Come sempre, tutti gli anni, all’approssimarsi del 10 Febbraio, data fissata della Legge del 2004 come ‘Giorno del Ricordo della tragedia delle Fojbe‘, dobbiamo assistere al penoso, astioso ed ignominioso tentativo di negare o, forse ancor peggio, giustificare questo barbaro genocidio da parte dell’ANPI e di insulse ed anacronistiche associazioni di vetericomunisti. Anche quest’anno non sono mancati gli sfregi ai monumenti, le ingiurie e le scritte offensive alla sacrosanta memoria delle migliaia di italiani perseguitati e trucidati barbaramente dai comunisti titini alla fine dell’ultima guerra.
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Con la sua fermezza, Pansa riscoprì il dramma delle fojbe
Quest’anno la ricorrenza del Ricordo cade a ridosso del trigesimo della morte di Giampaolo Pansa (12 gennaio) che ebbe il merito, e la forza, di riscoprire ed illuminare le tragiche pagine della storia della ‘Guerra civile’ degli anni 1944/45 e che anche a guerra finita vide massacrare migliaia di Italiani sia nelle terre Dalmato Istriane per mano titina, sia nel nord italia per mano di partigiani rossi. Dunque nel ricordarlo ad un mese dalla scomparsa anche in riferimento al tentativo dell’ANPI, che tende a cancellare la verità storica dei massacri di cittadini gettati anche vivi nelle Fojbe, possiamo attingere alla sua fermezza, al suo coraggio, alla sua lucidità.
«Vogliono negare che Tito era un dittatore comunista, ma – diceva Pansa – non possono farlo perché è storia. Vogliono negare che le squadre comuniste gettarono la gente che non amava Tito dentro le Fojbe, ma non possono farlo perché è storia. Quelli dell’ANPI dicono e fanno delle cose che sono di una assurdità totale».
Ma ancora una volta queste manifestazioni di ottuso ed ideologico rifiuto della verità storica, fa riflettere sul fatto che, a parte il caso della visita alla Fojba di Basovizza nel ’91 del Presidente Cossiga, ci sia voluta una Legge dello Stato del 2004 per costringere le Istituzioni ed i mass media a ricordare la grave ferita nazionale di quegli anni e a rendere omaggio a chi per non rinnegare la propria italianità, sacrificò la sua vita o anche la sua casa e il suo villaggio, per diventare profugo.
Così come, per restare al tema della Giornata del Ricordo e del coraggioso lavoro di Giampaolo Pansa, va sottolineato che, come ha acutamente notato Ernesto Galli della Loggia, il suo merito é stato quello di aver spaccato il cerchio del conformismo degli intellettuali di sinistra e di averli costretti ad una ruvida ed urticante discussione su un periodo buio della nostra storia che, nonostante le inchieste documentate di grandi giornalisti come Pisanó, avevano comodamente ignorato per non disturbare la falsa favola del partigiano buono e coraggioso ed il repubblichino cattivo e feroce. Cosicché la riluttanza e il formalismo con cui la sinistra istituzionale celebra la Giornata dà la misura della odiosa strumentalizzazione della Storia.
*presidente Federproprietà Napoli
già europarlamentare e presidente del tavolo del partenariato economico e sociale
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