La candidata del M5S: «Contro il degrado bisogna innescare un circolo virtuoso»
Bella, ricca di storia ma anche di problemi. Torre Annunziata affronta la prossima tornata elettorale, dell’8 e 9 giugno, con la speranza che dopo decenni una nuova amministrazione comunale sia in grado di dare la tanto agognata svolta. Ma i punti critici a Oplonti sono tanti. Nel primo anno sarà importante «ripristinare la legalità, la sicurezza e il decoro alla città. Questi sono i punti urgenti e fondamentali» afferma Mariantonietta Zeppetella Del Sesto, candidata sindaco per il M5S, a ilSud24.it.
Indice Articolo
«Non a caso – spiega -, abbiamo presentato un patto per la legalità. Abbiamo chiesto che in un’eventuale coalizione, prima ancora di iniziare la corsa elettorale, non ci fossero presenti nelle liste persone che anche in modo marginale avessero avuto contatti o fossero in contatto, o fossero se stesse citate nel decreto di scioglimento per infiltrazioni camorristiche. Come si saprà, le liste con cui abbiamo avuto contatto non hanno voluto accettare questo punto importante e così come non hanno voluto accettare il punto del cosiddetto ogni due candidati un assessore, che poi è l’origine di quella fluidità della compagine sociale di cui si parla appunto nel decreto di scioglimento del Comune».
Ma Torre Annunziata, purtroppo, ha dovuto fare spesso i conti con la mala politica. Le passate amministrazioni non sono state in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini.
Il ripristino della legalità
Secondo la dirigente scolastica è necessario partire da «un programma che non è calato dall’alto, ma che è il risultato delle richieste accumulate nel tempo dei cittadini, tenendo conto delle loro richieste. Noi ogni settimana facciamo dei gazebo, che non sono finalizzati soltanto al dato elettorale, ma sono invece la raccolta delle richieste e dei problemi che i cittadini intendono presentare. In un video, in streaming, abbiamo letto alcuni dei messaggi e teniamo conto di queste loro. Ripristinare la legalità significa che se un domani ci sarà data la possibilità, assicureremo agli elettori che quest’attenzione e quest’ascolto ci sarà sempre, sia mediante un ufficio preposto, sia mediante l’incontro continuo con le associazioni».
«Mi piacerebbe che la città fosse divisa in quartieri e che ogni quartiere avesse un rappresentante che si facesse portavoce di quelle che sono le problematiche della sua zona. Quindi interfacciandosi con gli elettori e facendo sì che possano controllare il lavoro che viene svolto. Ci consentirebbe anche di capire se stiamo andando nella direzione giusta».
La macchina comunale però sembra bloccata
C’è una grande carenza di personale in vari ambiti. Per esempio nella polizia municipale dove ci sarebbe bisogno di assumere. Un problema da risolvere assolutamente per la candidata: «I commissari – dice – hanno fatto uno splendido lavoro, sono andati ben oltre quelli che erano i punti urgenti da affrontare dopo il decreto di scioglimento e hanno cercato di dare anche impulso alla città. Non so se ha seguito il bellissimo concorso di architettura internazionale, per il Moderno. Sono stati avviati appalti, si è messo a posto il bilancio, però si sono fatti anche dei concorsi per assumere personale. Purtroppo i pensionamenti sono stati quasi superiori come numero a quello delle persone assunte. Sono già previsti, dal piano dei commissari, l’assunzione di nuovo personale e naturalmente sarà fatto».
L’intenzione, se riuscirà a diventare sindaco è di cambiare «anche un poco la fisionomia per certi aspetti degli uffici, è necessario che ci siano degli uffici specializzati. La cosa che mi sta maggiormente a cuore è creare un ufficio di piano, se lo vogliamo chiamare così, che è addetto soltanto a intercettare tutti i piani di coesione europei, PNRR, piani regionali, nazionali, di qualsiasi genere, per dare impulso alla città, per fare nuovi progetti. Un ufficio che sia in grado, con professionalità adeguata, di presentarli questi progetti e di avere accesso a questi finanziamenti».
I finanziamenti istituzionali
In passato, nonostante tutti lamentassero i pochi soldi, però non si è mai fatto ricorso alle tante forme di finanziamento istituzionali che pur ci sono. «Tra quei pochi che sarebbero da subito accessibili, ci sono i bellissimi 550 milioni messi a bando dall’Europa per quanto riguarda sia la transizione ecologica che la transizione digitale, che tra l’altro sono due cose importanti in questo momento a Torre. Il Movimento 5 Stelle si è sempre battuto per l’ambiente, ha sempre parlato di ecologia e avere una città 4.0, che è uno dei programmi della transizione digitale europea, sarebbe veramente un grande vanto per Torre Annunziata».
«Oggi abbiamo capito che uno dei modi per rendere le città migliori, per avere accesso a una serie di progetti che possano aiutare la crescita da tutti i punti di vista, è appunto riuscire ad avere la capacità di accedere a questi fondi con dei progetti naturalmente adeguati».
Persone preparate
Ma prima, sostiene Zeppetella, non c’erano persone preparate. «Quando vengono scelti come assessori o come persone addette al reclutamento di nuovo personale e ci si basa su concezioni clientelari oppure su trasformismo di partito, può essere solo questo il risultato. Nella realtà per fare questi progetti io come dirigente scolastica ho dovuto presentare numerosissimi progetti come PON e tanti come scuola ne abbiamo avuti. È naturalmente venire a conoscenza di un Pon, faccio un esempio, di un PNRR, già è un passo avanti. Molti non li conoscono nemmeno, e il nostro Comune in passato si è fatto passare davanti agli occhi numerosissimi treni, ma una volta conosciuto il tipo di progetto, ci vuole personale altamente qualificato».
La «transizione ecologica, nonché la transizione digitale, possono essere interpretate come degli incubatori di start up. Tanti giovani potrebbero creare piccole società importantissime. Ma ci vuole personale altamente specializzato, capace. Non è facile fare questi progetti in modo che abbia un punteggio adeguato per poter essere tenuto in considerazione».
«Per questo gli uffici più importanti per me sono due, il primo è l’ufficio di piano, cioè quello che alla fine dei conti fa solo quello, lo deve fare bene e bisogna dimostrare nel tempo che si sta lavorando. Cioè se trascorso un mese, trascorsi due mesi, trascorsi tre mesi non ci sono risultati, se i piani che vengono presentati non vengono accolti, le persone non possono più fare questo tipo di lavoro, non esistono deleghe ad libitum o professionisti che possono essere assoldati per sempre, in eterno, al di là dei risultati che producono, credo. Quindi anche attraverso il controllo».
L’ascolto dei cittadini
L’altro «ufficio importante è quello di ascolto dei cittadini perché dà a un Comune anche la percezione di dove sta andando e in che modo sta soddisfacendo i bisogni dei cittadini. Partiamo dal presupposto che siamo l’espressione dei cittadini, per esprimere la loro volontà. È ovvio che dobbiamo tenere in conto le loro considerazioni».
«Poi io spero si metta in atto un circolo virtuoso, dialogando con la scuola, con gli imprenditori, i centri per l’impiego, con tutte le forze in campo, con chi rappresenta i quartieri, si ha la possibilità anche di far nascere delle piccole attività che alla fine dei conti porterebbero comunque fondi al Comune. Se ci sarà data la possibilità di amministrare, per le piccole attività vorremmo praticare una decontribuzione dei contributi comunali, aiutarli a partire perché poi significa avere tante attività commerciali, significa anche un guadagno per Palazzo Criscuolo nel periodo immediatamente successivo».
Le opere pubbliche
A Torre spesso le opere pubbliche vengono iniziate ma mai completate. Come fare affinché queste situazioni non si ripetano?
«Io credo che bisogna operare ex antem e in itinere. Ex ante in quanto i lavori vanno assegnati seriamente. Diciamo la verità, io come dirigente scolastico ho visto affidare appalti senza criterio e nessuno veniva a controllare. Togliendo il fatto che venivano fatti male, ma anche dopo le segnalazioni da parte del dirigente scolastico, che dovrebbe essere un campanello d’allarme, nessuno veniva a controllare».
«E la volta successiva, nonostante la denuncia per iscritto e per PEC, che il lavoro era stato fatto male, che il problema non era stato risolto, l’anno successivo vedevi che venivano a mettere l’asfalto le stesse persone che erano venute l’anno precedente. Se questo è il sistema, è chiaramente un sistema corrotto. D’altronde non è un caso che il dirigente dell’ufficio tecnico è stato imputato di corruzione per quanto riguarda poi proprio, tra l’altro, la scuola».
I contratti capestro
«Quindi se gli appalti vengono affidati con questo criterio, ma come ci possiamo aspettare che i lavori arrivino da qualche parte? È un modo per far circolare danaro nelle tasche poi tra l’altro di persone legate ad ambienti malavitosi o comunque a persone che non sono corrette dal punto di vista imprenditoriale. Bisogna creare e fare dei capitolati d’appalto che tutelino i cittadini».
«Ma com’è possibile siano stati affidati dei lavori o dei servizi in maniera veramente nefasta, a persone che prendono solo soldi e non fanno niente. Sono stati fatti contratti capestro, con una durata di 30 anni, dando a delle persone, a delle aziende la possibilità di guadagnare indebitamente somme enormi senza che la cittadinanza ne avesse un effettivo guadagno. Servono bandi consentano all’amministrazione di controllare e di tornare indietro seriamente se le cose non vanno così come erano state prospettate».
Controlli, controlli, controlli
«In itinere, perché per quanto il progetto possa essere meraviglioso e possa sembrare tutto perfetto, è soltanto dal controllo continuo delle fasi che si può avere un effettivo riscontro che il lavoro stia procedendo bene e che possa giungere a compimento. Se invece viene lasciato là dove è, perché magari era già intenzione al momento dell’appalto che finisse così oppure perché si spera di avere degli altri soldi, perché sappiamo quali sono i motivi per cui vengono fermati improvvisamente questi lavori, non si arriverà mai a conclusione. La corruzione ha fatto sì che non si potesse realizzare nessuna delle cose. Ma niente può essere fatto con questi criteri, con queste modalità».
La scuola
Gli edifici scolastici sono in pessime condizioni, bisognerebbe inoltre migliorare il livello di scolarizzazione dei ragazzi. «Questo è un punto chiaramente che mi è particolarmente caro, un poco perché sono stata sulle “barricate”, se vogliamo dire così da questo punto di vista, anche perché i miei plessi erano nelle periferie di Torre Annunziata. Ma non è che nella Torre cosiddetta Nord la situazione sia poi tanto migliore. Il problema prima di tutto è vedere il breve, il medio e il lungo termine. Nel breve termine prima di tutto vanno fatti i lavori per far sì che a settembre i ragazzi entrino almeno in scuole sicure e igienicamente accettabili. Ma poi bisogna tendere a una scuola completamente diversa. Che sia capace di accogliere i ragazzi anche il pomeriggio. Specialmente in alcuni quartieri la scuola deve avere palestre, centri e attività sportive di vario genere».
L’amministrazione «deve aiutare le scuole affinché si possano creare questi spazi per far sì che i ragazzi rimangano a scuola interessati e non per strada, dove diventano facili bersagli di scelte malavitose. Questo per quanto riguarda la scuola del primo grado, per quanto riguarda il secondo grado va fatta un’attività concordata. Mediante il dialogo, un’attività di orientamento dei giovani attraverso il rapporto continuo, la sinergia con le associazioni, con gli imprenditori, cercando di dare loro delle opportunità».
Il Comune «si può fare per esempio anche promotore di work camp. È importante per dei ragazzi, che vivono in una determinata realtà, vedere come si vive in altri luoghi dell’Europa, si vedono cose di cui ci si innamora a volte e si cerca, ritornando nel proprio paese, di adottarle come metodi di vita. Poi vorremmo creare un palazzetto dello sport polivalente dove ci sono skateboard, pallavolo, pallacanestro. Insomma dare ai ragazzi, e non soltanto ai ragazzi, anche alle persone anziane, anche agli adulti in generale, dare la possibilità di fare attività all’aria aperta, creare una realtà nella quale sia bello vivere. Innalzare la qualità della vita, insomma».
Il degrado
Ma una grande fetta del territorio, come il centro storico, è in condizioni di degrado. «Quell’area si può recuperare in vario modo. Prima di tutto parliamo del Quadrilatero delle Carceri, va fatto un’opera di risanamento impossibile da rimandare. Poi bisogna pensare alla destinazione, si potrebbe pensare a un albergo diffuso, dei parchi. L’abbattimento di Palazzo Fienga ci dovrà essere. La zona potrebbe diventare un hub che consenta il collegamento tra i vari siti archeologici anche delle città limitrofe, che consenta a questi paesi di arrivare al mare».
E ancora «far ripartire un mercato ittico, fare del porto non solo il porticciolo turistico, ma anche renderlo piacevole anche alla vista, mediante un water front, togliere l’interruzione del lungomare che c’è creando un ponte girevole all’altezza della Darsena, come l’ex Aprea Ferretti. Un unico lungomare, un percorso ciclopedonale piacevole per i cittadini e per i turisti. Bisogna creare infrastrutture che portano soldi perché è bello aprire dei bar, dei luoghi dove è possibile mangiare, aprire le arcate borboniche, creare tanti piccoli negozietti tipici che poi piacciono tanto ai turisti. Tornare alla tradizione e riproporla con una chiave imprenditoriale però nuova, con una gestione che sia attenta a quelle che sono le nuove esigenze dei turisti. Porterebbero denaro, riqualificherebbe tutti i quartieri».
Il rione Provolera
«C’è già stata un’attività del genere, per esempio nel rione Provolera, dove le donne della zona, che una volta rappresentava un luogo di degrado, stanno cercando di abbellire questi vicoli con i murales, con decorazioni, migliorando la pulizia, il decoro. A un certo punto però sono costrette a fermarsi e hanno bisogno di un’amministrazione attenta, di supporto a queste iniziative dei cittadini. Il centro storico deve diventare poi effettivamente il centro di attrazione turistico collegato poi alla grande attrazione che sarebbero gli scavi archeologici. Non dobbiamo dimenticare che questi quartieri sono vicini agli scavi, premere affinché venga aperta la villa B, creare un passaggio tra Villa A e Villa B, ancora una passeggiata archeologica che consenta di passare da Oplontis a Villa Regina o Boscoreale o Villa dei Misteri».
L’accoglienza dei turisti
«Far sì che attorno a queste attrazioni ci sia una zona in grado di accogliere i turisti, perché attualmente non è così. Non solo attraverso una segnaletica adeguata, attraverso centri che possano accogliere i visitatori e indirizzarli, ma anche con un parcheggio, perché uno dei problemi fondamentali è anche questo, che potrebbe essere creato, per esempio, nella zona di Via Margherita di Savoia fino alla Circumvallazione. Cioè fare il decoro di tutta la zona afferente agli scavi. Tra l’altro c’è una cosa che per adesso è impossibile perché lo Spolettificio appartiene a un ministero, è una zona militare, motivo per il quale non è possibile aprire, ma là c’è un passaggio che collega proprio il quartiere Provolera agli Scavi. Se passasse ad altro ministero forse sarebbe anche percorribile».
Però per quella area il Ministero della Cultura, ha già stanziato 40milioni e tramite l’Agenzia del Demanio, sta effettuando dei lavori per rendere fruibile lo Spolettificio per creare un museo, per far emergere nuovi scavi, laboratori per il restauro dei reperti e per la formazione di restauratori. Ed è anche già previsto la riapertura del passaggio tra la Provolera e gli scavi. Ora spetterebbe al Comune fare in modo che quello che si sta creando non sia un’oasi nel deserto.
«Assolutamente sì e se si aprisse anche il passaggio naturalmente questo favorirebbe ancora di più il centro storico. Il rione Provolera già sta facendo di suo tante cose e naturalmente con il supporto dell’amministrazione potrebbe creare proprio una zona tipica di accoglienza con bed and breakfast, guest house. Tra l’altro i turisti, specialmente del nord Europa, amano questo tipo di napoletanità per così dire. Quei pochi che vengono mi hanno raccontato che sono soddisfatti».
Il decoro e il circolo virtuso
«E naturalmente tutta la città si deve “vestire bene”. Un po’ per volta con l’aiuto dei cittadini, anche con investimenti privati. Quando si mette in moto un circolo virtuoso, cercando come abbiamo detto tutti i fondi possibili, sono anche i cittadini stessi che a investire con una maggiore sicurezza».
«Se ci sono impianti di videosorveglianza, se hanno la certezza che c’è il controllo, se la viabilità viene migliorata, se ci sono i parcheggi, con una città più accessibile, il cittadino che vuole investire per una piccola attività, sapendo magari di avere agevolazioni sui contributi comunali, che avrà un Comune che cercherà di essere dalla sua parte, sarà invogliato. Questo è il circolo che deve mettere in moto un meccanismo virtuoso e che spesso noi abbiamo visto nella storia di tante città europee. Ed è quello che mi piacerebbe partisse anche a Torre Annunziata»