Contefice: «no al Natale». E intanto, il Pontefice tace e si gira dall’altra parte

Il Contefice cancella il Natale, mentre il Pontefice guarda dall’altra parte. E il “duo delle meraviglie”: Conte e Speranza, può continuare ad esercitarsi negli sport nei quali eccelle: scaricabarile e caccia al potere. Certo, i loro predecessori non sono stati da meno.

Ma – forse perché non ne hanno avuto l’occasione – non hanno toccato le vette scalate da loro, grazie al Covid-19. E chi ne ha seguito le performance televisive questa settimana ne ha avuto conferma. Entrambi hanno ribadito – come stanno facendo da quando la pandemia è scoppiata – che l’Italia è stata un esempio mondiale su cosa fare per fermare il virus.

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Hanno dimenticato, che – vedi ‘Report’ 30 novembre – in un rapporto – pubblicato sul proprio sito ma scomparso dopo 24 ore – l’OMS ha definito «improvvisata, caotica e creativa» la risposta italiana al Covid-19, anche per l’arretratezza del nostro piano antipandemico, fermo al 2006.

Zambon, coordinatore degli autori del dossier, però ha smentito il dg aggiunto dell’Oms, Guerra, che aveva definito il dossier: «caz…te», riaffermandone i contenuti. E il viceministro Sileri, ha confermato l’arretratezza del piano. Ma Speranza e Conte glissano, accusando gli italiani, di aver approfittato della loro “bontà” nell’aprire qualche portone, fiondandosi in strada e dandosi alla pazza gioia e rimettendo, così, in circolazione il virus.

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Ma se la guerra al Covid-19 ha potuto godere di una tregua, non è stato perché loro e i furbetti della pandemia, avessero capito il da farsi, bensì, perché gli italiani, intimoriti dal terrorismo mediatico, hanno preferito non rischiare e “disertare” come da disposizioni ministeriali.

Un terrorismo, per altro, senza alcuna ragion d’essere. Se ne avrà contezza a fine anno quando sarà possibile confrontare i dati Istat dei decessi in Italia 2020, per malattie cardiocircolatorie, con quelli del 2019, 641.768: sistema circolatorio 230 992; tumori 180.085; sistema respiratorio 53.372; sistema nervoso (Alzheimer, Parkinson) 30.872; malattie endocrine 25.000; disturbi psichici o comportamentali 24.000; apparato digerente 23.000».

«La morale di queste cifre – ha detto Barbara Palombelli, nel corso della puntata di ‘Stasera Italia’ nella quale le ha snocciolate – è che se sommiamo solo Parkinson, Alzheimer, tumori e malattie respiratorie arriviamo a una cifra stratosferica che probabilmente ridimensiona i numeri che tutti i giorni ci vengono dati».

Tanto più che – senza autopsie – non sappiamo neanche se, siano davvero Covid. Ancora, stando alla Fondazione Hume del prof. Ricolfi, se si considerano i 27 Paesi con istituzioni di tipo democratico, ci si rende conto che ben 10: Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong, Australia, Nuova Zelanda, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Irlanda, non hanno subito una seconda ondata. E nei primi i numeri dell’epidemia sono infimi, negli ultimi (gli europei) molto modesti.

Ebbene, qual è il miracolo di Conte e Speranza? Ma negare tutto ciò gli serve, a coprire le proprie inefficienze per non aver implementato i trasporti pubblici, per far viaggiare i pendolari in tranquillità, rispettando le distanze di sicurezza e per non avere, potenziato le terapie intensive, limitando, così, sia la crescita dei decessi che l’insostenibile pressione sulla sanità; e, dall’altro, a scaricarne le colpe sui cittadini e punirli, negandogli la tradizione secolare del Natale, cancellato dal calendario ed imponendo che la messa del 24 dicembre venga anticipata alle 20, in Europa nessuno è arrivato a tanto.

Inoltre, confermando il coprifuoco dalle 22 alle 5 (a Capodanno, addirittura, fino alla 7, perché?); no agli spostamenti tra regioni dal 21 dicembre e fra i comuni a il 25 e 26/12 e l’1/1. Poco importa se ristoratori, operatori turistici e regioni hanno perso la “capeza” per un dpcm che infligge un ulteriore colpo all’economia del Paese. Ciò che importa a Giuseppi, e al ministro della salute, è conservare la poltrona, evitare il rimpasto, continuando a galleggiare. Anche a costo d’infognare il Paese in una palude senza fine.

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