Torre Annunziata prova a ridarsi un’amministrazione vera

Dopo due anni di commissariamento, checché ne dicano i “commissari” la realtà cittadina appare ulteriormente peggiorata

A due anni dallo scioglimento del Consiglio comunale (22 febbraio del 2022) per presunte infiltrazioni della camorra, oggi e domani e, nel caso nessun candidato sindaco ottenga in questo primo turno il 50%+1 dei voti validi, nel ballottaggio del 23 e 24 giugno, Torre Annunziata, torna alle urne per eleggere la nuova amministrazione cittadina. In verità, non si può certo dire che questi due anni di commissariamento siano serviti a migliorarne i servizi e la qualità della vita dei suoi cittadini. Anzi, tutt’altro! Speriamo vada meglio stavolta!

A contendersi la poltrona di primo cittadino: Corrado Cuccurullo (Pd, Area Socialista, Azione, Torre Annunziata libera, Popolari per la pace, Per le persone e le comunità, Progressisti e Democratici, Più Europa); Carmine Alfano (FdI, Fare democratico, FI, Iv, Orgoglio e dignità, Insieme per Torre, Torre dei valori, Cultura e civiltà); Mariantonietta Zeppetella De Sesto (M5S) e Lucio D’Avino (Oplonti Futura).

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Diciamocelo, però, francamente. Quali siano i loro programmi e cosa vogliano farne di questa città nessuno è riuscito a capirlo). Eppure di cose da fare ce ne sarebbero tantissime, a cominciare dell’ex ospedale di Torre Annunziata, delocalizzato a Boscotrecase e poi, addirittura, chiuso, in era Covid, nonostante che, all’epoca, l’attuale candidato sindaco del Centrosinistra, Corrado Cuccurulo, presiedesse la Soresa, società della Regione Campania che si occupa della spesa sanitaria regionale. Lasciando l’intera area torrese-boschese, priva di qualsiasi presidio sanitario.

Continuando, con lo sviluppo socio-economico e strutturale della città per il quale il ministro della cultura Sangiuliano – che, giovedì è stato qui – ha destinato 20milioni di euro del Pnrr per la riqualificazione lo storico stabilimento militare dello Spolettificio Esercito onde localizzarvi il museo archeologico, un laboratorio per il restauro dei reperti rinvenuti nell’area vesuviana, una scuola per la formazione dei giovani restauratori e 600mila euro sempre Pnrr per la messa in sicurezza della Basilica della Madonna della Neve.

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E pensate, poi, cosa potrebbe diventare questa città, se a tutto ciò si aggiungessero: il recupero ed il disinquinamento del Sarno, l’eliminazione degli scarichi abusivi che confluiscono a mare e la bonifica complessiva dell’arenile da Torre Annunziata a Castellammare con la riqualificazione, per altro già finanziata per un milione dalla Città Metropolitana di Napoli, della stupenda spiaggia delle sette scogliere a Rovigliano.

Di più, mi chiedo se sia mai possibile che una città di 40mila anime come Torre Annunziata, una volta dotata di diverse sale cinematografiche, utilizzabili anche come teatri: Politema, Metropolitan (i meno giovani ricorderanno certamente che negli anni ‘60 ospitò, la prima mondiale del film italo-statunitense “Jovanka e le altre” prodotto dal nostro connazionale, trasferitosi in Usa Nino De Laurentiis) Moderno, Spolettificio, oggi non ne conti più nessuna. Non ha più punti di ritrovi, né biblioteche, luoghi di cultura o impianti sportivi degni di tale nome. E le scuole cittadine, quale più quale meno, mai manutenute avrebbero tutte bisogno di interventi urgenti e complessivi per essere rese davvero funzionali.

E, per carità di patria, evito di parlare, delle condizioni di totale degrado delle vie cittadine, degli immobili, – strutturalmente stupendi, ma lasciati a se stessi e in preda all’incuria – dell’abbandono quasi totale della zona sud, del quadrilatero delle carceri, dell’area del porto, il cui recupero potrebbe ridare linfa e rimettere in moto il vecchio, indebolito, ma sempre vigoroso cuore di Torre Annunziata. E che dire della difficoltà dei collegamenti, interni e con le città limitrofe. E non dimentichiamo, poi, l’Area industriale, il cui giusto sviluppo potrebbe davvero. Ma, per il momento, mi fermo. Già questo è un libro dei sogni non realizzabile in una sola consiliatura. Speriamo che, almeno, la nuova amministrazione cominci a metterci mano.

Setaro

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