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Si aggrava il bilancio della strage di Roma: morta la 50enne ricoverata in gravi condizioni

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Fabiana De Angelis è la quarta donna uccisa nella sparatoria

Salgono a quattro le vittime della strage di Roma, nel quartiere Fidene: è morta anche Fabiana De Angelis, 50 anni, che da domenica lottava in un letto dell’ospedale Sant’Andrea di Roma, colpita al cranio dalla pistola di Claudio Campiti in un bar della periferia di Roma. La donna era stata operata e trasferita in rianimazione ma le sue condizioni erano subito apparse gravissime. «Gli accertamenti diagnostici effettuati in queste ore – ha fatto sapere la direzione sanitaria dell’ospedale – hanno evidenziato un quadro clinico irreversibile. È stata dichiarata la morte cerebrale».

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E’ la quarta donna uccisa nella strage: le altre sono Elisabetta Silenzi, Sabina Sperandio e Nicoletta Golisano. Si appesantisce dunque ancora di più la posizione di Campiti, che ora per la prima volta si confronterà con i magistrati. L’udienza di convalida del fermo, richiesta dal pm Giovanni Musarò, avverrà all’interno delle mura del carcere romano di Regina Coeli e l’uomo dovrà rispondere di accuse gravissime: omicidio volontario plurimo aggravato dalla premeditazione. Dagli accertamenti in corso da parte degli inquirenti, intanto, emergono nuovi particolari sul suo passato: per due anni, dall’aprile del 2020 al settembre scorso, aveva percepito il Reddito di cittadinanza.

Le indagini degli inquirenti

La mattina di domenica scorsa Campiti, 57 anni, ha sottratto una pistola al poligono di tiro di Tor di Quinto e poi ha fatto irruzione nel gazebo di un bar nella zona di Colle Salario, dove era in corso una riunione dei soci del Consorzio Valleverde, nel Reatino, con il quale da anni era in lite. Ha fatto fuoco, lasciando a terra tre donne e ferendo altre tre persone, tra cui la più grave era appunto De Angelis.

Con sé aveva il passaporto, lo zaino pieno di vestiti e oltre seimila euro in contanti: secondo gli inquirenti progettava la fuga. Questo, e la sottrazione dell’arma dal tiro a segno di cui era appassionato socio da quattro anni, fanno pensare ai magistrati a un delitto premeditato. Che si è compiuto a più di ottanta chilometri da Ascrea, in provincia di Rieti, dall’edificio mai terminato nel cui seminterrato l’uomo si era insediato dopo la separazione dalla moglie.

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Da quell’alloggio fatiscente e senza allaccio fognario, tramite il suo blog, lanciava accuse dai toni deliranti nei confronti degli altri membri del Consorzio. A suo carico c’erano già delle denunce, a causa delle quali s’era visto respingere la richiesta di porto d’armi. Domenica mattina con sé aveva un secondo caricatore e ben 170 proiettili: il bilancio delle vittime poteva essere persino peggiore se i condomini stessi, superato lo choc iniziale, non avessero reagito aggredendo l’uomo a loro volta, per disarmarlo.

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Silvio Paganini, 67 anni, rimasto ferito al volto ma senza gravi conseguenze, è stato personalmente ringraziato dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri e dall’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato per il suo coraggio, ed è stato dimesso. E, secondo quanto racconta un testimone al ‘Messaggero’, un ruolo fondamentale l’avrebbe avuto Elisabetta Silenzi – una delle quattro vittime – che avrebbe cercato di sorprendere Campiti alle spalle ma sarebbe stata abbattuta a bruciapelo.

L’omaggio del sindaco e le verifiche

Ieri il sindaco Gualtieri ha deposto un mazzo di fiori nei pressi del bar, prima di andare in ospedale a visitare l’altra persona ferita, l’80enne presidente del Consorzio Bruna Marelli. Per lei e per le altre persone coinvolte nel delitto la Regione ha attivato l’assistenza psicologica. La procura di Roma ha anche avviato delle verifiche di natura fiscale sull’uomo che, a quanto pare, da molto tempo si rifiutava di pagare le quote consortili. Nel suo passato c’era la morte del figlio adolescente nel 2012 in un incidente di montagna, una tragedia mai del tutto superata.

Aveva perso, oltre alla moglie, anche il lavoro. Dalle verifiche è emerso che da aprile 2020 a settembre scorso il 57enne aveva percepito il reddito di cittadinanza. Oggi, dunque, l’udienza di convalida del fermo per Campiti, che per ora è l’unico indagato. Ma i carabinieri stanno battendo anche un altro fronte, quello del poligono di tiro di Tor di Quinto, dal quale l’uomo è riuscito a portar via l’arma del delitto: saranno acquisiti i verbali di entrata e di uscita e anche le immagini delle telecamere di sicurezza per capire se ci siano state falle nei meccanismi di sorveglianza.

Campiti ha potuto prelevare in armeria una Glock ‘45 lasciando un documento, ma non è mai arrivato alla linea di tiro: è andato a puntarla su bersagli umani. Il prefetto di Roma Bruno Frattasi ha annunciato una stretta sui controlli nei poligoni di tiro, e d’accordo s’è detto il capo della Polizia Lamberto Giannini: «E’ una tematica assolutamente all’attenzione».

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