La paranza delle idee ricorda, a ventiquattro anni dal suo omicidio per mano della camorra, Raffaele Pastore e lo fa con un comunicato nel quale l’Associazione politico culturale oplontina spende parole sentite anche per un’altra triste ricorrenza che cade oggi: il quarantennale del sisma dell’Irpinia. L’incrocio di date è un pretesto per una riflessione sul fenomeno criminale a Torre Annunziata e su alcune delle pagine più buie vissute dalla città.
Ecco quanto si legge nella nota: Il 23 novembre del 1996 a Torre Annunziata la camorra assassinò il commerciante Raffaele Pastore, che pagò col sangue il suo coraggio nel denunciare le richieste estorsive ricevute. In questa data (che, non a caso, dal 2015 nel nostro Comune è dedicata alla memoria delle vittime innocenti della criminalità) un sentito ricordo va a lui e a tutti gli incolpevoli caduti sul nostro territorio per mano di quella tremenda piaga sociale che è la camorra».
«Un cancro dal quale, lo dimostra il recente folle attentato avvenuto a Rovigliano, non siamo ancora guariti. Che la commemorazione, perciò, sia per tutti motivo di riflessione e di stimolo per un impegno civico schierato senza riserve a favore della legalità» sottolinea l’associazione.
«Ma il 23 novembre» – continua il sodalizio nel suo commento – «cade anche un’altra triste ricorrenza, quella del terribile terremoto che colpì l’Irpinia. Oggi sono trascorsi esattamente quarant’anni da quel dramma. Quel sisma non portò soltanto morte e distruzione. Ci fu l’immediata vergogna, per una nazione che si considerava sviluppata, per l’impreparazione della rete dei soccorsi; fu seguito, nel tempo, da un’altra vergogna, quella delle speculazioni sulla ricostruzione. Anche qui il crimine (assieme alla malapolitica) giocò la sua parte e lo fece pure nella nostra Città».
«Tant’è che, quando si parla dell’Irpiniagate, tra gli esempi di cattiva ricostruzione vengono spesso citati i quartieri Penniniello e Quadrilatero delle Carceri (sulle cui prospettive di riqualificazione le cronache di questi giorni hanno sollevato nuovi interrogativi). E furono proprio i perversi interessi coalizzatisi attorno al business della ricostruzione che portarono, qui e nel resto della Regione, ad altre tragiche morti (c’entravano, però, le macerie morali e non quelle materiali). Se fu scelto proprio il 23 novembre come Giornata della Memoria è anche perché occorre riflettere pure su questa oscura pagina della nostra storia e trarre da essa i corretti insegnamenti» conclude ‘La paranza delle idee’.
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