Coronavirus. De Lise, De Angelis e Chiosi: «Sospendere versamento imposte 2020 e ridurre aliquote del 10%»

Coronavirus
Alberto Chiosi, Matteo De Lise e Antonio De Angelis

«L’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, l’Associazione Italiana Giovani Avvocati e l’Associazione Italiana Giovani Notai chiedono al Parlamento e al Governo misure più efficaci e incisive per stimolare la ripresa dell’economia italiana. In particolare, chiediamo la sospensione del versamento delle imposte per l’anno 2020 e il relativo pagamento a partire dal 31 gennaio 2021 in rate mensili sino ad un massimo di 5 anni». Lo affermano Matteo De Lise, presidente dell’Ungdcec, Antonio De Angelis presidente di Aiga, e Alberto Chiosi, presidente di Asign.

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«Riteniamo inoltre – prosegue la nota – non più rinviabile una rilevante riduzione della pressione fiscale, attualmente insostenibile per imprese, professionisti e tutti i contribuenti: una riduzione per l’anno 2020 di almeno 10 punti percentuali delle aliquote fiscali Irpef e Ires andrebbe in questo senso. Infine, ribadiamo che mai come in questo momento si sente la necessità di una semplificazione vera, concreta ed effettiva degli adempimenti richiesti in tutti gli ambiti, da una burocrazia che è un freno alla ripresa economica».

«La crisi economica prodotta dall’emergenza sanitaria non può certo ritenersi risolvibile in pochi mesi. Per essere efficaci, le misure da adottare dovrebbero garantire un aiuto concreto, stabile e duraturo per i contribuenti che possa durare ancora per diversi mesi», evidenziano i presidenti. «Gli interventi normativi finora adottati e in particolare l’art. 18 del Decreto Liquidità, prevedono solamente la sospensione del pagamento dei tributi, inerenti ai mesi di marzo ed aprile, fino al mese di giugno, con la facoltà per i contribuenti di rateizzare le imposte dovute e non versate fino ad un massimo di 5 rate mensili».

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«La possibilità di rateizzazione dei tributi fino a dicembre, al vaglio del Governo, sarebbe soltanto un inutile orpello alla normativa già in vigore, non incidendo concretamente sulla situazione patrimoniale dei contribuenti e palesando altresì l’inadeguatezza di tale miope visione in merito alle reali prospettive di ripresa economica del Paese. Aggiungiamo che la liquidità a favore delle imprese (presentata come «potenza di fuoco») e l’oramai famoso bonus di 600 euro non sono ancora, a distanza di settimane, disponibili per molti richiedenti» sottolineano.

Aiga, Ungdcec e Asign invitano pertanto il Governo a un dialogo continuo tra tutte le forze politiche e le parti sociali, per intraprendere iniziative utili a consentire ai professionisti e alle imprese di svolgere la propria attività con la serenità necessaria per far fronte alle sfide della ripresa economica.

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