Buon 2021 a tutti, ma nessuno dimentichi il 2020 che è stato tragico, ma ha insegnato tanto

Nell’antico mondo italico e successivamente nel romano gli “auguri” erano i sacerdoti lettori del volo degli uccelli ex “avibus” e dei fulmini, “caelo”, chiamati anche: auspici. interpretavano la disponibilità degli Dei rispetto al mondo terreno.

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Mondo pagano e cristiano, col passare dei secoli, fusero, copiarono e assorbirono usi, costumi e simboli. “Sol Invictus” (Sole Invitto) o “Deus Sol Invictus” riferito a divinità dell’Impero Romano, Helios, El Gabal, Mitra, Apollo, la Luce ed il buio, il Sole ha la meglio sulle tenebre. Solstizio d’inverno – 21-25 dicembre nascita di Gesù, Salvatore dell’umanità, figlio di Dio nel cristianesimo, Profeta per l’Islam.

Gli “auguri” sono segno di buona educazione, rispetto e condivisione dello spirito di benevolenza e di gentilezza verso i cristiani, fratelli nel Dio unico di altre religioni e verso il Profeta Gesù. La chiesa Greco-ortodossa d’Oriente, la Copta e Armena festeggiano la ricorrenza il 7 gennaio.

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Oramai gli “auguri” sono utilizzati da tutti: cristiani, laici, ortodossi, islamici e atei. Scambiarsi “buoni auspici” verso i giorni che verranno è più laico e consumistico che religioso. Nel mondo multimediale gli auguri non si negano a nessuno.

Un anno storico come il 2020 merita particolari auguri, proviamo ad indicarli tutti. auguri senza distinzioni religiose, stato sociale, credo politico, razza, nazionalità geografica e linguistica, d’uso di piattaforma web, si o no vax. Auguri anche a leoni, leonesse , sciacalli e iene di tastiera, a quelli che commentano senza leggere o interpretano i titoli dei post travisandone i contenuti.

Auguri a quanti rispondono cambiando completamente l’argomento del post. Auguri ai possessori di profili anonimi e falsi, ai postatori di like a go go, agli infrattati dietro le persiane spioni dei profili aperti, agli eterni sofferenti di torcicollo causati dallo stare sempre girati dalla parte opposta dei veri problemi.

Auguri ai duttili e malleabili della politica, agli indossatori di casacche utili alla momentanea sfilata di moda. Auguri ai sostenitori del pensiero unico, ai possessori del “verbo dell’infallibilità”, ai mai colpiti da dubbi e incertezze, ai discendenti diretti di Dio in terra.

Auguri ai collezionisti di like raccolti anche alla sola emissione di pernacchie, auguri ai disillusi del cambiamento intelligente. Auguri a chi se la canta e se la suona da solo. Auguri ai copia e incolla di professione, agli associati amici dei labrador e amo il mio Paese. Auguri a quelli che vedono gli asini volare, dell’uno vale uno e delle scatolette di latta da aprire. Auguri ai paragnosti, ai dritti tenuti in vita dai fessi, ai mantenuti e a quelli che ignorando e ignorandosi conquisteranno il cielo.

…Insomma , auguri a tutti.

Decodificando la lettura del volo degli uccelli e dei fulmini e tempeste, non si può non sperare e augurare che corvi, taccole e gabbiani ritornino nei loro, rispettivi e naturali ambienti. I gabbiani a veleggiare sul mare, corvi e taccole sulle colline e sui monti lasciando le città abusivamente colonizzate.

Ritornino copiosi gli stormi di rondini, ricompaiano pettirosso e usignoli, e le potenti aquile dall’alto dell’azzurro del cielo facciano sentire la loro squillante voce. L’augurio sincero perché nel nuovo anno venga ristabilito l’ordine naturale delle cose, dove competenze, professionalità, attaccamento al dovere civile e sociale predomino sul qualunquismo della collettiva ignoranza. Salute, lavoro e cultura l’auspicio per il prossimo anno senza deleghe ma assumendo ognuno le proprie responsabilità.

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