Prossime sfide fisco, mes, pnrr e giustizia
Aveva chiesto a tutti i ministri di stilare la lista delle priorità di ciascun dicastero per mettere a punto un cronoprogramma che vada al di là delle «grandi riforme» che dovrebbero caratterizzare il primo anno di governo di Giorgia Meloni. Ma se uno schema ancora non è definito ci sono diversi appuntamenti tra Roma e Bruxelles.
Guerra in Ucraina e prezzo del gas
Archiviato il risultato elettorale delle regionali, la premier sta preparando il viaggio a Kiev (la data è ancora incerta, mentre quella di Parigi non è per il momento proprio in agenda). Non sono previste a stretto giro votazioni sul punto ma un nuovo invio di armi. Per Meloni la primavera sarà inevitabilmente concentrata sull’economia, e non solo per la tornata di nomine delle grandi partecipate pubbliche. Il prezzo del gas continua a calare e le stime, anche quelle internazionali, migliorano. Ossigeno per un governo che potrebbe così ridurre la dote delle misure contro il caro-bollette che comunque andranno rinnovate, anche se riviste.
Il Def e la riforma di fisco e pensioni
Peraltro nel primo Def, da scrivere entro inizio aprile, dovrebbe arrivare l’indicazione di orizzonte e risorse per le riforma del fisco – una nuova delega è stata annunciata tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo – e delle pensioni, su cui già la ministra Elvira Calderone ha avviato il confronto con i sindacati. E del reddito di cittadinanza. Tutti temi su cui Lega e Fi hanno creato problemi anche a Mario Draghi, quando sostenevano tutti insieme il governo di unità nazionale.
La revisione del Pnrr e il Repower Eu
I margini di manovra dipenderanno anche dal successo della trattativa, che va chiusa entro aprile, per la revisione del Pnrr e per la scrittura del nuovo capitolo legato al Repower Eu. Il ministro Raffaele Fitto sta predisponendo una relazione sui fondi di coesione e l’altra sullo stato di avanzamento del Piano, e nel frattempo presenterà il decreto legge per rivedere la governance (e accentrare la regia a Palazzo Chigi). Sul piatto anche assunzioni legate alla realizzazione del piano che potrebbero scatenare gli appetiti dei partiti. Nel frattempo, anche per non indispettire gli interlocutori europei già in allarme sui balneari, l’esecutivo dovrebbe sciogliere il nodo del Mes.
Il meccanismo europeo di stabilità
Di fatto Meloni e il ministro Giancarlo Giorgetti hanno lasciato intendere che la riforma del regolamento del meccanismo europeo di stabilità sarà ratificata, anche se si ribadirà che non c’è nessuna intenzione di richiederlo. Sul come ancora non si è studiata la formula. E’ possibile che l’esecutivo non presenti un ddl di ratifica ma si proceda attraverso le proposte parlamentari (delle opposizioni). La ratifica comunque passerebbe anche se si dovessero registrare defezioni – possibili e alcune già annunciate, soprattutto sul fronte leghista – nelle file della maggioranza.
Le altre riforme
Di pari passo con i dossier economici Meloni vorrebbe portare avanti anche quelli delle altre riforme. Dato il primo via libera all’autonomia, ora dovrebbe toccare alle riforme istituzionali su cui però ancora non c’è una sintesi, dopo che Elisabetta Casellati ha consultato maggioranza e opposizioni sulle diverse formule, presidenzialismo, semi-presidenzialismo o premierato. Già si scalda, intanto, il fronte della giustizia, con Fi e Lega che spingono sulla separazione delle carriere (insieme al Terzo Polo), mentre Fdi frena e vorrebbe inquadrare anche i percorsi per i magistrati all’interno di una più complessiva riforma della giustizia. Di cui però, per il momento, non sono definiti né perimetro né tempi.
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