Non solo la zona, è tutta la Campania che si tinge di giallo. Sull’orlo del declassamento poi tutto rimandato

di Dario Caselli

La Campania si tinge di giallo. Ma non si tratta del colore della fascia di appartenenza decisa dal governo riguardo l’epidemia di Covid-19, piuttosto per la confusione che sembra aleggiare intorno alla Regione guidata da Vincenzo De Luca e al suo futuro sul piano sanitario. Fino al pomeriggio di ieri sembrava quasi per certa la ‘retrocessione’ della Campania, quantomeno in zona arancione, e invece alla fine niente di fatto.

Anzi, ed ecco il giallo, quando sembrava che oggi ci sarebbe dovuto essere un ulteriore supplemento di indagine sui dati forniti dalla Regione Campania, una dichiarazione ufficiale del governatore De Luca ha messo la pietra tombale su qualsiasi dubbio: «Vedo che sugli organi di informazione si è creata un’attesa di decisioni riguardanti la Regione Campania. La collocazione di fascia della Campania è già stata decisa ieri, a fronte della piena rispondenza dei nostri dati a quanto previsto dai criteri oggettivi fissati dal ministero della Salute. Ho sollecitato io un’operazione trasparenza, pubblica e in tutte le direzioni, per eliminare ogni zona d’ombra, anche fittizia. Dunque non c’è più nulla da decidere e da attendere».

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Tutto chiaro? Fino a un certo punto visto che mentre il governatore assicurava che non c’era alcun dubbio, le agenzie di stampa diffondevano a piene mani notizie in controtendenza spiegando che «la Campania è ancora in bilico, al momento è ancora in fascia di rischio gialla, ma i tecnici sono al lavoro sui dati dell’andamento della pandemia da Sars-cov-2 nella Regione, una “ricognizione” da cui dipenderà la decisione, che prenderà poi, a valle, il ministro della Salute Roberto Speranza».

Dubbi a sua volta rafforzati, poi, dallo stesso ministro Francesco Boccia dagli studi di Cartabianca spiegava: «Il monitoraggio è in corso e ci sarà ogni venerdì. Domani non accadrà nulla, ma sulla Campania c’è un approfondimento che il ministero della Salute sta portando avanti. Quando saranno terminati si tireranno le somme. Vedo un grande senso di responsabilità sia da parte del presidente De Luca che del ministro Speranza».

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Luigi De Magistris

Insomma, un giallo sul giallo. Quello del colore della fascia ma anche l’ammissione che sulla Campania bisogna approfondire. E come se non bastasse sempre dagli schermi della trasmissione di Rai Tre ci pensava il sindaco Luigi De Magistris a dare un’altra mano di colore giallo a questa vicenda, come lui stesso ammette: «Se guardo i dati empirici della mia città tutto mi sembra tranne che zona gialla. Più che colore giallo, a questo punto temo che ci sia un ‘giallo Campania’. Sono sconcertato perché se guardo quel che accade nella mia città, ascolto l’appello dei medici, degli infermieri, dei direttori sanitari e dei pazienti, la situazione negli ospedali è drammatica. Non parliamo delle altre patologie, la gente non si cura più se non per casi gravissimi. Ci sono le file per avere l’ossigeno, non si trova l’ossigeno in alcune farmacie, le ambulanze arrivano anche con un’ora di ritardo per gli incidenti stradali, per non parlare dell’assistenza a casa».

E concludendo: «La situazione è drammatica, eppure si assiste a un balletto di irresponsabilità e di assenza di trasparenza tra Governo e Regione. Ho avuto pazienza fino ad ora, ma da sindaco di Napoli ho il dovere di far comprendere al Paese che la situazione negli ospedali della città è drammatica. Nei prossimi giorni faremo delle iniziative clamorose per far svegliare il governo, che forse così capirà la situazione della Campania».

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De Luca: «Continua la campagna di aggressione mediatica contro la Campania. Pronti a querelare»

Giallo su giallo e confusione su confusione, a cui non poteva mancare la chiusa finale affidata al governatore De Luca che al termine di Cartabianca sbotta su Facebook: «Continua la campagna di aggressione mediatica contro la Campania. C’è da rimanere esterrefatti di fronte alle parole e alle tesi campate in aria ascoltate da vari interlocutori nella trasmissione del servizio pubblico Cartabianca. Di fronte a queste falsità non resta che la querela per diffamazione».

E spontaneamente viene da chiedersi chi abbia ragione, De Luca che con orgoglio conferma la zona gialla e l’affidabilità dei dati o De Magistris che chiede la zona rossa? E che pensare del governo, che addirittura manda i tecnici del ministero per verificare l’attendibilità dei dati, alimentando per più di una giornata l’ipotesi di un declassamento della Campania?

Il sospetto che molti coltivano, ma nessuno dice e che probabilmente frena su un possibile cambio di colore dal giallo all’arancione o addirittura al rosso, è che una possibile decisione restrittiva potrebbe avere pesanti effetti sull’ordine pubblico. Sia in Regione e sia al governo hanno ancora ben fissi negli occhi le immagini degli scontri di Santa Lucia, sotto le finestre del Palazzo della Giunta regionale. Napoli fu la prima città a ribellarsi in maniera così violenta a un primo giro di vite. Il timore è che quelle scene, in maniera anche più dura, possano ripetersi.

Quindi meglio andare con calma, ponderare bene il da farsi. E in questa attesa ecco che governo e Regione si rimpallano le decisioni, visto che nessuno vuole intestarsi la responsabilità di chiudere anche perché dopo dovrebbe preoccuparsi di ristorare quelle attività e cittadini costretti alle chiusure. In questo contesto il sindaco di Napoli fa il battitore libero, reso tale anche dal fatto di essere a fine mandato e di non aver più il problema di essere rieletto.

Venerdì nuovo monitoraggio dei dati. Che succederà in Campania?

Si attende perciò venerdì per capire il futuro della Campania, sempre che non arrivi qualche decisione più ampia. Infatti, prende sempre più quota l’ipotesi di un possibile lockdown generale il prossimo 15 novembre se la curva epidemiologica non dovesse registrare miglioramenti. Altri quattro giorni per valutare l’impatto dell’ultimo Dpcm e poi il governo potrebbe decidere per una serrata. Al momento sia il premier Conte che il Pd e il M5S lo escludono, ma le richieste dei medici, dei tecnici e degli operatori sanitari sta diventando sempre più pressante.

Il 15 novembre possibile decisioni su lockdown nazionale

Ieri l’Istituto Superiore di Sanità nel presentare i dati del monitoraggio ha chiarito che «in alcune regioni si è superata la soglia critica per l’occupazione degli ospedali e c’è probabilità alta in tutta Italia di saturazione entro un mese per terapie intensive». Un dato che viene tenuto in grande osservazione anche se la curva dei contagi sta deflettendo, a testimonianza di un rallentamento. Tutti elementi di cui il governo terrà conto in vista di quello che potrebbe essere il giorno decisivo: domenica 15 novembre.

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