Scuola, tutti contro De Luca. Azzolina: «Decisione gravissima». Critico anche il premier Conte

La decisione di sospendere le attività didattiche in presenza a scuola del governatore Vincenzo De Luca non sta riscuotendo favori, anzi. Da tantissimi genitori e cittadini è stata giudicata come l’ennesimo tentativo di voler scaricare sui cittadini la colpa dell’aumento dei contagi. Molti docenti si sono lamentati del provvedimento, definendolo inopportuno dopo tutti i sacrifici fatti per permettere la riapertura.

La stessa Regione Campania ha speso una quantità indefinita di soldi per termoscanner, test al personale docente e quant’altro voluto dal governatore in vista del ritorno tra i banchi degli alunni. Il governo di Roma ha stanziato miliardi per i nuovi banchi, per le modifiche strutturali agli edifici scolastici e per far arrivare mascherine nuove ogni giorno.

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Per tutti questi motivi, ma ce ne sono anche altri, monta la protesta contro un governatore che meno di un mese fa è stato eletto con circa il 70% dei voti. Molte persone sembrano già essersi pentite di averlo votato. Ma non è solo la gente comune ad esser contraria al provvedimento.

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Azzolina: «Accanimento nei confronti della scuola»

Per il ministro Lucia Azzolina è una decisione «gravissima quella di De Luca, profondamente sbagliata e inopportuna. Sembra che ci sia un suo accanimento nei confronti della scuola. De Luca è stato l’ultimo a riaprire le scuole e il primo a richiuderle».

«Cosa faranno ora i ragazzi? De Luca pensa che rimarranno a casa? Il presidente della Regione Campania dovrebbe tenere aperte le scuole per capire meglio da dove arrivano i contagi» ha detto Azzolina aggiungendo che «in Campania lo 0.75% degli studenti è risultato positivo a scuola e di certo non se lo è preso a scuola» mentre «la media nazionale è 0.80. Se c’è crescita contagi non è di certo colpa della scuola».

Vincenzo De Luca
Vincenzo De Luca

Uno dei punti dolenti lamentati da De Luca nei giorni scorsi è quello dei trasporti. Il governatore ha attaccato il Governo reo di non aver preso misure adeguate per rafforzare i trasporti (ma l’Eav e la maggior parte delle società di trasporti in Campania non sono di proprietà della Regione?).

Anche su questo punto risponde il ministro Azzolina: «Se non vogliamo sacrificare la scuola si può lavorare per lo smart working ancora di più. La mattina non sono solo gli studenti a salire sui mezzi» che sottolinea come lasciare gli studenti a casa sia «inaccettabile se vogliamo considerare i numeri dei contagi nelle scuole. Si devono spalmare su tutti gli altri settori le necessità sul prendere o non utilizzare i trasporti».

Sulla possibilità di fare ricorso, come accaduto in passato con il Piemonte per esempio, il ministro ha informato che «leggerà l’ordinanza ed agirà di conseguenza. Io da ministro dell’Istruzione non ho né potere di aprirle né di chiuderle. I presidenti delle Regioni sì», ha aggiunto.

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Il premier Conte

Contrario anche il premier Conte. «Chiudere così di blocco la scuola secondo me non è la migliore soluzione» ha affermato il presidente del Consiglio. «Abbiamo lavorato tanto – continua Conte – e abbiamo detto che a scuola ci sarebbero state delle criticità. Ma ogni anno che si aprono le scuole ci sono criticità: abbiamo lavorato per realizzare condizioni di sicurezza e anche dai risultati emersi la curva del contagio è molto molto bassa, come confermato anche dall’Iss».

A chi gli chiede se il governo impugnerà il provvedimento Conte spiega che «sono decisioni collegiali. Ricordo che, per come abbiamo formato l’architettura normativa, le singole Regioni possono adottare misure più restrittive. Dico semplicemente, e ne ho parlato con Vincenzo De Luca, che chiudere di blocco tutte le scuole è una soluzione che sembra a portata di mano, molto facile, ma anche dal punto di vista dei segnali che diamo, non è il miglior segnale che stiamo dando».

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