I bambini sono le prime vittime della disumana crudeltà dei belligeranti

Putin mette sotto processo la Cpi che vorrebbe arrestarlo e libera i bambini «deportati», ma la pace si allontana

Poveri bambini! In Italia hanno la fortuna di essere tolti ai legittimi genitori per essere accolti tra le amorevoli braccia degli operatori di Bibbiano e collocati sul libero mercato delle adozioni; in altri paesi, molto più progrediti del nostro, possono essere prenotati, progettati e poi procreati in uteri presi in affitto; possono pure cambiare sesso con l’aiuto del genitore 1 e del genitore 2, che si avvalgono del salvifico supporto della farmacologia moderna, quella tipo vaccini a mRNA, quella che salva i bilanci aziendali prima ancora delle vite umane.

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Altrove, invece, il mondo gira al contrario. In Russia, ad esempio

È profondamente disumano che da quelle parti qualcuno possa pensare di sottrarre delle povere creature da sotto le bombe della guerra in Ucraina per portarli, orfani e non, al sicuro sul suolo russo. Ma l’Occidente, Buono e Giusto, sta provvedendo a porre rimedio ad una simile ignominia.

Putin il dittatore, il nuovo zar della Grande Madre Russia, quello che ci si aspetta debba morire da un giorno all’altro per la quantità enciclopedica di malattie che si porta addosso (stando alle accorte analisi dei clinici che lo osservano in foto e video senza mai avergli controllato la temperatura corporea) è stato colpito da un mandato di cattura internazionale emesso dalla Corte Penale Internazionale con l’infamante accusa di avere deportato (sic!) i bambini ucraini in Russia. Un provvedimento privo di effetti pratici ma altamente politico, che serve a gettare benzina sul fuoco e ad allontanare sempre di più una reale prospettiva di pace.

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È dalla fine della seconda guerra mondiale che i vincitori si prendono la briga di giudicare i vinti, non attraverso il responso della storia, ma attraverso i loro tribunali che, per amore di Giustizia, puniscono i crimini altrui sorvolando sui propri.

È fin troppo noto che il Tribunale di Norimberga, nato per sanzionare i crimini di guerra, si dimostrò particolarmente solerte nel condannare gli sconfitti, ma non si permise mai di giudicare gli Americani per avere sganciato le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, a guerra quasi finita (Hitler e Mussolini erano già morti) e mentre erano in corso trattative di pace. Nessuno ha contato quanti bambini sono morti tra le duecentomila vittime civili.

Lo stesso tribunale non si occupò neppure dei bambini delle elementari di Gorla, quartiere milanese, finiti sotto le bombe angloamericane, il 20 ottobre del 1944, mentre tentavano di raggiungere il rifugio antiaereo: ne morirono 184, insieme alla direttrice, 14 insegnanti e 4 bidelli. La scuola non era certamente un obiettivo strategico.

Ben più grave fu il bombardamento di Dresda (13-15 febbraio 1945). Neppure la meravigliosa città d’arte tedesca, la Firenze dell’Elba, era un obiettivo strategico e, proprio per questo, ospitava migliaia di profughi che lì si ritenevano al sicuro. I bambini morti non si sa quanto siano stati nel totale delle vittime stimate in oltre 135 mila dallo scrittore Mario Rizzuti nella sua opera «Biografia non autorizzata della Seconda Guerra Mondiale». Si sa, però, che le uniche strutture con qualche valenza militare erano l’aeroporto, che però non fu toccato, e la ferrovia che fu lievemente danneggiata. Stranezze belliche.

In realtà, i vertici militari angloamericani avevano deciso di «concentrare gli attacchi sul morale della popolazione civile nemica, soprattutto dei lavoratori dell’industria», senza riguardo per le vite di vecchi, donne e bambini. Arthur Harris, capo delle spedizioni aeree alleate e giustamente soprannominato Harris il Macellaio, cercò di scaricare le responsabilità sul suo premier Wiston Churchill, che «si era sempre adoperato con vigore affinché tutte le città tedesche venissero distrutte una dopo l’altra». Lo stesso Churchill aveva chiarito che i bombardamenti avvenivano «al solo scopo di seminare terrore, sebbene con altri pretesti».

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Lo stile dei bombardamenti a scopo terroristico rimase lo stesso anche nelle guerre successive e i bambini furono le prime vittime della disumana crudeltà dei belligeranti.

Nella guerra del Vietnam (1953-1975), dove si fece largo uso anche di micidiali armi chimiche, come le bombe al napalm e al fosforo bianco, le truppe americane non facevano distinzione tra militari, vecchi, donne e bambini, tutti indistintamente considerati dei «nemici» da abbattere, impegnandosi pure in una gara a chi ne uccideva di più: i morti venivano annotati sulla parete della mensa ed i soldati con i migliori punteggi settimanali venivano regolarmente premiati. Per altri particolari si può attingere all’opera del giornalista investigativo Nick Turse , «Così era il Vietnam. Spara a tutto ciò che si muove».

Di guerra in guerra, di bombardamento in bombardamento, di orrore in orrore, in Afghanistan, Iraq, Serbia, Siria, Libia ecc., tra mistificazioni e menzogne, oggi si è arrivati alla guerra in Ucraina e l’Occidente ha scelto il suo nuovo nemico principale: Vladimir Putin, Presidente della Federazione Russa.

E qui la tragedia si trasforma in farsa

La Corte Penale Internazionale, che vorrebbe processarlo, non è riconosciuta dalla Russia né dagli Usa né dall’Ucraina. L’Unione Europea ha partecipato alle indagini preliminari sborsando 7,25 milioni di euro, seguita dalla Gran Bretagna con un milione di sterline. Il presidente della Corte è un polacco ed il procuratore generale un inglese, all’attività investigativa ha partecipato pure il procuratore generale dell’Ucraina e personale fornito da vari stati: Polonia, Lituania, Estonia, Lettonia e Slovacchia. Come si vede, tutta gente molto al di sotto di ogni sospetto.

Intanto, Putin il cattivo, oltre ad aver promosso un procedimento penale contro i giudici che lo accusano di deportazione, sta provvedendo a ricongiungere i bambini ucraini, trattenuti nei centri per minori, con i genitori inizialmente creduti morti.

Va pure detto che, in un recente passato, la Corte ha provato ad indagare sui crimini di guerra statunitensi in Afghanistan e quelli di Israele in Palestina, ma gli Stati Uniti hanno risposto emettendo sanzioni contro i giudici che si erano azzardati ad avviare le indagini. Poco tempo dopo, quei giudici sono stati sostituiti, le indagini sospese e le sanzioni revocate.

Omnia munda mundis, direbbe fra Cristoforo, tutto è puro per i puri, e così gli Usa sembrano godere di una indulgenza plenaria per i peccati passati, presenti e futuri. Ed il loro amore per i bambini non può essere messo in discussione, anche se ritornano alle orecchie le parole di Madeleine Albright, già Segretario di Stato, sul sacrificio di 500 mila bambini morti a seguito delle sanzioni comminate all’Iraq per rovesciare il regime di Saddam Hussein: «ne valeva la pena».

Nuccio Carrara
Già deputato e sottosegretario
alle riforme istituzionali

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