Tra consapevolezze mature, sensi di colpa abbandonati e una riflessione cruda e realistica sulla realtà
L’epoca in cui «con-viviamo», ci porta a essere ospiti di terreni apparentemente evoluti ma socialmente molto deboli e giudiziosi. Le mancanze sono avvisaglie importanti ma che a un’età adulta ci spogliano dai tanti pregiudizi, lasciandoci l’ABC da cui è partito il nostro evolverci. Rendercene conto diventa un atto d’amore ed è questo che ci rimette in una società troppo presuntuosa.
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Lo fa Lucariello, artista campano, attraverso il brano «’E cose Bell» tratto dal lavoro discografico «Innocente». Tra consapevolezze di adulto, sensi di colpa lasciati andare e una riflessione cruda e realistica della realtà. Un pensiero che però vuole ricondurci ad una sola verità: «l’amore», la ricchezza più sottile che abbiamo.
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Gli inizi: Collettivo Clan Vesuvio e gli Almamegretta
Luca Caiazzo in arte Lucariello, pioniere del rap napoletano, italiano, attivo nel panorama musicale dal 1995. Classe 1977 e originario di Scampia, all’età di 16 anni, inizia ad esibirsi nei centri sociali sia come dj che come rapper e conduce un programma radiofonico hip hop in una radio locale. L’anno successivo, fonderà il «Collettivo Clan Vesuvio» insieme al beat maker Peppe ‘O Red, realizzando e producendo da lì a poco l’album «Spaccanapoli».
Innumerevoli progetti inizieranno da subito a prendere forma quali l’EP «Malafemmena», e insieme a Ciccio Merolla (percussionista) e Peppe O’Red, il progetto chiamato V7, per poi scrivere, nel 2003, nove tracce nell’album «Sciuoglie ‘e cane» degli Almamegretta e collaborare con loro a quattro album e concerti in Italia e in Europa; una concentrazione musicale durata cinque anni.
La penna di colonne sonore e sigle
Grazie all’incontro con Stefano «D.RaD» Facchielli, che lo introdurrà nella musica elettronica e dub, si concepirà la pubblicazione dell’album «Quiet», coprodotto con il giapponese Taketo Gohara. Nello stesso 2007, nascerà «Cappotto di legno», in collaborazione con il maestro Ezio Bosso, brano spronato dalla successioni di accadimenti di Roberto Saviano, autore del libro Gomorra.
Il 2011 porterà l’uscita del nuovo lavoro discografico «I nuovi mille» realizzato in collaborazione con la Rai e la Sugar Music di Caterina Caselli per i centocinquant’anni dell’Unità d’Italia e con importanti collaborazioni artistiche. Il ricavato dell’album sarà devoluto alla Fondazione POL.I.S che verte a sostenere le vittime della criminalità con la realizzazione di progetti tra i quali la nascita di una radio libera. Poi partirà il tour in spazi confiscati alla criminalità con la collaborazione dell’associazione Libera e le collaborazioni nel corso degli anni sempre più influenti.
Gli album «dedicati»
Nel 2012, uscirà l’album «CMNF8» con la Vesuvio records, anticipato dal singolo «Io e te» diretto da Gaetano Acunzo e vedendo negli stessi giorni l’uscita del brano «Democratica violenza», dedicato alle vicende di Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi e Giuseppe Uva.
Il 2014 e gli anni successivi, saranno un crescendo di consolidamenti professionali, una penna ricercata e voluta quella di Lucariello che diventerà la sigla finale della serie televisiva «Gomorra» con il brano «Nuje vulimme na speranza» (certificato disco d’oro) scritta con il rapper Nto’, con «Miettece a faccia». Realizzerà insieme al compositore Paolo Buonvino la sigla della serie «Sotto copertura» e non per ultimo comincerà la collaborazione con il rapper Fabri Fibra.
Seguirà l’album «Il vangelo secondo Lucariello» nel 2017, che raccoglie storie di strada, momenti autobiografici. Tra cui le varie collaborazioni, come «Puortame là fore» insieme all’artista Raiz e scritto con i ragazzi del penitenziaro minorile di Airola. Le produzioni saranno affidate al team RC-Music con D-Ross e la produttrice parigina Sarah Sar-T-Uffo. Nel 2021, in collaborazione con Raiz, uscirà l’EP Napoli C.le/Dusseldorf e il singolo «Aria» verrà utilizzato nella prima puntata dell’ultima stagione di «Gomorra – La serie».
La svolta e rinascita
Il 2023 Lucariello lancerà «Innocente», album tra provocazione e non; un percorso di vita, un decennio che, insieme all’associazione «Crisi come opportunità», ha permesso la realizzazione di laboratori di rap in un carcere minorile e uno studio di registrazione al suo interno.
«Innocente» porta il bagaglio di storie di confine tra un quotidiano «esterno» definito funzionale, e mondi «privati», giovani anime vaganti dai trascorsi forti e a cui spesso devono appartenere anche quando le loro responsabilità non sono logisticamente naturali, un’età molte volte non vissuta. Allo stesso tempo, un’autobiografia, una messa a fuoco di intimità personali con cui ci si arriva inevitabilmente a fronteggiare.
L’impegno con gli studenti e nelle carceri
Da oltre dieci anni, l’impegno sociale di Lucariello (che vive nelle scuole campane, nelle carceri) è volto ad accendere l’educazione e la formazione attraverso una creatività intima, per una migliore costruzione umana e spunti per il futuro. Un lavoro continuo e assiduo, in cui l’artista non si risparmia, dando ai giovani l’opportunità di evolversi.
Creative: il festival delle culture giovanili
Partirà a dicembre, per concludersi nel giugno del 2025, il festival metropolitano delle culture giovanili. Ideato da Lello Savonardo è promosso dalla Città metropolitana di Napoli con la Fondazione Teatro San Carlo, l’Osservatorio Giovani del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi Federico II e le Officine San Carlo. Il progetto vuole sostenere il valore della creatività giovanile attraverso una serie di laboratori. A cura di Lucariello quello della Urban Music, dove tratterà le fondamenta della musica e cultura hip hop, il ritmo e il flow alla ricerca di uno stile personale. Info di riferimento e domanda per parteciparvi a questo link.