La battaglia scatenata dal fondatore sul nome e sul simbolo
All’indomani dell’annuncio dell’azione legale di Beppe Grillo su nome e simbolo del M5s, Giuseppe Conte ostenta grande serenità. «Non è una questione che riguarda più me, io mi occupo di politica – sostiene durante un’intervista a SkyTg24 -. Le questioni giudiziarie le trattano i miei avvocati che sono affidabilissimi e, fin qui, con me non hanno mai perso una causa». Parole che ribadiscono e rafforzano i due concetti già veicolati 24 ore prima dal suo quartier generale: le prerogative dell’ex garante sono ritenute «infondate» e gli avvocati del Movimento sono pronti ad affilare tutte le armi a disposizione.
Grillo, a sua volta, sarà seguito da due legali milanesi, Giulio Enea Vigevani e Matteo Gozzi, ma almeno per ora, non esce allo scoperto e sui suoi social continua a postare contenuti che nulla hanno a fare con le sorti del Movimento (dall’intelligenza artificiale fino all’etichetta energetica obbligatoria). A parlare di lui è invece un ex del Movimento, Alessio Villarosa: «Sapevo che era in dubbio, ma sono contento che Beppe alla fine abbia scelto di avviare l’azione legale, evidentemente ne ha la forza. C’è ancora tanta gente affezionata a lui – afferma l’ex parlamentare -. Io sin dall’inizio sono convinto che abbia ragione lui».
Borrè: «Il simbolo è di Grillo, lo ha detto la Corte»
Della stessa opinione anche un avvocato, che segue da sempre le vicende pentastellate, Lorenzo Borrè, secondo cui vista la sentenza della «Corte di appello di Genova che, nel 2021, in un contenzioso che vedeva partecipi tutte e tre le associazioni denominate Movimento 5 stelle, ha affermato che il titolare del nome e del simbolo è Beppe Grillo», alla fine «dovrebbe spuntarla» lui.
Il fondatore, come racconta l’ex ministro Danilo Toninelli, avrebbe atteso sei mesi, «sperando che Conte rinunciasse al simbolo». Poi, non ottenendo risposta, «ora sta preparando l’unico strumento possibile per porre fine a questa sofferenza e agonia: non è una vendetta, è una azione di giustizia – afferma Toninelli -. Se Beppe dovesse fondare una nuova forza politica ispirata ai valori originari del Movimento, la voterei».
Insomma, la grana – che molti in casa 5 stelle consideravano quasi aggirata – è servita. «Sinceramente in questi mesi siamo stati molto impegnati a contrastare i soprusi di questo governo e ad affrontare le rilevantissime questioni internazionali, dal conflitto russo-ucraino al genocidio in corso a Gaza – commenta, tagliente, la senatrice contiana Alessandra Maiorino -. Grillo era proprio fuori dai nostri orizzonti, che dire…sembra ormai ridotta ad una questione personale. Di politica non c’è nulla, in bocca al lupo».
Muscarà: «Grillo risarcisca chi ha cacciato»
Intanto, in Campania c’è chi al fondatore del M5s chiede risarcimenti. «Forse prima di pensare a riprendersi il simbolo del Movimento, Beppe Grillo dovrebbe pensare a risarcire chi ha cacciato ingiustamente, come accaduto a Napoli nel 2016», ricorda la consigliera indipendente della Regione Campania, Maria Muscarà, da sempre «critica verso le derive autoritarie del partito fondato da Grillo».