Qatargate, Antonio Panzeri si pente e firma un accordo con la Procura

di Chiara Langella

Giorgi parla con gli inquirenti di Tarabella e Cozzolino

L’ex eurodeputato Antonio Panzeri si è pentito e ha firmato un accordo con la procura federale belga che prevede «la reclusione, una multa e la confisca di tutti i beni finora acquisiti, stimata attualmente in un milione di euro». Lo riferisce la stessa procura. L’accordo firmato dall’ex eurodeputato prevede un anno di reclusione effettivo.

Oggi, annuncia la stessa, si è verificata «un’importante evoluzione» nelle indagini sul Qatargate. «Uno dei principali protagonisti della vicenda, Pier Antonio Panzeri, assistito dai propri legali, ha firmato con il procuratore federale un memorandum» ai sensi di alcuni articoli del codice di procedura penale belga, che «riguardano sospetti che si sono pentiti».

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Sulla base della firma, il pentito si impegna a «rendere dichiarazioni sostanziali, rivelatrici, veritiere e complete» alla giustizia «in merito al coinvolgimento di terzi e, se del caso, al proprio coinvolgimento in relazione a reati» legati al caso in questione.

Panzeri, denunciato il 10 dicembre 2022 per partecipazione ad un’organizzazione criminale in qualità di capogruppo, riciclaggio di denaro e corruzione attiva e passiva, si impegna dunque «a informare la giustizia e gli inquirenti in particolare sul modus operandi, gli accordi finanziari con Stati terzi, le architetture finanziarie messe in atto, i beneficiari delle strutture messe in atto e i vantaggi proposti, l’implicazione delle persone conosciute e di quelle ancora non conosciute nel dossier, ivi inclusa l’identità delle persone che ammette di aver corrotto».

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Giorgi: «Corrotti Tarabella e indirettamente Cozzolino»

Intanto emergono dettagli dell’interrogatorio del 13 di dicembre di Francesco Giorgi fatto davanti agli inquirenti belgi. «Alla vostra domanda – si legge nei verbali delle dichiarazioni -, i deputati corrotti sono Tarabella e indirettamente Cozzolino. Cozzolino era coinvolto con il Marocco, aveva dei contatti con Atmoun grazie a Panzeri. Panzeri era il presidente della commissione Maghreb, poi ha passato il testimone a Cozzolino. Prendeva delle cravatte o degli abiti. Panzeri ne prendeva anche dopo questo passaggio di testimone. Non conosco gli importi esatti ma sono inferiori a quelli del Qatar, si parla di qualche decina di migliaia di euro (..)».

Stralci dell’interrogatorio sono stati allegati alla richiesta di revoca dell’immunità per Marc Tarabella e Andrea Cozzolino. «Il Marocco era un Paese molto importante per il sig. Panzeri. Vi ha ricevuto la Legione d’onore, aveva molti amici in Marocco. C’era un accordo con l’ambasciatore marocchino in servizio in Polonia. Si chiamava Atmoun Abderrahim. Ha un po’ lo stesso ruolo del ministro del Qatar. Le discussioni vertevano sul controllo dei dibattiti in Parlamento, in particolare gli attacchi dell’Algeria e le questioni geopolitiche tese …», si legge nella documentazione.

«Il sig. Atmoun veniva a Bruxelles, oppure ci spostavamo da lui a Parigi, nel suo appartamento», si legge ancora nella documentazione che, nelle settimane scorso, era stata in parte anticipata dai media belgi».

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