Conte convoca i partiti di governo sul Recovery Plan, ma Italia Viva non ci sta: «Fiducia non c’è più»

Giuseppe Conte nella settimana in cui la manovra finanziaria dovrebbe finalmente avere il via libera dell’Aula di Montecitorio e mentre arriva la notizia che in Gran Bretagna, ma purtroppo anche in Europa, circola una nuova variante del virus Covid-19, decide di spingere sull’acceleratore del Recovery Plan convocando una doppia riunione.

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Oggi alle 15.30 Pd e M5S e domani Italia Viva e Leu, al fine di quadrare il cerchio e cercare di mettere all’angolo chi ormai sembra aver avviato il conto alla rovescia al suo governo.

Tutto liscio? Non proprio perché poco dopo la comunicazione di Palazzo Chigi da fonti renziani arriva la doccia fredda: «A noi nessuno ha detto niente. Se il cambio di metodo che chiedevamo è che dobbiamo apprendere la convocazione delle riunioni dagli sms di Casalino alle agenzie significa che a Chigi non hanno capito cosa stanno rischiando».

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Conte convoca per oggi e domani i partiti della maggioranza sul Recovery Plan

Ma nella cronaca del confronto a distanza tra Conte e Renzi arriva poco dopo la risposta di Palazzo Chigi: «Il presidente del Consiglio ha sentito gli esponenti di tutta la coalizione, M5s, Pd, Iv e Leu, prima di ufficializzare con una nota il prossimo giro di consultazioni. Per Italia Viva – spiegano rispondendo ad una domanda al riguardo – il premier ha parlato con la capodelegazione Teresa Bellanova».

Rosato: «Fiducia non c’è più, sciupata da Conte»

Ettore Rosato

Come nel classico gioco dell’Oca si torna quindi nuovamente al Via, o sarebbe meglio dire da dove si era partiti e cioè dalla mattina di ieri quando Ettore Rosato dai microfoni di Sky si inventa l’intervista della domenica: «Ad oggi non c’è più la fiducia tra la maggioranza e il premier. Il premier l’ha sciupata. Bisogna ricostruirla. Questo problema o lo risolve il premier o per noi questo governo è finito».

Posizione netta che però non riscontra il favore degli altri alleati di maggioranza, a partire dal Pd che con il vicecapogruppo alla Camera, Michele Bordo, spiega: «Rosato parli a nome di Italia Viva, che rappresenta il 2 per cento degli italiani. Per il Pd, che è invece cresciuto in questi mesi e che loro volevano distruggere, parliamo noi. I renziani non provino a scaricare le loro difficoltà sulle altre forze della maggioranza. Per quanto ci riguarda, ribadiamo che in questo momento non serve una crisi ma un patto di legislatura che permetta di rilanciare l’azione di governo. Il Pd continuerà a lavorare per rafforzare e dare una prospettiva politica a questa maggioranza rispetto alla quale non ci sono alternative».

Di Maio: «Folle mettere in discussione il presidente Conte»

Conte e Di Maio
Luigi Di Maio e Giuseppe Conte

Ed a sera anche il M5S si tira fuori da questo tiro al piccione, o meglio al Conte. A parlare è proprio Luigi Di Maio che dagli studi di Che tempo che fa ammonisce tutti: «In queste ore vista la situazione e adesso anche la complicazione della nuova variante del Covid, per me mettere in discussione il presidente Conte è veramente folle».

E continuando: «Detto questo se ci sono cose che non vanno nella maggioranza come abbiamo sempre fatto si deve discutere e trovare una soluzione, ma il prima possibile. Gli italiani non ci seguono, non vogliono vedere la politica che discute. Dobbiamo abbassare la tensione. Questo Paese ha bisogno di stabilità e efficacia nell’azione di governo».

La situazione, quindi, rimane agitata nella maggioranza e l’iniziativa di Conte più che rasserenare ha acuito lo scontro e il clima di tensione. E questo perché, come spiega la stessa Teresa Bellanova ministro e capodelegazione di Iv: «Dobbiamo dare una prospettiva al Paese. A gennaio attendiamo risposte soddisfacenti alle nostre domande». E sul Recovery fa capire che non è attraverso una convocazione a Palazzo Chigi che si può risolvere il tutto: «Abbiamo bisogno di discutere sulle questioni tecniche che abbiamo posto».

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In effetti la sensazione è che stavolta Renzi faccia sul serio e che in un certo senso una parte di establishment abbia abbandonato Conte al suo destino e che si attenda soltanto la conclusione dell’iter della manovra per avviare il redde rationem. Legge di bilancio che ieri sera ha finito il suo esame in Commissione e che da domani sarà all’esame dell’Aula di Montecitorio per il voto finale, chiaramente con fiducia, previsto probabilmente per la giornata di mercoledì 23. Poi dopo Natale e prima di Capodanno ci sarà il passaggio al Senato.

Gualtieri e Conte
Gualtieri e Conte

Una manovra in un certo senso anomala visto l’enorme ritardo con il quale è approdata in Aula e che sarà approvata soltanto qualche giorno prima del baratro dell’esercizio di bilancio. In effetti quest’anno complici le preoccupazioni della pandemia e le polemiche per le nuove chiusure i ritardi della manovra sono passati in secondo piano, così come anche le misure in essa contenuta. Questo anche perché si guarda già al dl Ristori 5 ed a tutte quelle misure da varare grazie all’ennesimo scostamento di bilancio votato settimane fa. Misure che dovranno servire a sostenere la crisi economica di interi settori dopo le chiusure forzate avviate negli ultimi giorni.

Gualtieri: «Nella manovra tra novità risorse per piano vaccinazione»

Ciò nonostante il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri elogia il lavoro fatto sulla legge di Bilancio, parlando di «molti miglioramenti apportati alla Manovra, che ne rafforzano l’ispirazione e l’orientamento alla crescita, all’occupazione, all’innovazione, alla sostenibilità ambientale e all’equità e alla coesione sociale». Tra le novità, evidenzia Gualtieri «le risorse per l’attuazione del piano di vaccinazioni anticovid: 650 milioni per assumere 3.000 medici e 12.000 infermieri per effettuare la più grande campagna vaccinale di tutti i tempi, a cui potranno partecipare anche i medici specializzandi fin dal primo anno».

Gualtieri: «Più tutele a lavoratori autonomi che non le hanno mai avute»

Altro punto le maggiori tutele per i lavoratori autonomi con «lo stanziamento iniziale di un miliardo di euro nel 2021, l’esonero al pagamento dei contributi previdenziali per partite Iva e professionisti, con l’esclusione dei redditi più alti, che hanno subito perdite». E passa anche l’allungamento del superbonus al 110 per cento, su cui si era impuntato il M5S, che «viene prorogato fino al 31 dicembre 2022, migliorato e semplificato ed esteso agli ascensori per l’abbattimento delle barriere architettoniche».

Infine, «per sostenere chi perde il lavoro i 500 milioni del fondo istituito in Legge di Bilancio sono destinati all’attuazione immediata dell’assegno di ricollocazione per i cassintegrati causa cessazione di attività e per i lavoratori in naspi da piu’ di 4 mesi, per pagare servizi di orientamento al lavoro e di formazione».

Lo sguardo ora è alla giornata di oggi e di domani per via degli incontri sul Recovery Plan, dove però questo non sarà che lo sfondo sul quale continueranno a muoversi, da un lato, il premier Giuseppe Conte e, dall’altro, Matteo Renzi. In un confronto che c’è da giurarci è soltanto agli inizi e che promette di arrivare fino all’anno nuovo. Sempre che la nuova variante britannica del Covid non sconvolga nuovamente l’agenda politica, come accadde un anno fa quando Renzi era sul punto di far cadere il ministro Bonafede. Della serie corsi e ricorsi.

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