Costretti dal clan a lasciare la propria casa : «Non vi avvicinate più a Scampia»

Tutto per un debito non pagato di appena 60 euro

«Non ti avvicinare più a Scampia»: sono le ultime parole che mamma e figlio, quest’ultimo su una sedia a rotelle a causa di fratture a entrambe le gambe, si sono sentiti dire da Leopoldo Marino e Carmine Pandolfi (arrestati oggi dai carabinieri con l’accusa di avere costretto le loro due vittime ad abbandonare la loro abitazione di Scampia, nella periferia a Nord di Napoli) prima di essere costretti a lasciare, nel pomeriggio del 12 luglio 2021, l’abitazione che occupavano legittimamente, decine di anni.

Tutto solo per un debito non pagato di appena 60 euro, risalente al 2020. A fronte di quella esigua somma i due pretendevano la restituzione di 2.500 euro, che madre e figlio non avevano, oppure, in alternativa, le chiavi dell’appartamento nel quale vivevano. Il primo approccio risale al 10 luglio 2021: i due arrestati, dopo avere fatto le loro richieste, tra cui la restituzione in poche ore dei 2.500 euro, hanno anche rivolto minacce di morte all’uomo sulla sedia a rotelle: «consegna le chiavi altrimenti ti “atterriamo” (seppelliamo, ndr)».

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Il giorno dopo, l’11 luglio, gli aguzzini si sono ripresentati, in tarda serata, intorno alle 23,30. Quando si sono resi conto che non avrebbero avuto i soldi chiesti, hanno picchiato il figlio della donna, con ginocchiate, calci e pugni, procurandogli diverse lesioni al viso. L’ultimo raid è del 12 luglio: i due arrestati intorno alle 16 si sono presentati per il terzo giorno consecutivo a casa della coppia alla quale hanno concesso appena pochi minuti per raccogliere le loro cose prima di farsi consegnare le chiavi e di cacciarli definitivamente dall’abitazione.

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