Scacco alla camorra di Ponticelli, il pentito: «Dopo la morte degli anziani le case popolari cedute al clan per rispetto»

I retroscena del blitz che ha portato all’arresto di 31 persone

La camorra gestiva le case popolari del quartiere di Ponticelli, a Napoli e, «per rispetto, i familiari degli anziani assegnatari degli alloggi li cedevano dopo la loro morte al clan» che poi li gestiva a suo piacimento: a rivelarlo, parlando con gli inquirenti, è Tommaso Schisa, rampollo della famiglia Schisa-De Stefano, erede del clan delle «pazzignane» (dal nome del rione).

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Ad occuparsi di questo ‘business’, dice il collaboratore di giustizia, era Gabriella Onesto, cugina delle «pazzignane» Luisa De Stefano e Vincenza Maione. Ma la donna, oggi destinataria di una misura cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli Giovanni Vinciguerra, dirigeva anche altri affari per conto del clan.

Schisa, insieme con la madre, Luisa De Stefano, è ritenuto dalla Dda di Napoli uno dei capi del cartello De Luca-Bossa-Casella-Minichini-Rinaldi-Reale attivo nella zona orientale di Napoli.

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Nelle dichiarazioni rese il 2 ottobre 2019 rivela agli inquirenti la storia delle case popolari: «Onesto Gabriella – racconta il pentito – gestisce tutte le case popolari di Ponticelli, nel senso che vende e assegna le case popolari, ossia spesso individua le case e, o le libera con la forza, oppure le vende a terzi». «In alcuni casi – aggiunge il pentito – addirittura i figli delle persone anziane che poi muoiono, per rispetto nei confronti del clan cedono la loro casa a Gabriella che la vende a chi ritiene».

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