Campania, Commercianti contro il ‘coprifuoco’ di De Luca. Di Porzio: «A rischio 5mila aziende e 30mila posti di lavoro»

La delegazione regionale Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) è sul piede di guerra. Il presidente regionale Fipe, Massimo Di Porzio, ha sottolineato che, così facendo, il settore ristorazione è destinato a soccombere. Già ora sono «30mila i posti a rischio, 5000 le aziende in difficoltà. Noi non siamo degli untori, rispettiamo il protocollo di sicurezza già concordato con la Regione e siamo contro la chiusura delle nostre attività. Non possiamo vivere in questo caos di ordinanze e provvedimenti contradditori che seminano incertezza e totale confusione».

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Obiettivo della manifestazione dei gestori di bar, ristoranti, pizzerie, locali del by night davanti alla sede della Regione Campania in Via Santa Lucia a Napoli è il ‘coprifuoco’ imposto dall’ordinanza di De Luca. Dall’emanazione dell’ordinanza, i gestori dei locali si sono detti contrari alla chiusura obbligata alle 23 in settimana e alle 24 durante i weekend, denunciando un «serio rischio per la tenuta economica delle attività commerciali».

Una delegazione della Confcommercio Campania, che ha voluto e organizzato la manifestazione, è stata ricevuta dall’assessore regionale alle Attività produttive, Antonio Marchiello, per affrontare il nodo degli orari e delle chiusure, evidenziando che «gli assembramenti si creano al di fuori e non dentro ai locali» e che «chiudere anticipatamente non assicura in maniera automatica che non si saranno persone che comunque si fermano in strada».

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«Abbiamo avuto rassicurazioni su un incontro, forse già la prossima settimana, con il presidente De Luca e la task force – ha affermato Pasquale Russo, direttore generale Confcommercio Campania – Non siamo contrari alle misure di contenimento, siamo contrari a quelle misure che non contengono i contagi e questa ordinanza non ha nessun effetto sul contenimento dei contagi».

I manifestanti hanno indossato tutti la mascherina, così come previsto da un’altra ordinanza regionale emanata prima dell’ultimo Dpcm, e hanno esposto cartelli con le scritte: «No ad una sola attività commerciale chiusa. Sì a un maggiore controllo delle misure di prevenzione della salute».

La richiesta, fin dal primo giorno dell’ordinanza sulla movida, è stata quella di avere maggiori controlli, dentro e fuori dai locali, così da evitare assembramenti e garantire il rispetto delle misure di contenimento all’esterno. «Siamo pronti ad avere controlli anche quotidiani – conclude un gestore – ma la chiusura anticipata ci spezza le gambe».

Caos ordinanze | Il servizio da IuppiterTV

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