Letta e co. prendono a «sberle» il Pd campano. De Luca dovrà «sopportare» Speranza e Franceschini

di Mauro Della Corte

In Campania candidati in posizioni sicure un potentino, un ferrarese e una milanese

Che tra Vincenzo De Luca e i vertici nazionali del Partito Democratico non scorresse buon sangue ormai è cosa arcinota. Ma che dal Nazareno arrivassero colpi da «ko» per il presidente della Regione Campania non era scontato. Eppure dalla compilazione delle liste è emerso che l’occupante di Palazzo Santa Lucia deve essere proprio diventato indigesto ai dem capitolini. Ma non solo De Luca, anche i politici locali.

Alle elezioni politiche del 25 settembre, infatti, l’unico campano in buona posizione nelle liste proporzionali e nei collegi uninominali per essere eletto risulta essere il segretario metropolitano di Napoli Marco Sarracino (molto vicino all’ex ministro Andrea Orlando) che è capolista nel collegio Napoli 2 della Camera.

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Le altre posizioni «buone» sono occupate invece da esponenti di spicco nazionali catapultati da Letta e co. in Campania per consentirgli una facile e sicura elezione. Come il ministro della Salute Roberto Speranza che sarà candidato nel collegio proporzionale Napoli 1, seguito dalla consigliera regionale Loredana Raia e il campione delle preferenze Lello Topo la cui elezione non è del tutto scontata vista la posizione nel listino.

Catapultato a Napoli, per assicurargli l’elezione, anche il ministro della Cultura Dario Franceschini che guiderà la lista Dem al Senato nel collegio Campania 1 davanti agli uscenti Valeria Valente e Vincenzo Amendola. Ancora più sbalorditiva la decisione di piazzare capolista in Campania 2 l’ex segretaria della Cgil Susanna Camusso.

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Uno smacco per il dominus del Pd campano e per i dirigenti locali

Un vero e proprio schiaffo per il dominus del Pd locale Vincenzo De Luca e per i dirigenti campani visto che dal Nazareno hanno preferito «piombare» dall’alto con tre personaggi che con la nostra regione non hanno mai avuto a che fare, nemmeno per la nascita. Roberto Speranza, infatti, è originario di Potenza mentre Dario Franceschini è nato a Ferrara, in Emilia Romagna. Il «carico da 90» però lo mette la sindacalista che ha addirittura natali milanesi. Scelte che preannunciano, anche per il prossimo quinquennio, una scarsa attenzione del partito per Napoli e per il Mezzogiorno.

A De Luca non rimane che «ingoiare il rospo». Il presidente della Regione Campania, infatti, è riuscito ad assicurare un collegio solo a suo figlio Piero che correrà capolista nel collegio Avellino-Salerno. In compenso, lo sceriffo salernitano dovrà sorbirsi il tanto «odiato» Roberto Speranza che negli ultimi anni ha pesantemente criticato per la gestione della Sanità e della pandemia. «Il ministero della Salute – ha detto qualche giorno fa il governatore – non esiste.

Tra il ministero della Salute e la realtà concreta c’è lo stesso rapporto che esiste tra una cartomante e l’astrofisica». Particolarmente indigesto per lui anche la presenza del ministro Franceschini con cui più volte ha dato vita ad aspre diatribe a causa della Cultura e del Teatro San Carlo di Napoli. Come reagirà ora il presidente campano?

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Intanto serpeggia il malcontento negli altri dirigenti e parlamentari uscenti, Lello Topo, secondo i bene informati, sarebbe pensando seriamente di rinunciare alla candidatura e il malcontento serpeggerebbe anche nel sottosegretario agli affari Ue Enzo Amendola, che non vede di buon occhio la terza posizione che non gli assicurerebbe la certezza di essere eletto al 100%. Già ufficiali, invece, le rinunce di Federico Conte e Camilla Sgambato. Rinunce che potrebbero moltiplicarsi nelle prossime ore.

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