Covid-19, il Pd vuole misure dure per evitare il lockdown, i grillini invocano prudenza. Conte ‘chiama’ l’Ue

di Redazione

La curva del contagio da Covid-19 cresce e il governo Conte pensa al varo di un nuovo dpcm dopo un lungo vertice notturno a Palazzo Chigi. Allo studio misure restrittive per tentare di frenare la corsa del virus dopo che ieri, per la prima volta, è stata superata la soglia psicologica dei 10mila casi.

«Siamo tutti preoccupati per la seconda ondata, che sta stressando i sistemi sanitari e i tessuti sociali», ha sottolineato il premier Giuseppe Conte. Ma un altro lockdown contro il Covid è da evitare. «Non dico che è meno pericolosa la seconda ondata, dobbiamo affrontarla con una strategia diversa, nuova, che non prevede più il lockdown, più mirata, rispettando le regole del distanziamento e auto proteggendosi», sottolinea Conte che invoca una strategia comune Ue per evitare «distruzione per tutti» e annuncia «molto presto» 200 o 300 milioni di vaccini.

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Tra le varie ipotesi sul tavolo del Governo Conte la chiusura dei locali (ristoranti, bar, pub) tra le 22 e le 23, da modulare con una ‘stretta’ maggiore nei weekend. Altre misure allo studio smart working obbligatorio (in una percentuale da definire), lo stop agli eventi e una nuova stretta allo sport, tra palestre e sport di contatto, oltre ad orari più scaglionati e più didattica a distanza a scuola. Ma si starebbe pensando anche alla possibilità di varare un coprifuoco notturno. Ipotesi molto criticata delle opposizioni di Centrodestra.

Il varo del nuovo dpcm è previsto tra domani e lunedì. Sempre che le diverse anime del Conte II trovino un accordo. C’è chi, come M5s e Iv, è per mantenere in questa fase maggiore prudenza. E c’è chi, come Pd e Leu, ritiene invece che si debba agire subito, senza indugio, anche con misure più dure «per evitare di dover poi ricorrere al lockdown». La richiesta è del capodelegazione Pd al governo, il ministro Dario Franceschini.

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Salvini: «A Conte e al Governo chiediamo chiarezza e certezze»

Matteo Salvini

Per ora quindi, regna sovrana la confusione. Sul tavolo ci sono tante proposte, tutte in direzioni diverse. E il leader della Lega Matteo Salvini chiede «chiarezza, certezze, non supposizioni, idee. Chi dice ‘forse facciamo il Lockdown a Natale’ commette un crimine ai danni del popolo italiano: non è ammesso il ‘forse’, il ‘vedremo’”. “In azienda non puoi dire ‘forse’. Se ci sono dati scientifici si traggano le conseguenze da quelli».

«Chiediamo al Governo Conte – aggiunge Salvini – di prendersi la responsabilità delle sue scelte. Cos’è stato fatto per prevenire la seconda ondata in queste mesi. Non vorrei che qualcuno si fosse seduto, sperando che il buon Dio ce la mandasse buona. L’Italia non si può permettere un secondo lockdown generalizzato».

Nel frattempo le Regioni procedono in ordine sparso. Come in Campania dove il governatore Vincenzo De Luca ha deciso di chiudere le scuole e ricominciare con la didattica a distanza (è consentita le lezioni in presenza solo negli asili, dopo la protesta delle mamme) o come in Lombardia dove da oggi pub, ristoranti e similari dovranno chiudere alle 24. Del tanto invocato coordinamento non c’è traccia.

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