La montagna ha partorito il topolino. Intervento da 4 miliardi contro il caro bollette. Sprecati, serve più coraggio

di Fabio Maresca

Nessun intervento sugli extra-profitti delle aziende energetiche

Nessun decreto shock contro il caro bollette ma solo un mini intervento da 4 miliardi, senza fare nessuno scostamento di bilancio. Sembra essere questo l’intento del governo dopo la riunione di ieri del premier Mario Draghi con i ministri dell’Economia Daniele Franco, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Un miliardo e mezzo di euro verrà recuperato ricorrendo ai proventi delle aste di CO2 e con la cartolarizzazione di alcuni oneri di sistema che valgono 2,5 miliardi.

Poco, troppo poco, per far fronte al forte incremento dei costi dell’energia che nel 2022 rischia di mandare ko imprese e famiglie. Eppure da un primo ministro «salvatore della Patria» ci saremmo aspettati di più. Non ci sarà, inoltre nessun intervento sugli extra-profitti delle aziende energetiche. Scontenta Confindustria secondo cui «non è possibile rinviare le decisioni, serve un atto di coraggio. Serve agire in fretta come hanno già fatto i governi di Francia e Germania. La situazione è drammatica».

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I presidenti di Confartigianato, Cna e Casartigiani hanno inviato una lettera al ministro Giorgetti in cui ribadiscono preoccupazioni, proposte e specificità di pmi e artigiani, considerando «necessario che anche il mondo della piccola impresa partecipi al confronto in atto». Confcommercio parla di rincari pari al 76% per il terziario, per un totale di 20 miliardi.

Alleanza delle Cooperative, stima «un aumento di oltre 80 miliardi» per la bolletta 2022 di famiglie e imprese, e auspica di poter «rappresentare al meglio le proprie proposte» al Governo, «ad un tavolo interministeriale». Sul fronte delle pmi, come sottolinea Confartigianato, c’è da sciogliere «l’assurdo meccanismo ‘meno consumi, più paghi’: i piccoli imprenditori sono penalizzati da una distribuzione iniqua» degli oneri parafiscali «che finanziano per il 49%, 4,7 miliardi di euro».

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Salvini insiste: «Servono almeno 30 miliardi»

Sul fronte politico la Lega pressa il suo Governo. Matteo Salvini ringrazia «il ministro Giorgetti che ha convocato la riunione» e dice che «è necessario che il governo intervenga al più presto, servono almeno 30 miliardi».«È auspicabile l’apertura di un tavolo anche a Palazzo Chigi – aggiunge – Famiglie, artigiani e imprese hanno bisogno di risposte rapide».

Zucconi: «Evitare che decine di migliaia di imprenditori chiudano

Chiede ristori il deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo Zucconi. «Sono sempre più numerose le aziende in difficoltà per le continue restrizioni imposte dal governo» afferma. «Mentre aumentano a dismisura le bollette di luce e gas – aggiunge -, per loro non vi è a disposizione alcun tipo di ristoro, essendo terminato il credito d’imposta sugli affitti, la cassa integrazione covid e gli esoneri IMU, misure di supporto a fronte di un lookdown mascherato. Nelle partita di giro che vede le aziende produrre ricavi e pagare le tasse, è interesse dello Stato evitare che decine di migliaia di imprenditori chiudano e licenzino perché di conseguenza l’erario non potrà più contare su questi introiti».

«Alla luce della risposta positiva del ministro Garavaglia alla nostra interrogazione con cui chiedevamo quali misure fossero previste a sostegno del settore, ci aspettiamo un impegno concreto, da inserire nel Dl Milleproroghe o già nel Consiglio dei Ministri di domani, per ristorare adeguatamente le troppe imprese in crisi» conclude.

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