«I giorni del lockdown per molte donne sono state un incubo, rinchiuse in casa con i loro aguzzini. Le richieste d’aiuto, secondo l’Istat, sono cresciute del 73 per cento», a dichiararlo Isabella Rauti, senatrice di Fratelli d’Italia, nel corso della sua intervista a Leggo.
«Sulla base delle rilevazioni ministeriali e delle relazioni fornite dalla rete D.i.Re, Differenza Donna, Telefono Rosa, Progetto Viva, è emerso che durante il lockdown è aumentato il numero di richieste di consulenza legale arrivate al numero anti violenza 1522 – spiega la senatrice Isabella Rauti di Fratelli d’Italia e responsabile del dipartimento di Fratelli d’Italia “Pari opportunità, famiglia, valori non negoziabili” -. Allo stesso modo, mentre sono diminuiti atti persecutori e violenze sessuali, sono aumentati i maltrattamenti in famiglia. Ma a fronte dell’aumento di richieste d’aiuto, le denunce sono diminuite del 43,6%. Nella condizione di coabitazione forzata, le donne hanno chiesto meno aiuto per l’impossibilità materiale di farlo».
In considerazione della situazione di chiusura, continua la senatrice Rauti: «Il numero 1522 e l’app sono state pubblicizzate ed il Viminale è intervenuto con due circolari di sensibilizzazione sulla questione, ma si poteva fare di più. Le risorse per i centri antiviolenza – eternamente in ritardo – sono state sbloccate ad aprile ma non sono arrivate a destinazione perché non si è riunita la conferenza Stato-Regioni che si occupa di distribuirle alle realtà attive sul territorio. Si sarebbe potuto, inoltre, creare un fondo straordinario presso la presidenza del Consiglio dei ministri per il sostegno alle vittime di violenza durante il Covid».
La senatrice Rauti, che presiede la Onlus internazionale ‘Hand Off Women – HOW‘ contro la violenza sulle donne, lancia un messaggio preciso: «Anche uno schiaffo è inaccettabile e spesso è solo il primo atto di una serie reiterata e crescente di gesti violenti. I tratti ricorrenti nell’identikit del violento maltrattante sono sempre uguali: controllo ossessivo della privacy, senso di possesso, svilimento del partner e se il lockdown ha acuito l’isolamento domestico di moltissime donne nel ritorno alla normalità non dimentichiamo di pretendere rispetto nelle relazioni interpersonali e di coppia. È evidente che le leggi da sole non bastano se non sono accompagnate da una rivoluzione culturale, di educazione al rispetto e ai sentimenti».
«Bisogna sostenere le donne vittime di violenza in un percorso di reinserimento sociale, ma parallelamente occuparci anche del recupero dell’uomo violento e maltrattante attraverso appositi centri. E bisogna chiedere aiuto a scuola e in famiglia per le adolescenti, ai centri preposti e ai numeri di pubblica utilità per le donne che subiscono nell’ambito della coppia. E avere fiducia, perché verranno indirizzate legalmente, sostenute psicologicamente e – se la situazione lo richiede – messe in contatto con le forze dell’ordine» conclude la senatrice Rauti.
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