A Rutte non piace il tiramisù di Conte: tutto rimandato al Consiglio Ue. Intanto è polemica sull’allungamento dell’emergenza Covid

di Dario Caselli

Incontro Conte-Rutte: non c’è piena convergenza ma lavoriamo

«Non c’è piena convergenza ma lavoriamo». Alla fine il tiramisù, quello che Conte vuole offrire ai Paesi frugali per convincerli sul Recovery Fund, probabilmente non ha fatto colpo su Mark Rutte, visto Giuseppe Conte al termine dell’incontro con il suo omologo olandese ha dovuto ammettere che la convergenza sul Recovery Fund non c’è.

Il dolce, quindi, non ha fatto effetto ma ha piuttosto confermato che la situazione per un accordo in Europa è comunque tutta in salita. Ciononostante Conte il dolce l’ha servito agli italiani annunciando nel pomeriggio l’allungamento dello stato di emergenza fino al 31 dicembre. Anche se su quest’ultimo tema c’è ancora molta confusione.

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Ma andiamo con ordine e partiamo dall’Europa. Come detto ieri era fissato l’incontro tra Conte e Rutte. Un faccia a faccia che segue quelli avuti nei giorni scorsi da Conte con i capi di governo portoghese e spagnolo. Era chiaro che questo a L’Aja sarebbe stato un confronto di tutt’altra natura, e probabilmente lo stesso Conte non si era fatto grosse illusioni.

Il fronte dei Frugals, cioè di quei Paesi europei che si oppongono a un Recovery Fund troppo sbilanciato sul lato del debito e delle sovvenzioni, continua a rimanere compatto e deciso a non indietreggiare di un passo. Per questo da tempo si è aperta una trattativa, che vede soprattutto la Germania, per questi mesi Paese guida dell’Ue, attiva nel raggiungere un’intesa.

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Angela Merkel

La cancelliera Merkel sta lavorando per ridurre a 500 milioni la parte delle sovvenzioni e a 250 milioni quella dei prestiti, ma soprattutto ad agganciare la concessione delle risorse a precisi impegni sul piano delle riforme la cui valutazione sarebbe affidata al Consiglio europeo e non più alla Commissione europea.

Recovery Fund: Finlandia, proposta Michel insufficiente

Sanna Marin

Con queste regole d’ingaggio la Germania sta cercando di vincere il fronte del no. Ma che la strada sia impervia, come confermano le parole del premier finlandese Sanna Marin, che commentando la proposta del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha detto che ci sono «alcuni passi giusti sul Bilancio Ue 2021-2027, ma è necessario fare molto lavoro sul Recovery Fund. Abbiamo bisogno di un ammontare complessivo più basso e di un migliore equilibrio tra sovvenzioni e prestiti».

Michel (Ue): Recovery Fund a 750 miliardi e governance al Consiglio europeo

Nello specifico la proposta prevedeva un Recovery Fund a 750 miliardi di euro bilanciato tra prestiti e finanziamenti a fondo perduto, rispettivamente a 250 miliardi e 500 miliardi. E sul piano della governance un ruolo più forte al Consiglio, e quindi agli Stati.

Conte: con Rutte condiviso necessità di risposta non ritardata

Il premier Conte

Tornando a Conte, a margine dell’incontro con Rutte il premier italiano ha spiegato che sul Recovery Fund «abbiamo condiviso la necessità che possa essere finalizzato quanto prima. Non è interesse di nessuno che la risposta sia ritardata». Ed ammette: «Non posso dire ci sia piena convergenza ma c’è convergenza sul fatto che ci deve essere una riposta solida e coordinata, ma ci sono aspetti e divergenze ancora ma su cui possiamo lavorare. Ci siamo dati appuntamento al prossimo Consiglio europeo per coordinare meglio i nostri sforzi per dare non all’Italia o all’Olanda ma a tutta l’Europa una soluzione rapida».

Rutte: incontro con Conte buon modo prepararsi a vertice

E Rutte? Molto più sfumata la posizione del premier olandese, per il quale l’incontro di ieri è stato «un buon modo di prepararsi per un Consiglio europeo. Ecco perché ho accolto il primo ministro italiano Giuseppe Conte per una cena di lavoro all’Aja stasera». Insomma, se Conte pensava che questo incontro sarebbe stata l’occasione per riavvicinare Olanda e Italia si era sbagliato di grosso.

Conte: adesso incontro con opposizioni. A giorni pubblicazione in Gazzetta del dl Semplificazioni

Conte comunque va per la sua strada ed annuncia che adesso incontrerà le opposizioni e questo alla fine «mi darà la possibilità di chiudere la relazione definitiva e saremo pronti, già a settembre, per presentare il Recovery Plan italiano in Europa. L’Italia, si è già avvantaggiata perché abbiamo già iniziato un processo riformatore. Un passaggio significativo è stato sicuramente il decreto semplificazione che va in Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni, ma non ci fermiamo qui. Abbiamo elaborato un piano per il rilancio e l’abbiamo presentato a tutta la società civile, a tutte le componenti della società italiana».

Conte: possibile proseguire stato emergenza

Intanto in Italia ad accendere le polveri è l’annuncio di Conte ieri da Venezia: «Ragionevolmente ci sono le condizioni per proseguire lo stato di emergenza per il coronavirus dopo il 31 luglio. Lo stato di emergenza serve per tenere sotto controllo il virus. Non è stato ancora deciso tutto, ma ragionevolmente si andrà in questa direzione». In breve, emergenza fino a fine anno.

Meloni: proroga stato emergenza? Non mi sembra ci siano i presupposti

Giorgia Meloni

Tanto basta per innescare la durissima reazione sia della maggioranza, con Iv e Pd che chiedono subito il coinvolgimento del Parlamento in questa decisione, e sia dell’opposizione che con Giorgia Meloni dice: «Non ho gli elementi ma mi sembra che ad oggi non ci siano i presupposti per prorogare alla fine dell’anno lo stato di emergenza che, ricordiamo, è uno strumento di cui il governo dispone per fare un pò quello che vuole accelerando dei passaggi che altrimenti avrebbero bisogno di maggiori pesi e contrappesi. Quindi ad oggi non sarei per la proroga dello stato di emergenza».

Conte: decisione proroga emergenza non è presa

Alla fine, a tarda sera lo stesso Conte è costretto a precisare: «Non ho detto che il governo ha deciso di prorogare lo stato di emergenza. Ho detto che è un tema ed è una decisione collegiale con il governo e il Parlamento. Non ho mai detto che è stata presa una decisione. Non c’è dubbio che discussioni del genere devono essere portate all’attenzione del Parlamento, ma come sempre è stato fatto. Ma così sarà».

Una polemica che serve soltanto ad alimentare i sospetti interni alla maggioranza, e anche nell’opposizione, di un Conte che vorrebbe riprendere quella gestione personalistica che aveva inaugurato durante la Fase1. Anche perché, ed è l’opinione di molti, soltanto con una nuova ondata e chiusure questo governo potrebbe sperare di mangiare il panettone. Altrimenti non gli restebbe che il tiramisù, ma si sa che quello ha una scadenza molto ravvicinata.

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