«Il Sud ora aspetti, il Nord deve ripartire subito». Assolutamente, no! Non è una frase al sen sfuggita di quel ‘razzista antimeridionale’ del leader della Lega Matteo Salvini e pubblicata da qualcuno di quei ‘giornalacci’ del Nord come ‘Libero’ – che pure l’ha rilanciata ma riprendendola da un’intervista rilasciata a ‘La Stampa‘ – nientepopodimenoche da Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna.
Ragion per cui nessuno ha avuto alcunché da ridire, non una tivvù, non uno di quei quotidiani political correct della sinistra-chic ed elitaria, perennemente con la puzza sotto il naso, non uno di quegli esponenti di governo o di quei meridionalisti di facciata, ma filo-unitaristi dentro per interesse personale, che in altre occasioni e per dichiarazioni decisamente meno significative, perché collegate alla richiesta di autonomia delle regioni, hanno immediatamente sollevato gli scudi contro la possibile minaccia di “secessione dei ricchi” di leghismo vestita.
Ebbene detto che – e chi mi fa l’onore di leggere le mie elucubrazioni mentali lo sa da sempre – personalmente, non sono un sostenitore della Lega sono fra quelli che hanno sempre gridato il proprio «no» contro il rischio rappresentato dal regionalismo differenziato (o rafforzato) così come richiesto dai governatori della Lombardia (Fontana) e del Veneto (Zaia), perché rappresenta il trionfo dell’egoismo, del pregiudizio e dell’equivocità.
Un «no» che, però, deve valere anche quando lo stesso discorso lo fa il loro collega dell’Emilia Romagna, soprattutto se – come fa Bonaccini – si spinge addirittura oltre e nel momento in cui è necessario lavorare per far ripartire l’Italia, pretende che il governo si adoperi per la ripartenza del Nord e se ne “strafotta” del Sud. Come a dire di quella “locomotiva Mezzogiorno” «che – secondo l’Associazione G. Dorso e l’Osservatorio Banche Imprese,- potrebbe – se Sud e Nord si adoperassero per esserne coprotagonisti – innescare un nuovo miracolo economico italiano. Perché, è il Sud che ha le potenzialità e le risorse indispensabili per diventare il volano dello sviluppo nazionale».
E, invece, anche per il democraticissimo presidente dem dell’Emilia e Romagna, Bonaccini, come per i suoi colleghi leghisti Fontana, Zaia e il loro leader di partito Salvini, viene prima il Nord, mentre quel Sud – che pure aspetta dal “1861”, 159 anni dopo, in pieno 2020 e dopo una Pandemia che sta radendo al suolo ciò che resta della sua economia – può ancora continuare ad attendere. Perché bisogna far partire subito quel Nord che produce più della metà del pil. Parola di Bonaccini! E se lo dice lui deve essere giusto, lui non è leghista. Ma solo da ricovero. Magari anche forzato.
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