Covid-19, l’Italia blocca l’export di 250mila vaccini. Dall’Australia: «Prova la disperazione»

L’Italia per la prima volta ha deciso di bloccare l’invio in Australia di 250.700 dosi dell’antidoto contro il Coronavirus prodotto da AstraZeneca. Una mossa del tutto lecita secondo le nuove regole introdotte dall’Ue per impedire l’export di vaccini anti Coronavirus al di fuori dell’Unione Europea. Dal continente australiano però è arrivata la richiesta di rivedere la decisione.

«Il Ministero – spiega una nota – ha ricevuto lo scorso 24 febbraio una richiesta di autorizzazione all’esportazione di vaccini anti COVID-19 da parte di AstraZeneca, ai sensi del Regolamento UE della Commissione Europea, approvato lo scorso 30 gennaio, “che subordina l’esportazione di taluni prodotti alla presentazione di un’autorizzazione di esportazione”. In precedenti casi di richieste di autorizzazione ricevuti da AstraZeneca, l’Italia – d’intesa con la Commissione – ha concesso il proprio nulla osta, trattandosi di modiche quantità di campioni destinati ad attività di ricerca scientifica».

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«Nel caso di quest’ultima richiesta, tuttavia, si trattava di ben 250.700 dosi di vaccino. Per tale ragione il MAECI, dopo aver consultato le altre Amministrazioni italiane competenti – che hanno tutte espresso parere negativo – ha inviato il 26 febbraio scorso la proposta di non autorizzazione alla Commissione europea che, ai sensi del Regolamento, ha l’ultima parola in quanto lo Stato membro è tenuto a decidere “conformemente al parere della Commissione» sottolinea la nota.

Alla base della decisione di imporre il blocco «il fatto che il Paese destinatario della fornitura (Australia) sia considerato ‘non vulnerabile’ ai sensi del Regolamento, il permanere della penuria di vaccini nella UE e in Italia e i ritardi nelle forniture dei vaccini da parte di AstraZeneca nei confronti dell’UE e dell’Italia, l’elevato numero di dosi di vaccino oggetto della richiesta di autorizzazione all’esportazione rispetto alla quantità di dosi finora fornite all’Italia e, più in generale, ai Paesi dell’UE» spiegano dalla Farnesina.

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La proposta italiana di diniego dell’autorizzazione è stata approvata dalla Commissione Europea e il Ministero degli Affari Esteri ha quindi provveduto, nello stesso giorno, ad emanare formalmente il provvedimento di diniego all’esportazione, notificato alla controparte il 2 marzo 2021.

«Non è un atto ostile dell’Italia verso l’Australia – afferma il ministro Luigi Di Maio -, ma rientra nel regolamento approvato il 30 gennaio scorso in Europa, il Meccanismo sull’export che serve a evitare che le dosi di vaccino destinate all’Unione vengano spedite e commercializzate fuori dalla Ue. Siamo il primo paese europeo a mettere uno stop all’export fuori dall’Unione di un vaccino prodotto all’interno dei nostri confini» aggiugendo che «i ritardi nella distribuzione sono inaccettabili e ci aspettiamo che questa nostra presa di posizione incida positivamente sulla campagna vaccinale europea».

Una decisione che però non sembra esser stata presa bene da Simon Birmingham, il ministro australiano delle Finanze. Il ministro ha affermato che il provvedimento «è una dimostrazione di quanto bene continui a fare l’Australia rispetto alla disperazione di altri Paesi». «Il mondo si trova al momento in un territorio inesplorato. Non è sorprendente che alcuni Paesi non rispettino le regole», ha aggiunto.

Prova a calmare le acque invece il primo ministro australiano, Scott Morrison. «In Italia – dice – le persone muoiono al ritmo di 300 al giorno. E quindi posso certamente capire l’alto livello di ansia che esiste in Italia e in molti Paesi in tutta Europa».

Intanto il ministro della Salute, Greg Hunt, ha annunciato che il suo Paese ha chiesto alla Commissione europea di rivedere la decisione italiana di bloccare l’export di vaccini, pur sottolineando che quanto accaduto non pregiudica la campagna vaccinale in Australia.

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