavoro alla Camera.

Debora Serracchiani
Debora Serracchiani

A darne notizia la presidente della Commissione Debora Serracchiani, ma anche lo stesso presidente della Camera, Roberto Fico, il quale ribadisce che «questa è la sede parlamentare opportuna in cui affrontare la vicenda dei deputati che hanno richiesto il bonus partite Iva nei mesi scorsi. I deputati potranno dunque porre tutte le domande necessarie per fare definitivamente chiarezza su quanto accaduto».

Ma soddisfatta in particolare è Fratelli d’Italia che per prima con il capogruppo Francesco Lollobrigida e quello in Commissione Lavoro, Walter Rizzetto, aveva chiesto l’audizione: «E’ un passaggio fondamentale per fare luce su una questione che lascia interdetti non solo rispetto a chi ha chiesto e ottenuto il bonus senza essere in condizioni di bisogno, ma anche sulle possibili ed altre responsabilità. Riteniamo infatti ci sia da cambiare immediatamente la norma che spesso Fratelli d’Italia ha chiesto di modificare».

Alla fine Tridico cede: farà i nomi dei furbetti del bonus Covid in audizione alla Camera dei deputati

Luigi Di Maio e Pasquale Tridico

Venerdì, quindi, sarà il giorno della chiarezza e che probabilmente solleverà tutti i veli su questa incresciosa vicenda. Alla fine il gran capo dell’Inps Pasquale Tridico ha dovuto cedere, stretto sia dal M5S che non se l’è sentita vista la situazione di dare copertura politica al ‘suo’ presidente e sia dal Garante della Privacy che ha deciso di aprire un’istruttoria nei confronti dell’ente.

Perciò, il clima che si prospetta in Commissione è arroventato e senza dubbio Tridico si troverà dinanzi a un plotone di esecuzione. Chi però in questi giorni lo ha sentito, racconta che è determinato a difendere il suo operato e soprattutto la sua correttezza. Nessuna soffiata, quindi, ai Cinquestelle e nemmeno alcuna strategia politica dietro questa vicenda dei bonus, e men che mai l’ipotesi di aver voluto dare una mano alla campagna referendaria per il Sì.

Tutte accuse che è pronto a rigettare al mittente, ben sapendo però di non godere del sostegno dei Cinquestelle come un tempo. Da mesi, infatti, il M5S ha raffreddato i rapporti con Tridico, da quando in piena pandemia l’Inps dimostrò tutta la sua impreparazione nella gestione delle richieste di cassa integrazione. E adesso questa vicenda del bonus Covid che, investendo direttamente il credo e i valori profondi dei pentastellati, non ha fatto altro che aumentare le distanze.

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Di questa situazione potrebbe approfittarne Salvini e la Lega che, anche se messi a dura prova da questo ‘scandalo’, hanno deciso di andare all’attacco. Prima fra tutto la decisione di non attendere Tridico e di operare subito le sospensioni. Una mossa che suona anche come un guanto di sfida gettato al M5S che da giorni attacca i leghisti ma che dovrebbe annoverare tra le sue file il terzo deputato beneficiario del bonus.

Finora alle tante parole dei pentastellati non hanno corrisposto i fatti. Di Maio che per tre giorni ha parlato continuamente, ieri è stato stranamente in silenzio. E anche se aumentano gli appelli a rinunciare alla privacy, l’ultima in ordine di tempo il viceministro Castelli, nessuno si è fatto avanti.

E naturalmente se alla fine si scoprisse che il terzo deputato è proprio un pentastellato, e che non si tratta di uno già fuoriuscito dal M5S, come peraltro si è ipotizzato, non sarebbe un bel segnale di trasparenza e moralità. Anzi alla fine il Movimento si troverebbe ad essere scavalcato da Salvini che invece subito ha proceduto alle sospensioni.

Matteo Salvini

A sua volta la Lega potrebbe continuare nella sua strategia di attacco, lanciandosi al cuore del problema e cioè la gestione dell’Inps, come lo stesso Salvini ha già annunciato: «Mi domando come l’Inps, che ha negato i 600 euro a tanti piccoli imprenditori e partite Iva e che non ha ancora pagato la Cassa integrazione a migliaia di lavoratori italiani, sia riuscita a pagare il bonus a dei parlamentari senza accorgersi di nulla. C’è qualcosa che non funziona non solo in Parlamento ma anche all’Inps».

Intanto si allunga la lista degli esponenti politici, soprattutto locali, che hanno richiesto il bonus. Un elenco sempre più lungo che alla fine evidenzia quello che molti da tempo pensavano e cioè che aver varato una norma che non prevedeva alcun limite all’accesso rischiava di trasformarsi in una lotteria. E il timore che serpeggia è che così come accaduto per il bonus Covid sulle partite iva, la stessa cosa possa essersi verificata per altri aiuti.

Pe ora, però l’attenzione è tutta per le partite iva. L’appuntamento è per domani alle 12. Le luci nella Commissione Lavoro sono già accese, i microfoni e i taccuini già pronti a registrare le parole e le spiegazioni dell’Inps. Insomma, il gioco dell’estate 2020 “Indovina chi ha preso il bonus Covid partite Iva” potrebbe avere finalmente un vincitore.

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