Ancora stallo tra Conte e Renzi. Ma la crisi è rimandata alla prossima settimana

di Dario Caselli

Tre ore di vertice che alla fine però non sembra aver spostato più di tanto le posizioni all’interno della maggioranza. Da un lato c’è chi come il Pd e il M5S che parlano di «passi in avanti significativi» e chi, invece, come Matteo Renzi che invoca lo streaming per il prossimo Consiglio dei ministri mettendo nel mirino la comunicazione di Palazzo Chigi, che nel corso della riunione avrebbe fatto filtrare alcuni passaggi della riunione.

E in tutto questo, per dirla alla Renzi, del Recovery Plan ancora non c’è traccia. La riunione che avrebbe dovuto dare il via libera alla bozza e spalancare le porte del CdM ancora non ha avuto modo di leggere il testo. E così slitta il Consiglio dei ministri alla prossima settimana. Si parla di martedì o di mercoledì. Nel frattempo si continuerà a trattare perché il rischio crisi è altissimo e lo sfaldamento della maggioranza diventa sempre giorno dopo giorno più preoccupante.

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La testimonianza è proprio la riunione del tardo pomeriggio di ieri tra il premier Giuseppe Conte e i capidelegazione, dove in più di un’occasione tra renziani e resto della maggioranza sono volate parole al veleno. Italia Viva ha puntato il dito contro Conte e il governo per non aver ancora presentato il piano: «Iv chiede di correre: si è perso sin troppo tempo. Abbiamo chiesto di iniziare a lavorare a luglio e vi siete svegliati a dicembre. E dal 7 dicembre ci avete riconvocato il 22 dicembre. Noi abbiamo lavorato sempre, anche a Natale. Ora vogliamo il documento finale e su quello diamo valutazione in 24 ore. Non si perda altro tempo».

Peccato però che in questa riunione non soltanto mancava il piano ma anche quello di Italia Viva, visto che i renziani si sono presentati con le loro proposte e le osservazioni del “Ciao”. Ciò nonostante, Renzi rivolgendosi a Conte dagli studi di Stasera Italia ha detto: «Noi vogliamo un testo e non una sintesi di 13 pagine. Chiedo al presidente Conte: si può?». Ribadendo: «Non abbiamo fatto tutto questo caos per prendere una poltrona, noi siamo gli unici che sono pronti a restituire le deleghe. Se devo stare in maggioranza per non fare niente preferisco stare all’opposizione».

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Dal resto della maggioranza non ci stanno e nel corso della riunione le fonti di Palazzo Chigi (Casalino?) fanno filtrare le critiche della maggioranza verso i renziani: «Iv sta ostacolando e prendendo in ostaggio il Recovery plan. Per M5S Leu e Pd si registrano ottimi passi avanti sulle linee, ora bisogna andare avanti in Cdm e poi inviare il piano in Parlamento. Non perdere più tempo».

Movimento 5 Stelle
Luigi Di Maio e Vito Crimi

Botta e risposta al quale non si sottrae nemmeno il M5S che con Vito Crimi su Facebook attacca i renziani senza però citarli: «Mentre in questi giorni discutiamo di un tema cruciale come il Recovery Plan, compiendo proprio su questo fronte significativi passi in avanti (politiche attive del lavoro, proroga del superbonus 110% al 2023, piano nazionale di transizione 4.0), ci ritroviamo purtroppo a dover prendere atto di atteggiamenti incomprensibili e irresponsabili da parte di quanti mettono a rischio il buon lavoro fatto fin qui. Un lavoro che continueremo a portare avanti, senza sosta, nell’esclusivo interesse dei cittadini».

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Per quanto riguarda Conte, il premier cerca di evitare di avvelenare la situazione, già peraltro critica, ribadendo comunque a Maria Elena Boschi che «chi invoca rispetto deve dare rispetto. Non puoi permetterti di dire che alla riunione del 22 dicembre tutti i ministri presenti non avevano letto la bozza che era stata presentata nel Cdm del 7 dicembre. Solo perché un ministro nel corso di quella riunione del 22 ha avuto un dubbio su uno dei tanti progetti presentati. Questa è una affermazione irriguardosa».

Sul piano politico però il premier, oltre ad assicurare che «tutti i contributi delle varie forze politiche sono serviti a migliorare l’attuale bozza di lavoro del Recovery Plan» e che «il Paese non può permettersi un ritardo sul Recovery plan perché questo comprometterebbe la nostra ripresa e sarebbe imperdonabile rispetto ai cittadini, lancia l’offerta politica: «Il Recovery non è lo strumento per definire tutte le questioni poste sui tavoli di confronto della maggioranza. Anche perché vi sono interventi che non possono essere finanziati con il Recovery Fund. Nei prossimi giorni vi inviterò al confronto per concordare una lista di priorità per la restante parte della legislatura».

Ma Renzi risponde facendo filtrare la notizia che entro domenica ci sarà l’assemblea dei parlamentari di Italia Viva. Questa potrebbe essere l’occasione per risolvere i nodi o per imboccare definitivamente la via della crisi, anche se lo showdown sarà probabilmente nel Consiglio dei ministri o a ridosso. Allora è possibile che le ministre rimettano il loro incarico e quindi si apra ufficialmente la crisi.

Per il momento quella che doveva essere la settimana decisiva è rimandata alla prossima, a conferma che lo stallo continua mentre la pandemia bussa con violenza alle porte degli italiani. Ma questo per il momento non sembra interessare molto dalle parti del governo.

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