Perché Sanremo è Sanremo. Stupiscono Dimartino e Colapesce. Flop Aiello

di Elvira Marra

E’ partita, tra le consuete polemiche, la 71esima edizione del Festival di Sanremo. Il carrozzone mediatico nazionalpopolare non è stato fermato dalla pandemia.

Amadeus e Fiorello sono una piacevole conferma, hanno regalato leggerezza e sorrisi in un Ariston vuoto e surreale. Ibra e Matilda De Angelis sono stati sorprendenti, autoironici, divertenti, professionali. Promossi a pieni voti.

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Un dubbio resta: c’era davvero bisogno di ospitare Achille Lauro al solo fine di scatenare polemiche? Ci aveva pensato Orietta Berti che è riuscita a farsi inseguire dalla polizia per la violazione del coprifuoco. Maestosa, come sempre, la Loredana nazionale che ha, ancora una volta, dimostrato di avere una grandissima personalità.

Veniamo alla gara. Nella categoria “Nuove Proposte”, relegati ingiustamente in una finestra introduttiva al Festival vero e proprio, gli artisti non deludono. Le canzoni sono fresche e piacevoli, nessuna rivelazione degna di stupore, ma Gaudiano e Falcost passano il turno meritatamente.

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Tra i ‘Big’, come ribadito in conferenza stampa da Amadeus, ce ne è per tutti i gusti. La grande assente è l’Emozione. Quella con la E maiuscola. L’emozione che un pubblico difficile come quello del teatro Ariston proietta inevitabilmente sugli artisti, anche su quelli che hanno decine di partecipazioni alle spalle.

E’ proprio qui, che quelle sedie rosse vuote, hanno avuto l’impatto maggiore. C’è però Fedez che è riuscito a emozionarsi comunque, nonostante le esibizioni assomigliassero ad una prova generale trasmessa in TV.

Annalisa e Noemi, splendide e professionali, convincono sia per il look sfoggiato sia per le canzoni proposte, seppure manchi un guizzo di originalità. Non dispiacciono Fedez e Michielin, ma non è ‘Magnifico’ il pezzo che hanno deciso di proporre. Insomma, la scuderia di X Factor piace tanto al pubblico, considerato il piazzamento dei pezzi nella top-ten della classifica di fine serata.

Il rock ha tra i suoi rappresentanti i Maneskin, che coraggiosamente portano sul palco una canzone lontana anni luce dai canoni dei brani sanremesi. Le grandissime aspettative su Madame deludono anche il suo pubblico di giovanissimi. Meglio Fasma, che cavalca la vittoria nella categoria giovani dell’anno scorso, proponendo una canzone non dissimile.

Max Gazzè è uguale a se stesso: ci prova con il travestimento da farmacista rinascimentale, ma non convince. Renga, Ghemon, Coma-cose cavalcano la scena consapevoli della fondamentale importanza di un passaggio televisivo nazionalpopolare durante una pandemia.

Dispiace per Irama, in stand-by causa Covid. Pessima l’esibizione di Aiello: resta un mistero lo spropositato numero di followers che lo segue. Una perla brilla in questa serata, come da tradizione interminabile: ‘Musica leggerissima’ di Dimartino e Colapesce, fresca, orecchiabile, non banale, strutturata bene.

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