Il sindaco contro la scelta di escludere consiglieri dagli assessorati
La coalizione variegata che ha sostenuto l’elezione di Roberto Fico alla guida della Regione Campania comincia a mostrare crepe significative ancor prima della nomina della squadra di governo. Il primo a far emergere il malcontento è il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, che con la lista “Noi di Centro” ha portato in Consiglio regionale il figlio Pellegrino.
Un risultato politico rilevante. Ma il primo cittadino non condivide la linea scelta per la composizione dell’Esecutivo, lasciando intendere che si sarebbe aspettato maggiore considerazione per la rappresentanza del suo movimento. Pur assicurandosi fedele, non esita a indirizzare critiche dirette al neo governatore. Le premesse delineano una legislatura complessa, non solo per Fico e per l’intero centrosinistra, ma soprattutto per i cittadini campani.
In una dichiarazione diffusa all’indomani di un confronto definito «franco» con il presidente eletto, Mastella contesta apertamente l’impostazione che escluderebbe dalla Giunta coloro che hanno partecipato attivamente: «Immaginare che chi si è gettato nella mischia di una massacrante campagna elettorale, mettendoci la faccia e raccogliendo i consensi, sia a prescindere fuori dalla Giunta a favore di chi era comodamente in poltrona, è un’ingiustizia politica. La mia lealtà politica verso il presidente Fico resta intatta per ora e per dopo, ma lo stop per la Giunta a consiglieri e candidati mi vede in profondo e radicale disaccordo». Il leader di Noi di Centro interpreta questa scelta come sbagliata per il cosiddetto campo largo: «Così non va e il primo passo in Campania del campo largo è un passo falso».
Logica bonapartista e tolemaica
Mastella critica una dinamica decisionale che considera accentratrice: «Pensavamo fosse archiviata definitivamente la logica bonapartista e tolemaica per cui si decide, sulla testa di tutti, con la propria testa».
Rivendica il valore della rappresentanza politica, ricordando esempi nazionali e internazionali: «La linea dello stop ai consiglieri viola il principio della rappresentanza, offende gli elettori e nega principi democratici universali: in Francia culla della divisione dei poteri deputato e Ministro non possono coincidere, ma l’eletto all’Assemblea può andare al Governo ed è sostituito con la supplenza, per un principio di tutela della sovranità popolare. In Puglia addirittura lo Statuto regionale impone addirittura che 8 dei 10 assessori siano scelti tra i consiglieri eletti. Gli stessi Governi di Giuseppe Conte erano infarciti di parlamentari che svolsero tranquillamente funzioni ministeriali».
Secondo Mastella, l’idea di Fico sarebbe una deviazione dalle consuetudini: «La formula che ha in mente Fico è una bizzaria istituzionale, peraltro escogitata ex post: le regole vanno stabilite prima del fischio d’inizio della partita, non dopo».
«Rispetto per il ruolo dei partiti»
Il sindaco di Benevento evidenzia anche una presunta incoerenza nel criterio di esclusione degli eletti: «E comunque se le porte in Giunta sono aperte, come sembra, ai segretari nazionali e agli ex Ministri, il capo di Noi di Centro sono io, dunque metto sul tavolo anche il mio nome e la mia storia».
Richiama inoltre esperienze pregresse nella Regione: «Del resto abbiamo provato sulla nostra pelle che gli esterni in Giunta regionale non funzionano, poiché si svincolano dai partiti e diventano ‘prigionieri politici’ del presidente». «Dico al presidente Fico – conclude Mastella – di rispettare il ruolo dei partiti e delle formazioni che hanno contribuito in maniera decisiva ad eleggerlo e usare un metodo semplice che è sempre il più efficace e collegiale: rispettare le indicazioni di chi ha composto la squadra vincente».




