Dl Rilancio, via libera dalla Camera dei deputati: 278 a favore, 168 contro. Ma con ‘fiducia’

Questa mattina il cosiddetto dl Rilancio, con 278 voti favorevoli e 187 contrari, ha ottenuto il via libera con il solito ricorso all’imposizione-fiducia che non consente all’apposizione, ma neanche alla maggioranza, di mettere lingua nei suoi contenuti, neanche per cercare di migliorarli.

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Un «si», in verità, più che la dimostrazione della fiducia dei parlamentari verso il Governo e il dl Rilancio, è la conferma della sfiducia dell’esecutivo verso i parlamentari. Ancora di più verso quelli che lo sostengono ed in particolare i grillini. In realtà, visto che stanzia altri 55 miliardi in teoria per far ripartire – ma ancora non si sa come e quando – più che di un decreto, si tratta di una maxi-manovra finanziara con centinaia di norme e pieno di bonus e marchette per amici, amici degli amici, finanche per gli amici degli amici degli amici e compagni di merenda.

Che niente hanno a che vedere e niente potranno dare al futuro di questo Paese. E ancora meno al Mezzogiorno. Sempre più vittima e predi di quei “politicanti” – che, secondo Nikita Sergeevič Chruščëv, Capo del Governo dell’Unione Sovietica e Segretario generale del PCUS – «sono uguali dappertutto e promettono di fare un ponte laddove non c’è un fiume».

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Ora il dl Rilancio passerà al Senato, dove subirà la stessa sorte. Anche qui, infatti, – e a maggior ragione, visto che al Senato ancora più che alla Camera i numeri sono ballerini, la maggioranza è ridotta ai minimi termini e, quindi, il «sì» senza la museruola potrebbe non arrivare – subirà le forche caudine fiduciarie. E quindi sarà immodificabile. Il tutto, naturalmente entro il 18 luglio.

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