Ancora poche ore lavorative e, a meno di colpi di scena, la produzione di lavatrici presso lo stabilimento Whirlpool Napoli si fermerà. La vertenza fino a oggi non ha trovato nessuna soluzione e, belle parole di governo, regione e comune a parte, i lavoratori con il passare delle ore vedono avvicinarsi sempre più il baratro della chiusura della fabbrica di via Argine. Questa mattina l’azienda ha scritto ai dipendenti. Una lettera che sembra più una beffa che altro.
«La Direzione di Whirlpool Emea S.p.A. comunica la cessazione di tutte le attività produttive presso lo stabilimento di Napoli, con effetto alle ore 00:01 del 1° novembre 2020» afferma la multinazionale statunitense. «Da tale momento i dipendenti saranno esentati dal rendere la propria prestazione lavorativa presso il sito, fermo restando il mantenimento del rapporto di lavoro in essere – si legge nella missiva – con effetto dal 1° novembre, l’azienda pagherà la piena retribuzione ai dipendenti fino al 31 dicembre 2020 con riserva di ulteriori valutazioni successive a tale data».
Gli operai e tutti i lavoratori riceveranno lo stipendio per ancora due mesi, e poi? Cosa succederà? Due mensilità, tredicesima e liquidazione, secondo l’azienda, basteranno a liquidare la lunga storia dello stabilimento napoletano.
«L’accesso ai locali aziendali – prosegue la lettera della Whirlpool – sarà consentito soltanto previa richiesta scritta autorizzata dalla direzione, per i soli fini del legittimo esercizio dei diritti sindacali derivanti dal Ccnl o altre comprovate esigenze personali, e nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza vigenti. Qualsiasi accesso non autorizzato sarà perseguito a termini di legge» conclude la nota. Sperando che siano perseguiti a termini di legge anche chi ha sottoscritto un accordo solo due anni fa e non lo ha voluto rispettare.
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