Governo, il conflitto israelo-palestinese complica la legge di bilancio

di redazione

Le due guerre restringono gli spazi finanziari

Gli spazi di finanza pubblica per la prossima legge di bilancio sono stretti, con lo scenario macroeconomico profondamente condizionato dalla guerra in Ucraina, che ha scatenato la corsa al rialzo dei prezzi, e ora anche dalla nuova fiammata del conflitto israelo-palestinese. Le prime audizioni sulla nota di aggiornamento del Def di fronte alle Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato – Cnel, Istat, Corte dei Conti e Banca d’Italia – confermano che la strada che conduce alla stesura della prossima manovra è piena di asperità. Il testo della Nadef è atteso in aula mercoledì 11 ottobre.

Il Cnel parla di «sentiero molto stretto e impervio», nel quale non ci sono spazi per una «politica espansiva» se non la necessità di agganciarsi al Pnrr. L’Istat prevede che nei prossimi mese l’economia italiana «resterà debole», condizionata dall’elevata «incertezza globale». Mentre la Corte dei conti invita a «considerare i rischi di ulteriore ricorso a maggiore indebitamento».

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Anche l’istituto di statistica vede «spazi molto stretti» per «confermare e gli obiettivi di rientro, seppur graduale, del debito». Bankitalia invece avverte come «in un contesto così fragile» sia «importante che la politica di bilancio sia condotta con estrema prudenza», perché i rischi legati ai conflitti in corso in Ucraina e Israele «generano forte incertezza circa le prospettive di crescita».

La ricerca delle coperture

Il governo lavora alla ricerca delle coperture per la legge di bilancio, attesa in Cdm lunedì 16 ottobre, alla vigilia della riunione dell’Ecofin chiamata a discutere del rinnovo del Patto di stabilità. La ricerca dei fondi procede di pari passo con l’avvio della riforma fiscale. Visto il ‘sentiero stretto’ si ipotizza una manovra su cifre contenute, di poco superiore ai 20 miliardi di euro.

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La Nadef ha fissato i punti chiave della prossima finanziaria: conferma per il 2024 del taglio del cuneo fiscale per i redditi medio bassi, da solo vale quasi 10 miliardi, misure a sostegno della natalità, risorse per l’avvio del rinnovo dei contratti pubblici e fondi per la sanità. Il governo punta a reperire risorse anche da un ciclo di vendita nelle partecipate. Per finanziare la manovra verranno utilizzati 15,7 miliardi di euro ricavati dall’ampliamento dello spazio di deficit. Intanto le opposizioni cercano di compattarsi proprio su questo punto e fanno sapere che se non ci saranno almeno 4 miliardi sulla sanità sono pronte a non votare lo scostamento di bilancio.

Brunetta: fare i conti anche con la guerra in atto nello scenario israelo-palestinese

Il presidente del Cnel Renato Brunetta si domanda: «Gli spazi fiscali ancora disponibili saranno quelli indicati correttamente dalla Nadef o verranno ridotti? Non si può non ragionare tenendo conto di quello che può succedere, si deve fare i conti anche con la guerra in atto nello scenario israelo-palestinese». L’ex ministro tratteggia «un sentiero di politica economica, per un Paese come il nostro con alto debito e bassa crescita, ma anche impervio difficile e sconnesso, di difficilissima percorrenza».

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L’istituto di statistica

L’Istat tiene conto che «gli indicatori congiunturali più recenti suggeriscono per i prossimi mesi il permanere della fase di debolezza dell’economia italiana» tra «fattori esogeni internazionali» e «condizioni di accesso al credito più rigide per famiglie e imprese». Poi annota come: «La realizzazione di investimenti pubblici e riforme previste dal Pnrr sarà oltremodo rilevante per il raggiungimento degli obiettivi di crescita previsti dal Governo».

L’istituto di statistica rinnova l’allarme sull’inverno demografico. «Nei primi sette mesi del 2023 è proseguito il calo del numero dei residenti, nello stesso periodo non sembra arrestarsi il calo ormai strutturale delle nascite (213mila unità, -2,6% rispetto agli stessi mesi del 2022; -10,2% sul 2019)», con previsioni di un picco di culle vuote al Sud. Su questo punto si sofferma anche il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino: «Sarà fondamentale il controllo della spesa pensionistica la cui evoluzione di medio termine, risentirà assai significativamente dell’invecchiamento della popolazione».

Bankitalia

Bankitalia invece per voce del capo del Dipartimento Economia e Statistica, Sergio Nicoletti Altimari, analizza come il quadro macroeconomico prefigurato nella Nadef sia «nel complesso plausibile anche se leggermente ottimistico, in particolare alla luce dei più recenti sviluppi interni e internazionali». Per le attività produttive permangono «non trascurabili rischi al ribasso». Non solo: «La realizzazione delle previsioni di crescita è legata alla piena attuazione del Pnrr».

Per la banca centrale: «L’elevato rapporto tra il debito pubblico e il PIL è un serio elemento di vulnerabilità: riduce gli spazi di bilancio per fare fronte a possibili futuri shock avversi; espone il Paese al rischio di tensioni sui mercati finanziari; aumenta il costo del debito per lo Stato». Oggi le audizioni riprendono con l’Ufficio Parlamentare di Bilancio e si concluderanno con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

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