Juve-Napoli, 3 a 0 a tavolino e un punto di penalizzazione agli azzurri. E la chiamano giustizia sportiva

Juve-Napoli 3-0 a tavolino e un punto di penalizzazione per il Napoli che non si è presentato a Torino. Questa la sentenza appena pronunciata dal giudice sportivo Gerardo Mastrandrea.

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A questo punto è chiaro che nel pianeta calcio italiano sono tutti uguali a eccezione di Andrea Agnelli e la Juve che, naturalmente, essendo più uguali di tutti, pesano anche di più. E nello specifico, oltre che di tutte le concorrenti del campionato di calcio, anche della legge, e quindi dello Stato e, di conseguenza, della salute dei cittadini.

Del resto, perché non dovrebbe essere così, «loro – come ha sentenziato il presidente Agnelli, rispettano le regole». Quali? Non si sa, ma le rispettano. Più che criticare Mastrandrea, insomma, dovremmo ringraziarlo. Ci ha spiegato chiaramente come stanno le cose in questo Paese.

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Soprattutto quando c’è di mezzo la Fiat. Non dimentichiamo che – nonostante sia cresciuta negli anni grazie a un notevole sforzo finanziario dello Stato italiano (sommando tutto ben oltre 10miliardi di Euro) -, la fabbrica italiana automonbili Torino, fondata l’11 luglio del 1899 dal senatore Giovanni Agnelli, nel 1999 ha trasferito la propria sede legale in Olanda, notorio paradiso fiscale, dove nel 2014, una volta diventata Fca, ha pensato bene di trasferire anche quella fiscale. Per fiscalità e legislazione favorevoli. Ma, nel maggio scorso, non si è fatta alcuno scrupolo di chiedere allo Stato la garanzia, prevista dal decreto liquidità, per un prestito di 6,3 miliardi da IntesaSanPaolo.

Le ragioni di Mastrandrea

Secondo il giudice sportivo «non risulta integrata la fattispecie della forza maggiore», essendo tra l’altro «preclusa a questo stesso giudice, come da noti principi, ogni valutazione sulla legittimità (e, ancor più, ogni eventuale forma di disapplicazione) di atti e provvedimenti, in qualunque forma adottati, delle autorità sanitarie statali e territoriali, nonché delle autorità regionali, poste in essere a tutela della salute di singoli o della collettività».

Il Napoli aveva deciso di non partire per Torino dopo che la Asl aveva disposto l’isolamento fiduciario per le persone entrate in contatto con due giocatori positivi al Covid, Elmas e Zielinski. Così facendo, il club partenopeo ha però violato quanto previsto dal protocollo federale, secondo cui la gara va giocata in caso di disponibilità di 13 giocatori.

Il giudice ha inoltre dichiarato inammissibile, respingendolo comunque nel merito, il reclamo avverso la regolarità della gara rimettendo gli atti alla Procura Federale per le valutazioni e le determinazione di competenza. Ma sia chiaro che non finisce qui. Anzi…

Ci sono ancora due gradi di giustizia sportiva e poi Tar e giustizia ordinaria da perseguire. Poi, vedremo, se vale davvero la pena di continuare a farci prendere in giro da questi signori. A mio parere, no. Secondo voi?

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