Piazza Garibaldi, l’aggressione nei pressi del McDonald’s: il 34enne accoltellato alla schiena e al gluteo
Prima viene circondato, poi sgambettato e, una volta a terra, pugnalato al fianco e al gluteo. L’uomo ha resistito a un tentativo di rapina e ha avuto la peggio. È accaduto mercoledì sera a Napoli, nella zona di piazza Garibaldi, angolo via Milano, all’altezza di McDonald’s. Sul posto sono intervenuti gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale, che hanno inseguito gli aggressori e ne hanno fermato uno.
L’uomo, il diciottenne tunisino Youssef Ghribi, è stato arrestato per tentata rapina aggravata in concorso e anche denunciato per ricettazione poiché trovato in possesso di un telefono rubato. Una volta sul posto i poliziotti hanno trovato a terra l’uomo che perdeva molto sangue.
La ricostruzione
Agli agenti ha spiegato di essere stato «assalito da un gruppo di circa 6 o 7 uomini». L’avevano accerchiato per portargli via il borsello che portava a tracolla. L’uomo ha resistito ed è stato «punito», per poi essere aggredito con calci e pugni, per poi essere colpito da due fendenti alla schiena, fendenti inferti da un cittadino «probabilmente nordafricano, di giovane età, vestito con pantaloncino blu e maglia nera». La vittima, un 34enne nato in Marocco, residente a Trento e sprovvisto di documenti, è stato trasportato all’ospedale Vecchio Pellegrini. Per lui una prognosi di 15 giorni.
In sede di denuncia ha spiegato nel dettaglio quello che è accaduto: «Erano ragazzi di età compresa tra 18 e i 25 anni che, in lingua araba, minacciavano di accoltellarmi se non gli avessi consegnavo il mio borsello che avevo a tracolla. Dentro c’era il mio telefono cellulare e circa 60 euro».
Al rifiuto, hanno iniziato a spintonarlo e, mentre il 34enne cercava di allontanarsi, uno di loro, «alto circa 1.85, snello e con un pantaloncino grigio e una maglia nera con delle strisce colorate in petto, ha iniziato a colpirmi con calci e pugni, mentre un suo complice, uno vestito con pantaloncino blu e una maglia nera, mi ha fatto cadere a terra mettendomi uno sgambetto». Mentre il 34enne era a terra il gruppo cercava di strappargli dalle mani il borsello.
«A quel punto ho cercato di divincolarmi e di tentare ancora di scappare via e, proprio in quell’istante, ho notato che uno di loro, quello tutto vestito di nero, aveva in mano un coltello e ha colpito con due fendenti, uno all’altezza della scapola, sul lato sinistro e uno al gluteo, sul lato destro». Il 34enne era terrorizzato. «Ho visto che mi usciva sangue dalla schiena e dalla natica, mi sono accasciato a terra e un altro soggetto che portava cappello e occhiali, ha tentato nuovamente di strapparmi il borsello».
I soccorsi
La salvezza del 34enne è stata data dall’orario, poco dopo le 21. In strada c’era molta gente e alcuni si stavano avvicinando per soccorrerlo. Alla vista di quelle persone il gruppo di aggressori si è allontanato. Poi è stata la volta delle sirene. Quelle del 118 e quelle delle Volanti. Gli agenti hanno dimostrato di saper prendere immediatamente in mano la situazione. «Dopo pochi istanti, mentre ero ancor in terra, ho notato che la polizia aveva bloccato uno degli autori, precisamente quello con la maglia nera con le strisce colorate, quello che mi aveva colpito con calci e pugni» spiega il 34enne che ha riconosciuto il 18enne «senza ombra di dubbio».
Il giovane addosso aveva un telefono cellulare Samsung, regolarmente acceso. Gli agenti hanno chiesto informazioni sul telefono, ma Youssef non era in grado di fornirle. Nel frattempo, proprio su quel telefono, sono arrivati numerosi messaggi su Whatsapp. In uno, in particolare, si evinceva che il telefono era stato rubato. Gli agenti hanno rintracciato il proprietario, un 41enne del Bangladesh che, al telefono, ha riferito che il telefono gli era stato rubato a Roma nella giornata di domenica mentre su un autobus.