Daniela Di Maggio ha incontrato Alfredo Mantovano, Andrea Ostellari e Antonio Sangermano
Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso per futili motivi il 31 agosto a Napoli, ha incontrato a Palazzo Chigi il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano, quello alla Giustizia Andrea Ostellari e Antonio Sangermano, capo dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità. «Mi hanno promesso che sicuramente la pena per il killer di mio figlio, come per tutti gli altri minori autori di crimini efferati, verrà scontata, e sarà non di quelle che dopo pochi anni te li trovi fuori – ha detto -. Si sono presi l’impegno su una legge che verrà chiamata Giovanbattista Cutolo».
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«Abbiamo incontrato il sottosegretario Mantovano, quello alla giustizia Ostellari, e il dottor Antonio Sangermano – ha raccontato la madre del giovane ucciso da un 17enne al termine di una lite per il parcheggio di un motorino -. È andata molto bene perché innanzitutto ci hanno ascoltato e, rispetto ad argomenti così ostici come la giustizia minorile, che è un elefante nella stanza, abbiamo cercato di trovare dei punti in comune affinché la morte di mio figlio non sia una morte senza senso, ma che serva invece a riformare delle cose che sono veramente ingiuste in questa legge attuale».
Una legge chiamata Giovanbattista Cutolo
«Rispetto a tutte le difficoltà che abbiamo con la Corte dei Conti e con l’Europa, loro si sono mostrati molto vicini nel fare delle riforme su alcuni punti – ha aggiunto Daniela Di Maggio -. Si sono presi l’impegno e sarà anche una legge che verrà chiamata Giovanbattista Cutolo. Siamo usciti quindi abbastanza contenti. Non dico supercontenti, perché quello che io vorrei è una cosa talmente gigante che dovremmo veramente fare i conti con l’Europa, e diventa troppo difficile. Ma quello che mi hanno promesso, e su cui si impegneranno, è che sicuramente la pena per il killer di mio figlio, così come per tutti gli altri minori che commettono crimini efferati, sarà sicuramente una pena che verrà scontata, e non di quelle che poi dopo pochi anni tre li trovi fuori».
Secondo la donna, «siamo in un sistema paese in cui rieducare e portare delle strategie riabilitative è fondamentale. Nel caso del killer di mio figlio sicuramente deve avere una pena esemplare perché ha commesso davvero un crimine disgustosamente efferato, non da minore. Per questo – ha concluso – bisogna fare dei tavoli continui per capire quale è il concetto di minore e di pena. Intanto io ho iniziato una battaglia, perché già aprire un tema a livello nazionale che arriva a livello europeo non è cosa da poco».
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