Salvini come Berlinguer? «Ma mi faccia il piacere!» avrebbe detto Totò

Chissà Nicola Zingaretti cosa avrà pensato – e soprattutto provato – nel sentire il Matteo ex padano affermare: «I valori della sinistra di Berlinguer sono stati raccolti dalla Lega» Questa scioccante affermazione Salvini l’ha fatta nella trasmissione ‘l’Aria che tira’ su La7. Ed era studiata, preparata, non sparata lì come il capo leghista fa spesso, inventandosi butade ed affermazioni al limite del paradosso per fare colpo, per essere sempre al centro dell’attenzione popolare.  E lui, Zingaretti, segretario del Partito Democratico, che cosa va predicando se il partito-movimento del Salvini si basa sui convincimenti, sulle passioni, sulle idee di futuro dello storico segretario del PCI?

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BerlinguerNicola Zingaretti ha successivamente dichiarato: «Mi dicono che Salvini si è paragonato a Berlinguer. Che pena… #chiamateil118». Lo scrive su Facebook il leader del Pd postando una foto con in primo piano dell’ex segretario del Pci, Enrico Berlinguer. Ma va detto che il Pd, in particolare in questa delicata fase politica, ha bisogno di un segretario a tempo pieno che non può dividersi con l’altro incarico, estremamente delicato, di Governatore del Lazio. Ma ve lo immaginate Berlinguer nella doppia veste di segretario del P.C. e governatore del Lazio? La politica è una scienza quasi esatta ed operazioni del genere per un partico come il P.D. non sono minimamente praticabili. Ne nascono perdite di tempo e confusioni a tutto vantaggio degli agguerriti avversari.

In fatto d’immagine, di provocazioni,  il leader della Lega non è secondo a nessuno. È un continuo ipotizzare contenuti, storie vere o false, abbigliamenti che possono influenzare il suo elettorato e fare altri adepti. Non ci dorme la notte per individuare “coup de théâtre” che possano aumentare i sostenitori. Ha messo su uno staff nominato “La bestia” – sempre nomi truci per far colpo anche su sé stesso, forse per darsi forza – a curare la sua immagine. Donne e uomini preparati, esperti nel campo della comunicazione che lo seguono nei suoi eterni giri sfruttando – o creando – occasioni per fargli fare scena, per farlo apparire nelle vesti che gli hanno costruito, tenendo presente le fobie italiche: no immigrati, no ONG, no Europa, no…e via dicendo.

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Sono lontani i tempi dell’Umberto Bossi e del distacco della Padania dall’Italia. Anche Matteo la pensava allora come l’Umberto. Ma poi, una volta salito in sella, ha ragionato come solo lui opportunisticamente sa fare: «I meridionali puzzeranno pure, è un prezzo che va pagato – la puzza – alla crescita senza fine del Movimento». È da secessionista convinto è passato «unitario» per mettersi nelle saccocce quanti più voti possibili.  E, in verità, c’è riuscito. Lasciando perdere i «cattivi odori» che però non devono essere dimenticati dai «puzzolenti», appunto dai figli del Mezzogiorno. Ma forse nella sua fantasia smisurata il Matteo ha pensato di poter fare un’opera di disinfestazione: il meridionale che passa alla Lega non «puzza» più, sono i potenti mezzi del Carroccio che lo disinfettano.

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Lo abbiamo già ripetuto il Matteo ex padano campa con l’ossessione di fare colpo, prima su sé stesso eppoi sul popolo italico che si augura possa diventare suo totale sostenitore. Non si preoccupa mica tanto delle incongruenze, degli scivoloni, delle assurdità che va predicando. Sembra uno di quei giornalisti della carta stampata che una volta ripetevano: «Un giornale dura un giorno, poi diventa carta straccia». «Anche una notizia sbagliata ha poche ora di vita, poi finisce nel cestino».

Salvini cambia uffici. «La lega per Salvini premier» traslocherà di fronte alla storica sede del Pci, dove ci sono già gli uffici del sindacato Ugl e – soprattutto – dove è ospitato lo staff social di Salvini, guidato da Luca Morisi. La nuova struttura, sul piano dell’immagine molto rappresentativa, ospitava gli uffici amministrativi e organizzativi della Democrazia Cristiana, come confermato da Gianfranco Rotondi.

«Una cosa talmente fuori dal mondo che mi viene solo una esclamazione di orrore». Lo dice Achille Occhetto, ultimo segretario del Pci, commentando con l’AdnKronos le parole di Matteo Salvini, che ha sottolineato come la Lega sia l’erede della politica portata avanti dalla sinistra di Berlinguer.

Ma per battere Salvini ci vuole un’organizzazione diversa del PD. Un segretario a tempo pieno, le vecchie sedi del partito vitalizzate. Una vera unità interna. Rifletta Matteo Renzi e i suoi compagnucci e anche Zingaretti, si diano una mossa! Se no il grido che risuonerà è per l’immarcescibile MATTEO SALVINI alla faccia del P.D..

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