La prossima settimana potrebbe nascere il nuovo decreto aiuti all’Ucraina
Una «totale collaborazione» con Parigi su moltissimi argomenti partendo dall’Ucraina fino al Mediterraneo allargato. L’intesa tra Italia e Francia ha anche una stretta di mano, dopo l’incontro a Roma tra il ministro della Difesa, Guido Crosetto, e il suo omologo d’Oltralpe. Sul tavolo una serie di argomenti ma tra i più urgenti c’è quello sugli aiuti a Kiev. La fornitura dell’avanzato sistema di difesa aerea Samp-T, di produzione italo-francese, ormai aspetta solo i tempi tecnici di definizione.
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E «la prossima settimana – spiega il titolare di via XX settembre – potrebbe nascere il nuovo decreto sugli aiuti all’Ucraina», il primo del Governo Meloni. A dare rassicurazioni sui rapporti «solidi» tra i due Paesi è lo stesso ministro francese: «abbiamo riaffermato la nostra volontà di portare avanti la nostra agenda di sostegno militare». E poi aggiunge: «puntiamo a studiare l’accrescimento delle capacità di produzione comuni per quanto riguarda la difesa terra-aria», che finora è rappresentata proprio dal Samp-T, per il quale gli unici intoppi erano rappresentati dalla difficoltà di reperire i materiali per alcuni moduli da produrre.
L’Ucraina non è stato l’unico argomento affrontato con Sébastien Lecornu a Villa Madama, nell’incontro durato quattro ore: si è parlato anche della sicurezza del Mediterraneo allargato, del Centro e Nord Africa fino al Medioriente, della cooperazione in campo militare e industriale e della «possibilità – spiega Crosetto – di costruire insieme una visione di sicurezza e Difesa che abbia il coraggio di pensare non soltanto ai nostri due Paesi e al Mediterraneo allargato ma al futuro della Difesa Europea».
La situazione geopolitica ad Est
Discorsi che non possono prescindere dall’attuale situazione geopolitica ad Est e dai suoi rischi: «tre anni fa nessuno avrebbe mai immaginato di vivere la situazione che viviamo oggi, questo ha messo in difficoltà e in crisi tutte le Difese europee, meno quelle che negli scorsi anni si sono tarate avendo una visione diversa, quella della Gran Bretagna, quella francese e quella americana. Quelle Difese in sostanza che anche negli anni scorsi non avevano dimenticato quanto successo nella seconda guerra mondiale e senza cambiare profondamente dopo che era finita la guerra fredda».
«Noi invece – avverte il ministro – come altre Difese siamo partiti da molto più indietro perché abbiamo perso la guerra e siamo arrivati, come massimo risultato degli anni scorsi, ad essere preparati nello svolgere missioni internazionali».
Poi con un’iperbole Crosetto indica i rischi di questo conflitto: «la terza guerra mondiale inizierebbe nel momento in cui carri armati russi arrivassero a Kiev e ai confini d’Europa: fare in modo che non arrivino è l’unico modo per evitarla». Il senso delle sue parole è chiaro: bisogna scongiurare il pericolo che i russi arrivino ai confini con la Nato perché qualsiasi incidente o evento casuale potrebbe dare luogo ad una escalation che non sarebbe più soltanto la guerra in Ucraina.
Infine la stoccata al sistema pubblico industriale della Difesa, «finora un sistema di comodità che non esiste in altri settori. Serve velocità, integrazione, capacità militare e di risposta che non esistono a livello europeo». Insomma, c’è tanto da rivedere alla luce dei nuovi scenari: «se anche finisse adesso – conclude – il percorso di cambiamento iniziato dal conflitto non finirà, ci vorrà tempo per rimarginare la ferita che si è aperta, perché nessuno ha la percezione in Italia di quanto inciderà in Europa e nella Nato. In questo momento siamo logicamente sbilanciati sul fronte Est, in un percorso nel quale ci trascineranno sempre di più fin quando non finirà questa guerra».
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