Sulla Campania cala il sipario rosso ma la ‘sceneggiata’ tra sindaco e governatore continua

Tanto tuonò che piovve. La Campania è zona rossa, insieme alla Toscana mentre Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche arancioni. Ieri sera, quasi verso le 23, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato l’ordinanza che segna l’istituzione delle nuove zone. Una scelta, come lui stesso ha spiegato su facebook, che comporta «ancora sacrifici, ma non c’è altra strada se vogliamo ridurre il numero dei decessi, limitare il contagio ed evitare una pressione insopportabile sulle nostre reti sanitarie. Ce la faremo. Ma è indispensabile il contributo di tutti».

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Si chiude in questo modo una settimana di polemiche, accuse, veleni incrociati che erano partiti da quando lo scorso Dpcm aveva collocato la Campania in fascia gialla. Una scelta che tutti avevano ritenuto incomprensibile alla luce delle immagini di caos e confusione che accompagnavano gli ospedali e i pronto soccorso campani. Da qui subito le accuse di dati truccati e di benevolenza del governo verso il governatore Vincenzo De Luca.

Alla fine però la zona rossa è arrivata. Quello che lo stesso De Luca chiedeva da oltre un mese e che, addirittura, aveva minacciato di attuare se il governo non fosse intervenuto. Minaccia sempre sventolata, mai ammainata però mai piantata in terra, e questo anche perché le prime misure severe a livello nazionale (coprifuoco e chiusure delle ristorazioni alle 18) erano state accompagnate da violente manifestazioni a Napoli con la micidiale confluenza di esponenti del mondo camorristico e del tifo violento.

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Tanto che si pensò che proprio la tenuta dell’ordine pubblico avesse giustificato l’esclusione di Napoli e della Campania dal ricorso a misure più dure. Questo fino a ieri, quando anche sulla Regione Campania è calato il sipario, chiaramente rosso, e adesso sarà lockdown.

De Luca attacca il sindaco De Magistris e il ministro Di Maio. Dalla Campania nessuna falsificazione dei dati

Vincenzo De Luca, governatore della Campania
Il governatore Vincenzo De Luca

A dar fuoco alle polveri era stato ieri già nel pomeriggio il governatore De Luca, che nel consueto appuntamento tv e radio per fare il punto della situazione era passato al contrattacco, rigettando sia l’accusa di aver falsificato i dati e sia di non aver finora fatto niente per contenere il virus. Senza citarli erano finiti nel vortice delle sue accuse i due Luigi: il primo, sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il secondo, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Ma anche il governo finiva nel mirino del governatore De Luca, al punto di giungere a chiederne la fine vista l’inaffidabilità degli alleati del M5S.

Non mancava nella sua dura requisitoria anche una buona dose di vittimismo, quando ha parlato della campagna di denigrazione in atto da settimane sui media che avrebbero focalizzato sui disservizi e le criticità campane ben più dell’effettiva realtà, sottacendo a sua volta quelle delle altre regioni non meno gravi, secondo De Luca.

Di Maio risponde a De Luca: «Sceneggiata napoletana. Campania paga suoi errori»

Di Maio - Coronavirus
Il ministro Luigi Di Maio

Parole durissime che non hanno mancato di trovare replica nelle dichiarazioni del ministro Di Maio che ha parlato di «sceneggiata napoletana» di De Luca e di una Campania che adesso paga gli errori del governatore. Da qui la richiesta a una maggiore umiltà e ad accettare l’aiuto dello Stato, a partire dall’arrivo dell’esercito con ospedali da campo e attrezzature che, peraltro, proprio in diretta lo stesso De Luca aveva poco prima rifiutato, continuando a sostenere che il problema è l’assenza di personale medico mai fornito dal governo centrale.

de Magistris: «Subito ristori economici. Cittadini non paghino mancanze sul piano sanitario»

Luigi de Magistris
Luigi De Magistris

Da par suo il sindaco di Napoli con un video su facebook, oltre ad essere stato il primo ad aver dato la notizia della zona rossa («Prima di pubblicare l’ordinanza ho voluto chiamare personalmente il ministro Speranza che mi ha notiziato che la Campania è zona rossa»), ha subito chiesto «ristori economici immediati perché la città non può pagare sulla propria pelle una zona rossa che, se ci fosse stato sul piano sanitario un lavoro diverso nei mesi successivi al lockdown, poteva essere evitata». Chiara la stoccata al governatore De Luca.

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Ma de Magistris ne ha anche per il governo, sottolineando che si sarebbe «aspettato che contestualmente alle restrizioni, il governo avesse previsto iniziative economiche forti per immettere liquidità nelle tasche di gente stremata, dato che emerge anche dalle proteste di oggi, e che dunque arrivasse un segnale che alleviasse un po’ le sofferenze sociali ed economiche in una città che è una polveriera. Rivolgo un appello al governo a non sottovalutare questo aspetto». Per fortuna per ora le proteste sono state poche e non significative (un centinaio di persone sotto il palazzo della Regione Campania a santa Lucia), ma è chiaro che l’allerta resta molto alta.

Appello a parte in tutta questa vicenda il continuo, e non sempre sotterraneo, scontro tra sindaco di Napoli e governatore della Campania ha senza dubbio frenato, se non ritardato, l’elaborazione e la messa in atto di un’efficace politica di contenimento alla diffusione dell’epidemia, che forse avrebbe permesso di evitare di ricorrere alla misura estrema del lockdown. Se più che cercare la vetrina e lo scontro chi guida la Campania e Napoli si fossero mossi con unità di intenti forse si sarebbe potuta evitare la ‘sceneggiata napoletana’, come ha detto Di Maio, conclusasi poi con la zona rossa.

Antonio Iannone
Antonio Iannone

Iannone: «Macabra ballata di Conte, De Luca, Di Maio e De Magistris sulle spalle dei campani»

Pensiero condiviso anche dall’opposizione in Campania, dove il commissario regionale di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone ha parlato di «macabra ballata» di «Conte, De Luca, Di Maio e De Magistris». Per il senatore di FdI «per mesi hanno fatto gli spettatori non paganti nonostante le loro cariche istituzionali ed ora che la Campania sprofonda si accusano a vicenda nonostante la comune appartenenza di centrosinistra. Fratelli d’Italia per mesi ha lanciato l’allarme ed avanzato proposte, ma siamo rimasti sempre inascoltati».

Speranza: «Si inizia a vedere luce in fondo al tunnel». Indice RT sceso all’1,4

Sul fronte del governo, comunque, si inizia a sperare che la strategia di affrontare il virus per zone e non con misure nazionali possa funzionare. Proprio ieri sera al Tg1 il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha parlato di «luce in fondo al tunnel» dovuto al fatto che l’indice di contagio RT dall’1,7 è sceso all’1,4 anche se lo stesso Speranza ha chiarito che per essere soddisfatti bisognerà arrivare al di sotto dell’1 per cento.

Parole confermate dal report dell’Istituto Superiore di Sanità che spiega come sia il Molise l’unica Regione italiana classificata a rischio moderato, ma con probabilità alta di progressione a rischio Alto, mentre le restanti Regioni sono tutte classificate a rischio Alto. Ma a preoccupare sono le criticità sulle occupazioni dei vari ospedali e soprattutto l’ulteriore forte incremento dei casi, che ha portato l’incidenza negli ultimi 14 giorni a 648,33 per 100.000 abitanti contro 523,74 nel periodo precedente.

Tutto sommato, comunque, il report rileva che «l’epidemia seppur intensificandosi per gravità mostra una lieve riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente che, sebbene ancora molto elevata, potrebbe costituire un segnale precoce di impatto delle misure di mitigazione introdotte a livello nazionale e regionale dal 14 ottobre 2020». Senza dubbio il prossimo report sarà decisivo per capire se davvero le ultime misure decise avranno avuto un impatto positivo e che la strada imboccata sia quella giusta. Intanto, l’Italia da domenica sarà più rossa rispetto a una settimana prima. E speriamo che si fermi qui.

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