Governo, Giorgia Meloni: «È finita la repubblica delle banane»

La premier e i leader del Centrodestra in Basilicata per lanciare la volata a Vito Bardi

«Diteci cosa pensate del lavoro di questo governo». Giorgia Meloni dà una dimensione nazionale al voto in Basilicata, la terz’ultima regione per popolazione, dove il centrodestra si aspetta uno «straordinario» risultato, secondo le previsioni scandite dai leader nel comizio finale a sostegno di Vito Bardi, il governatore a caccia della riconferma. Lui stesso pensa «di superare il 50%».

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Per festeggiare una vittoria lunedì, quando si chiuderanno le urne, il milanista Matteo Salvini si dice pronto a barattare una sconfitta della sua squadra che quella sera affronterà il derby contro l’Inter. Per raggiungere l’obiettivo la coalizione ha allargato il suo perimetro ad Azione. «La dimostrazione del buon governo di Bardi sta nelle molte liste che lo sostengono. I confini si allargano, il vero campo largo è il centrodestra», la tesi di Antonio Tajani, alla vigilia di un test anche verso le Europee, dove il leader di Forza Italia è pronto a candidarsi in quattro circoscrizioni.

Meloni dovrebbe correre in tutte, ma il nodo non è ufficialmente sciolto. La campagna è comunque già partita e si intreccia con quella dei vari appuntamenti elettorali locali, in un continuo confronto a distanza con il centrosinistra, con rimandi a una «Europa da cambiare». In un pomeriggio freddo e piovoso parlano Gianfranco Rotondi, Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi, poi tocca ai leader dei tre principali partiti della coalizione.

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Meloni: «Capitale mondiale delle fake news»

«È finita la repubblica delle banane», l’espressione rispolverata da quella di FdI per rivendicare il lavoro sulla sicurezza, sul «fisco amico» e per respingere quelle che considera «falsità spudorate» sul carcere per i giornalisti e la legge 194 sull’aborto: «Stiamo diventando la capitale mondiale delle fake news». «In un anno e mezzo questo governo ha prodotto molto di più di quanto governi della sinistra messi insieme con lo scotch hanno fatto in un’intera legislatura», la rivendicazione della premier, che dalla Basilicata si attende una verifica su «consenso e entusiasmo».

E da Potenza accusa i rivali di «simpatizzare più con chi aggredisce» le forze dell’ordine fuori dalle università che con gli agenti. O di strumentalizzare le polemiche sull’Autonomia. «Figuratevi se io, che credo nell’Italia unita più di ogni altra cosa, lascio mezza Italia indietro», alza la voce dal palco, sottolineando che la riforma dà al Mezzogiorno «la responsabilizzazione della sua classe dirigente, ed è qualcosa che serve».

Tajani: «Autonomia differenziata obiettivo equo anche per il Sud Italia»

«Stiamo lavorando – puntualizza però Tajani – perché l’Autonomia differenziata possa essere un obiettivo equo anche per il Sud Italia». Dal palco il leader di FI cita anche Silvio Berlusconi: «Bisogna aumentare le pensioni minime a mille euro, è un impegno che abbiamo preso e che ci ha chiesto fino all’ultimo giorno della sua vita. Ci sta guardando, è seduto là, sta seguendo il comizio anche lui». Il suo appello alla platea è a portare alle urne gli astensionisti. Assicura che l’obiettivo non è erodere voti agli alleati, ma lunedì si guarderà con attenzione ai risultati delle liste di FI e Lega.

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Salvini: «Avanti per i prossimi 5 anni»

«Questo governo, si mettano l’anima in pace Conte e Schlein, andrà avanti per i prossimi 5 anni e poi sarete voi a decidere se abbiamo fatto bene», assicura Salvini, che nell’ultima anticipazione del suo libro si è preso il merito, assieme a Berlusconi, di aver creato le condizioni per chiudere l’esperienza del governo Draghi e far nascere quello di Meloni. Un po’ spiazzante, come quando qualche settimana fa ha annunciato il salva-casa. «Mi impegno a portarlo al più presto in Parlamento, per una sanatoria delle piccole irregolarità interne: vogliamo liberalizzare, sanare, restituire agli italiani le loro case i loro negozi», chiarisce nel suo ennesimo affondo all’Europa: «Dobbiamo cambiarla completamente. A Bruxelles mangiatevi la farina di vermi, noi ci mangiamo i peperoni cruschi».

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