Torre Annunziata, D’Avino: «Città vivibile e scuole primi obiettivi. Basta col clientelismo»

di Mauro Della Corte

Il candidato sindaco di Oplonti Futura: «Da soli e senza “cambiali” da dover pagare»

Quattro candidati sindaci, quattro schieramenti. Un esercito di candidati al consiglio comunale di Torre Annunziata pronti a darsi battaglia per le elezioni dell’8 e 9 giugno prossimi. Allo scranno di primo cittadino concorrono Corrado Cuccurullo, Carmine Alfano, Maria Antonietta Zeppetella e il giovane avvocato Lucio D’Avino sostenuto dalla lista civica «Oplonti futura».

D’Avino ha scelto di impegnarsi in prima persona, per andare in controtendenza all’esodo di giovani torresi. «Soprattutto perché io, come tutti gli altri che fanno parte del movimento, siamo quella parte di ragazzi che vuole rimanere qua, che hanno il centro dei propri interessi a Torre Annunziata, che hanno costruito la loro professione qui e vogliono costruirci il proprio futuro» afferma in un’intervista a ilSud24 aggiungendo: «Ci siamo resi conto che, a parte il dato fisiologico, a una certa età devi iniziare a interessarti di ciò che ti sta intorno. Che potevamo scendere in campo e cercare di prendere noi le redini di questa città, del nostro paese, per costruire un futuro migliore per noi e per Torre Annunziata».

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Le infrastrutture scolastiche

Qual è il fronte più urgente, quello su cui bisogna intervenire subito?

«È ovviamente le scuole. Da uno studio che abbiamo fatto risulta che c’è un problema proprio sugli istituti scolastici e le infrastrutture a loro collegate come le palestre, che sono dei centri importanti dove vi è aggregazione non solo dei bambini e dei ragazzi, ma anche delle associazioni che ne usufruiscono. Quindi per noi è una priorità assoluta andare a incidere su questo aspetto».

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«Allo stesso modo, però, un’altra priorità che ci siamo dati è quella di cercare di creare un servizio comunale a portata di cittadino, partendo con la digitalizzazione dell’ente Comune, anche attraverso strumenti di messaggistica istantanea con la quale si dà la possibilità ai torresi di ricevere notizie e notifiche sui bandi di concorso, sulle possibilità di poter accedere e fondi. Ma c’è anche la necessità di creare un centro per il lavoro, di migliorare la comunicazione. Per esempio molti non sanno di quello che accade in città, degli eventi che si fanno. Fondamentalmente a parte il 22 ottobre, non sappiamo mai cosa viene organizzato. La comunicazione si è fermata un po’ agli anni Ottanta, col passaparola».

Le infrastrutture sportive

Torre ha tante eccellenze nello sport, ma di riflesso ha poche infrastrutture sportive 

«È un problema diffuso – spiega – che poi va a incidere anche su quella che è la crescita culturale dei ragazzi e delle persone, perché ecco se mancano i centri di aggregazione, le persone tendono a isolarsi, a non conoscere altre realtà e soprattutto si distaccano anche da quelli che potrebbero essere degli hobby o le opportunità per il futuro. Mi viene in mente la Boxe Vesuviana, Irma Testa, le scuole calcio, Ciro Immobile, Marco Guida, Stefano De Martino. Sono tutte persone che comunque hanno a che fare con sport, con la danza. È un problema che deve essere assolutamente risolto, ma deve essere risolto nel più breve tempo possibile, perché non abbiamo più tempo».

I giovani

Ma ormai gli spazi ai ragazzi non esistono più. Non ci sono eventi o luoghi dedicati a loro

«Torre è diventata una città che offre zero distrazioni. Fondamentalmente noi ragazzi non sappiamo cosa fare. E questo è un dato di fatto. C’è una biblioteca comunale che è rimasta abbandonata a stessa per anni. Non sappiamo a che ora apre, se apre e come, che cosa si può sviluppare all’interno. Non è stata mai fatta una progettualità per adibire delle aree comunali, degli immobili, ai ragazzi, soprattutto per far sì che possano coltivare le proprie passioni. Non sono stati fatti dei laboratori, nulla».

«Un po’ di tempo fa c’era almeno nel periodo estivo c’era un bel movimento anche di movida. Non solo feste e festini, ma proprio spettacoli, eventi, compagnie teatrali, che davano la possibilità ai cittadini di poter partecipare e distrarsi e almeno facevano anche girare un po’ di economia perché attraevano anche tante persone da fuori. Ad oggi non c’è niente».

«Un giovane di Torre Annunziata che esce la sera, una volta che si è fermato a un bar e ci ha trascorso la serata, poi a un certo punto vuole evadere e che cosa fa? Se ne va a Castellammare, a Pompei, perché deve andare a mangiare un cornetto. Non ha un punto di ritrovo come in tutte le altre località, non c’è nulla. Se entri alle 20.30/21, in un ristorante, alla fine della giornata, esci alle 23 e non c’è più nessuno. Sembra di essere entrati in una realtà parallela. Chi verrà ad amministrare la città dovrà comunque prendersi la responsabilità di vedere come rendere la città vivibile, ma soprattutto, cioè, far sì che le persone quando escano la sera restino a Torre, creare un po’ di movimento, perché veramente è diventato come i paesini di montagna».

Una zona da valorizzare

Dove si potrebbe creare?

«Ci sono tanti spazi, ma per me il fulcro di Torre deve essere Rovigliano. Lì c’è una zona gigantesca dove a oggi c’è il giardino per i cani. Ora è una foresta, non è più un giardino perché c’è stata comunque incuria. Lì c’è la possibilità di parcheggiare, possibilità di fare anche un po’ più di rumore perché non è proprio un centro abitato a pieno. Pure la stessa Villa Parnasso, dovrebbe essere aperta H24, dovrebbe garantire il collegamento tra i giardinetti e il corso».

«Bisognerebbe creare attrazione all’interno della villa. Ovviamente questo può succedere quando c’è comunque una sicurezza vera, bisogna istituire magari un comitato civico. Sono progetti che si devono ovviamente elaborare in un complesso un po’ più grande. Perché lasciare questi spazi in disuso quando poi potrebbero essere affidati, che ne so, a compagnie teatrali, a tante realtà. Lo spazio c’è, bisogna utilizzarlo in qualche modo».

La macchina comunale

Ma il Comune soffre di una grande carenza di personale

«Negli ultimi 15 anni il comune di Torre Annunziata è passato da circa 350 unità a 168 attuali. Abbiamo perso più della metà dei dipendenti. Tanti sono andati in pensione e non c’è stato un ricambio generazionale. E in effetti il problema è chiaro. È chiaro però che a volte non c’è bisogno di quantità, magari c’è bisogno anche di più qualità. A oggi a Torre non manca la qualità, perché ci sono ancora dirigenti che hanno lavorato bene e che lavorano bene. Il problema però è che per far fronte a una città di 40.500 persone, devi ovviamente fare nuovi innesti per creare comunque dei servizi utili. La Polizia Municipale è in ginocchio, mi pare che a oggi conta solo 16 unità e sono troppo poche».

«Le strisce blu non sono attive da quattro anni e comunque non erano affidate alla Municipale ma alla PrimaVera. Poi per esempio una mia amica da più di un anno ha fatto richiesta di un passo carrabile ma non si sa chi glielo deve rilasciare. Se è competenza della polizia municipale o se è competenza dell’amministrazione. Io capisco che il Comune sia oberato di lavoro, però è evidente che, guardando anche il bilancio, un implemento del personale è assolutamente necessario. All’ufficio tecnico sono pochissimi, saranno 5 o 6 persone che potrebbero pure bastare, ma a oggi le competenze sono state praticamente ripartite in maniera verticale, a tratti orizzontale e quindi fondamentalmente non ce la fanno proprio materialmente a gestire tutto».

Le casse comunali

Il nodo però sono anche i finanziamenti

«I fondi europei non sono quasi mai stati utilizzati, almeno non ho memoria del loro utilizzo per un progetto a Torre Annunziata. Vorremmo creare un ufficio “Europa”, che esiste in altre parti d’Italia. Un ufficio che si debba preoccupare solo ed esclusivamente di reperire questi soldi e di spenderli. Ci sono anche fondi statali e regioni. Magari con la Regione c’è un filo un po’ più diretto dove si può lavorare, ma la burocrazia è lenta».

«Ad oggi teniamo la possibilità di usufruire della zona Zes, ma le disposizioni attuative ancora non sono state fatte e dal primo di gennaio dovevano iniziare a essere presentate le domande. Siamo a maggio. L’industria 5.0, anche quello è stato fatto un bando che scade a novembre, ancora non ci sono le disposizioni attuative. Allora tanto vale attingere dall’Unione Europea, almeno da lì sei sicuro che i soldi arrivano e se non vengono spesi li devi anche restituire».

«Con i fondi regionali è capitato, molto spesso, che questi soldi venivano ottenuti per un progetto e poi venivano spesi per altro. Tutto legale, però ho l’esempio dei 500mila euro stanziati per l’informa giovani di Torre Annunziata che poi sono stati spesi per altro e ad oggi non esiste più l’informa giovani, non ha più una sede. Insomma, sono situazioni brutte».

Il taglio con il passato

A Torre, da quanto emerso dalle indagini, bisogna fare anche i conti con il malaffare e le ingerenze camorristiche. Come vi state attrezzando per combatterli?

 «Noi abbiamo scelto di non allearci con nessuno e creare una squadra di persone che sono completamente svincolate da qualsiasi contesto precedente. Fermo restando che qua non si può assolutamente generalizzare dicendo che tutti sono criminali, ci tengo a sottolinearlo perché non è così, ci sono tantissime brave persone e ad oggi sono anche candidate tantissime brave persone. Però il punto è che si è sviluppato da sempre a Torre Annunziata, negli ultimi quarant’anni, una politica di natura prettamente clientelare, del dare e dell’avere».

«Allora abbiamo preferito andare da soli e cercare di svincolarci da tutto questo e non avere cambiali da pagare in un futuro. Il malaffare si combatte ovviamente con l’onestà, con la trasparenza e agendo in tutti i settori, in tutti gli ambiti nel pieno rispetto della legge e della legalità. A volte sembra una retorica, ma non è così. Le leggi sono fatte per essere applicate e per essere seguite. Io sono un avvocato e so che è vero che c’è un’interpretazione, ma l’interpretazione viene data dai giudici quando ci sono i contenziosi».

«Se si fanno le cose seguendo le regole, non puoi sbagliare, non ti puoi trovare in una situazione, come dire, critica. L’errore è umano, ma se hai sbagliato nell’applicazione di una normativa. Ma se tu la normativa non la guardi e vai avanti per consuetudine ti ritrovi poi nello stato in cui ci siamo trovati adesso. È chiaro che se vengono poi a sbirciare, ti sciolgono per infiltrazioni. Io mi auguro che non succeda più ma è la seconda volta in 30 anni».

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