Il Centrodestra prepara la campagna delle amministrative 2021. Ieri incontro Meloni-Salvini-Tajani

Inizia a prendere forma, o almeno il perimetro del campo dentro il quale fare le proprie scelte, il Centrodestra modello amministrative 2021. Si è tenuto, infatti, ieri l’incontro tra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani per iniziare a impostare le basi dell’alleanza di Centrodestra in vista delle scadenze elettorali del prossimo anno. In particolare, nel campo del Centrodestra si guarda alle sfide nelle grandi città che andranno al voto il prossimo anno: Roma, Napoli, Torino, Milano e Bologna.

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Parte da qui, quindi, il processo di riorganizzazione dell’alleanza di Centrodestra dopo i risultati in chiaroscuro delle Regionali e delle Amministrative, dove anziché dare la spallata definitiva al governo quest’ultimo ne è uscito rafforzato.

A dire il vero, la necessità di un confronto nel Centrodestra era risultata ben chiara già a 24 ore dal mancato ‘cappotto’ alle regionali, soltanto che si è attesa la conclusione dei ballottaggi delle Amministrative per vedersi e fare un’analisi del voto. Analisi che alcuni già avevano iniziato a fare chiusi nei propri direttivi. Come la Lega dove tra incontri più ampi o più ristretti, vedi quello tra Salvini e Giorgetti di qualche giorno fa, si è cercato di capire cosa non sia andato per il verso giusto. Da qui, ad esempio, la decisione di affiancare Matteo Salvini da una segreteria politica. Una prima mossa per arrestare la brusca frenata dei consensi.

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La Lega dalle Europee ha perso quasi il 10 per cento di consensi

Ed a questo incontro del Centrodestra i vari partiti sono arrivati con animo diverso. Come detto il clima all’interno della Lega non è dei migliori, consapevoli di aver imboccato un trend discendente dalla sconfitta nelle regionali dell’Emilia Romagna.

Uscita dal governo con consensi intorno al 34 per cento, la Lega adesso si trova a navigare almeno 10 punti sotto, senza considerare alcune zone del Sud dove proprio in queste regionali non è riuscita a raggiungere nemmeno la doppia cifra come in Campania impiantatasi a un magro 5 per cento.

Matteo Salvini a Catania per il processo Gregoretti
Matteo Salvini

Proprio il Sud misura l’arretramento ma anche l’arenarsi dell’operazione Lega Salvini premier, che da forza politica regionale ambisce a diventare partito nazionale. Un obiettivo, almeno per il momento, rimandato.

Qualcuno sussurra che il capitano ha perso il tocco magico. La verità è che il Covid ha sconquassato l’intero scenario politico e soprattutto ha imposto in maniera drammatica a tutti i soggetti politici di rimodulare la loro offerta politica. E’ qui che la Lega e il suo leader hanno faticato di più rispetto agli altri ad elaborare una linea politica che non fosse soltanto quella aggressiva del controllo sull’immigrazione o di ‘prima gli italiani’. Non è sbagliato, come qualcuno ripete, dire che Salvini è una delle vittime illustri, politicamente parlando, della pandemia.

Fratelli d’Italia ormai terzo partito d’Italia

Giorgia Meloni

Lo spiegano i dati e i flussi elettorali, che lo vedono costantemente in calo dall’abbattersi dell’epidemia fino ad oggi. Fa da contraltare Fratelli d’Italia che dalla crisi di governo ha scalato posizioni e cifre elettorali giungendo, secondo i sondaggi, a porsi come terzo partito d’Italia scavalcando gli stessi Cinquestelle. Un risultato frutto di una maggiore capacità di modulare e articolare la sua proposta politica sul mutato scenario politico.

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Infine, Forza Italia che come il suo leader assiste al suo decadimento, o sarebbe meglio dire consunzione, frutto di una classe dirigente che non ha avuto la capacità di rinnovarsi.

Centrodestra: «Coinvolgere i territori per trovare candidati di alto livello, anche al di fuori dal mondo della politica»

E così si arriva all’incontro di ieri dal quale esce chiara e forte la considerazione che bisogna andare oltre le logiche che hanno finora guidato le scelte dei candidati: «Non si è parlato di nomi, ma di metodo: saranno coinvolti i territori per trovare candidati di alto livello, anche al di fuori dal mondo della politica. I profili migliori saranno portati al tavolo nazionale che deciderà su capoluoghi di Regione e di Provincia e sulle presidenze dei Municipi delle grandi città».

E Matteo Salvini: «Allargare coinvolgere, ascoltare, ci rivediamo la prossima settimana. Le città che andranno al voto sono amministrate male dal Pd o M5, l’obiettivo che noi ci prefissiamo è quello di allargare e includere senza preclusione anche alla possibilità di candidature senza tessera di partito ma di area alternativa alla sinistra. Si tratta di una battaglia ancora più stimolante».

La presa d’atto che la classe dirigente non si costruisce chiedendo la tessera di partito, ma piuttosto coinvolgendo le persone attraverso programmi, progetti ed idee. Quello che finora era mancato anche perché convinti che bastasse il tocco del capitano. Ma ora che non c’è più questo diventa chiaro che è necessario guardare ai contenuti.

A rimanere fuori la porta dell’incontro Giovanni Toti che insieme a Mara Carfagna, l’altro ieri si sono visti a Roma con una decina die deputati, stanno cercando di mettere su un partito liberal democratico che occupi lo spazio politico lasciato progressivamente da Forza Italia. Un’esclusione mal digerita dalle parti del governatore ligure al punto che un drappello di suoi deputati in maniera piccata ha detto che «se in questo percorso non saranno coinvolti tutti, ci considereremo liberi di schierare nostri candidati o di appoggiare i nomi che riterremo più coerenti con i nostri valori e con le esigenze dei territori. Il Centrodestra ad escludendum non è il nostro Centrodestra».

Della serie, non c’è pace in questo Centrodestra.

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