Qatargate, la famiglia Panzeri chiede il dissequestro dei conti correnti

di Fabio Maresca

Investigatori belgi a Milano nei prossimi giorni

I giudici del Riesame di Bergamo si sono riservati, al termine della breve udienza a porte chiuse, sul sequestro preventivo – decretato lo scorso 23 dicembre dal gip – dei conti intestati alla famiglia Panzeri arrestata nell’inchiesta belga ribattezzata “Qatargate”.

Sul conto dell’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri e della moglie Maria Dolores Colleoni sono stati sequestrati circa 40mila euro, 200mila euro invece sul conto della figlia Silvia. In particolare, «nella discussione tecnica – spiegano i difensori Angelo De Riso e Nicola Colli – abbiamo insistito sulla richiesta di nullità dell’ordinanza del gip. Per noi esistono vizi formali nel certificato di congelamento firmato dal Belgio. Il certificato, a nostro avviso, non è completo in alcuni punti, doveva essere in realtà documentato ossia il giudice doveva chiedere un’integrazione che non c’è stata». I giudici decideranno sul sequestro nei prossimi giorni.

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La richiesta di “congelamento” arrivata da Bruxelles ha riguardato complessivamente sei conti correnti, oltre ai due intestati alla famiglia Panzeri, ci sono quelli all’ex segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati Luca Visentini e a Francesco Giorgi, ex collaboratore dell’ex eurodeputato arrestato. Per la difesa della famiglia Panzeri – su cui pende l’accusa di corruzione -, la richiesta di sequestro preventivo necessita di un’integrazione che il gip di Bergamo non avrebbe fatto, rendendo quindi necessario chiedere la nullità dell’ordinanza. Un cavillo tecnico su cui dovrà pronunciarsi il Riesame.

Dopo la decisione dei giudici di Brescia di lasciare ai domiciliari Silvia Panzeri, la difesa attende ancora di capire qual è il destino delle due donne, oggi assenti in aula. Su Maria Dolores Colleoni (anche lei ai domiciliari) pende un’udienza in Cassazione che potrebbe confermare la consegna già decisa dai giudici della corte d’appello di Brescia, mentre per Silvia Panzeri l’udienza di consegna – sempre a Brescia – è in agenda il prossimo 16 gennaio.

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Copie forensi dei dispositivi informatici

Intanto dovrebbero arrivare a Milano nei prossimi giorni, più probabilmente la prossima settimana, gli investigatori belgi che conducono l’indagine nota come ‘‘Qatargate’’, per lavorare assieme alla Gdf milanese ed effettuare le copie forensi dei dispositivi informatici, come pc e telefoni, sequestrati dalle Fiamme Gialle circa un mese fa su disposizione della Procura, che ha dato esecuzione ad un ordine di investigazione europeo firmato dai magistrati di Bruxelles.

La polizia giudiziaria della Gdf, infatti, tra l’11 e il 12 dicembre scorso si era presentata nella casa di Antonio Panzeri, l’ex eurodeputato arrestato nell’inchiesta belga, e della moglie a Calusco D’Adda (Bergamo), in quella ad Abbiategrasso (Milano) dei genitori dell’ex collaboratore Francesco Giorgi, compagno dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili (entrambi arrestati), e nell’ufficio di una commercialista nel Milanese.

Erano state anche sequestrate somme in contanti (17mila euro nella casa dei Panzeri e 20mila in quella di Giorgi). Gli investigatori belgi, quando arriveranno nel capoluogo lombardo, potranno effettuare assieme alla Gdf, coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale, le copie dei dispositivi per analizzare tutto il materiale informatico e anche acquisire documentazione utile per le indagini in corso in Belgio, in cui si ipotizza il versamento di tangenti per favorire gli interessi di Qatar e Marocco all’Europarlamento.

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