Processo disciplinare a Palamara, il pg della Cassazione chiede l’espulsione dalla magistratura

La procura generale della Cassazione, ha chiesto per Luca Palamara la sanzione più grave prevista: la rimozione dall’ordine giudiziario. A formularla il rappresentate dell’accusa, l’avvocato generale Pietro Gaeta, nella sua requisitoria durante l’udienza al processo disciplinare del Csm.

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Secondo la procura ha messo in atto «condotte molteplici e plurioffensive» ed è stato «organizzatore e sceneggiatore della strategia» nella quale ha avuto un «ruolo primario».  Per l’avvocato generale, Palamara «non ha fornito elementi idonei ad attenuare la gravità delle accuse» e «non ha interloquito con il suo giudice naturale».

«Almeno tre soggetti estranei alla funzione istituzionale, per interessi personali hanno pilotato e promosso la nomina del procuratore di Roma, dell’aggiunto e programmato quella di un atto ufficio giudiziario», ha detto Gaeta, ricostruendo quanto accaduto all’hotel Champagne di Roma. In quella riunione Palamara discusse di nomine con Cosimo Ferri e Luca Lotti e 5 ex togati del Csm.

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«Non si è trattato di una interlocuzione fisiologica né di una interlocuzione istituzionale tra magistrati e politici, né dell’interlocuzione tra componente togata e laica, prevista nel Csm», ha aggiunto. «Proprio perché esiste un perimetro previsto dalla Costituzione, questa riunione esorbita in maniera evidente da questo perimetro». Si tratta dunque, a giudizio dell’avvocato generale, di «un modello totalmente alterato» e l’incontro «si colloca fuori da qualsiasi schema legale».

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