Il Fondo di salvaguardia entrerà in quota di minoranza nella newco Tme Assembly Engineering
Per risolvere la crisi Jabil verrà attivato il ‘metodo Corneliani’, introdotto dal ministro Giancarlo Giorgetti, che consentirà al Fondo di salvaguardia di entrare in quota di minoranza nella newco Tme Assembly Engineering, già costituita da Tme, che si occuperà di progettazione e produzione di schede elettroniche per diversi settori industriali. Lo sottolinea il Mise in una nota che commenta l’intesa siglata al ministero tra Jabil-TME e le organizzazioni sindacali per la ricollocazione di 200 lavoratori.
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Al tavolo, presieduto dal coordinatore della Struttura per le crisi d’impresa Luca Annibaletti, che si concluso ieri in tarda serata al Ministero, hanno preso parte i rappresentanti di Jabil, Tme, Regione Campania, Confindustria locale, sindacati, Anpal e Invitalia.
L’accordo raggiunto tra le aziende e i sindacati, che sarà sottoposto all’approvazione dei lavoratori, prevede la presentazione di un piano industriale da parte di Tme per ricollocare i 222 lavoratori di Jabil, ma anche di incrementare le produzioni con possibilità di nuove opportunità di assunzioni. La struttura per le crisi d’impresa del Mise proseguirà insieme ad Invitalia la sua attività di confronto tra le parti e di monitoraggio sul percorso condiviso per tutelare tutti i lavoratori.
La Uilm: «Giunti ad una buona intesa»
«La vertenza non è conclusa ma ritengo si sia giunti ad una buona intesa, ora la parola alle assemblee e al voto dei lavoratori» dichiara il segretario nazionale della Uilm, Luca Colonna, spiegando che «l’intesa prevede che Tme entro il 31 agosto, e comunque entro il 2022, assumerà a tempo indeterminato i 200 dipendenti di Jabil che volontariamente si proporranno con un incentivo di 30 mila euro, con pari retribuzione annua e con le tutele previste dall’articolo 18».
Inoltre, prosegue, «è stata trovata una soluzione in Tme anche per i 22 dipendenti provenienti dall’azienda Orefice. Ora attendiamo da Jabil che venga implementato il piano industriale, con più carichi di lavoro che, insieme alle uscite verso Tme, consentano di chiudere la stagione degli ammortizzatori sociali e delle continue ristrutturazioni per tornare a lavorare e a produrre».
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