Maggioranza cerca l’intesa e al Senato confida sul ‘senso di responsabilità’ dei senatori
Di solito come spesso accade nel calcio le partite più attese e sulla carta spettacolari si risolvono in un blando pareggio. Addirittura senza gol. E’ questa la sensazione che sta serpeggiando tra i parlamentari in vista del doppio confronto che vedranno Conte e la sua maggioranza impegnati tra martedì e mercoledì: il prolungamento dello stato di emergenza e lo scostamento di bilancio.
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Per la verità sul primo punto il governo non ha mai messo in dubbio di avere i numeri. Infatti, ad essere contro è soltanto l’opposizione mentre la maggioranza non sembra registrare cedimenti o distinguo. L’unico problema emerso e che ha sollevato il Pd sono il poteri della presidenza del Consiglio alle luce del nuovo stato di emergenza. Insomma per i dem va bene la proroga ma niente ‘pieni poteri’ a Conte. Quindi dovranno essere indicati paletti ben precisi. E su questo punto sembra che nella maggioranza sia stata trovata un’intesa.
Si andrà così ad un allungamento dello stato di emergenza dal 31 luglio al 31 ottobre e che nei fatti significa che il governo potrà, se apprezzate le circostanze di pericolo per la salute pubblica, ricorrere immediatamente a misure draconiane.
Più complicata ed articolata è la situazione riguardante lo scostamento di bilancio, fondamentale per il governo per comporre quel decreto Agosto che conterrà misure per 25 miliardi di euro di cui quasi la metà andranno a sostegno dei lavoratori e imprese. Il problema è che per dare il via libera è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti e mentre alla Camera non sembrano esserci problemi il rischio è al Senato.
Pallottoliere alla mano i senatori, compreso quelli a vita, sono 320 e quindi è necessaria una maggioranza di 161 senatori. Finora la maggioranza nei voti di fiducia che si sono alternati non è mai andata oltre quota 160. Ma dalla maggioranza si ostenta sicurezza e la convinzione che si potrebbe andare oltre i 161 voti confindando sul senso di responsabilità, ma sarebbe meglio dire la paura del voto, di tanti senatori che sanno di non avere alcuna possibilità di essere rieletti. E qualcuno parla anche di quale aiutino da Forza Italia.
Berlusconi: nostro orizzonte è e rimarrà alleanza Centrodestra
Anche se proprio ieri Silvio Berlusconi ha smentito seccamente queste voci, ribadendo “di fronte ad una serie di interpretazioni giornalistiche improprie che si ripetono in questi giorni, sono costretto a richiamare ancora una volta concetti che ho espresso in decine di occasioni pubbliche, interviste, dichiarazioni. Il senso di responsabilità istituzionale dimostrato da Forza Italia di fronte all’emergenza CoViD-19 non ha nulla a che fare con valutazioni di politica interna, non prelude ad alcun cambiamento di maggioranza né tanto meno ad alcun ”soccorso” parlamentare al centro-sinistra. Il nostro orizzonte politico è e rimarrà l’alleanza di centro-destra”.
Fdi, bene Cav che fuga dubbi su patti Nazareno
Parole nette che hanno riscontrato la piena soddisfazione di Fratelli d’Italia che rileva: “Bene le parole del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che definisce il perimetro di alleanze del suo partito, fugando i dubbi su possibili nuovi patti del nazareno in salsa grillo-Contiana. La narrazione che vorrebbe un centrodestra litigioso e diviso è il tentativo disperato di una sinistra allo sbando, che governa insieme e male a Roma e che si presenta in ordine sparso alle regionali di settembre”.
E’ probabile, quindi, che Conte e la sua maggioranza riescano da soli a superare l’ostacolo dello scostamento di bilancio. Appena chiusa questa partita si aprirà quella del decreto su cui il governo punta già ad approvarlo in settimana.
E una delle novità dovrebbe essere un pacchetto di aiuti per bar e ristoranti. A rivelarlo proprio il viceministro all’Economia, Laura Castelli, al centro di recenti polemiche per alcune dichiarazioni sulla ristorazione. Ieri dopo un incontro con il settore della ristorazione è circolata l’ipotesi di “fondo di garanzia per le locazioni delle attività ancora in crisi”, di estendere “l’esenzione della Tosap”, e prevedere degli sgravi per neoassunti e per chi rientra dalla Cig.
Conte lavora al Recovery Plan, possibile oggi riunione Ciae
Allo stesso tempo il premier Conte tesse la sua tela in vista dell’autunno per il Recovery Plan. Al momento Conte non si sbilancia su quale sarà la strada da percorrere, se una rigidamente dipendente da Palazzo Chigi oppure un altro più decentrata con un pieno coinvolgimento del Parlamento.
Era stato Conte stesso ad annunciare l’ennesima task force ma questa ipotesi sembra essere tramontata. Meglio il Ciae, il Comitato Interministeriale per gli Affari Europei, nel quale oltre a Conte e ai ministri figurano anche i responsabili dei vari Enti locali. Ciò, però, non esclude la possibilità di affidare un ruolo al Parlamento.
Sulla Bicamerale però ieri è arrivata la bocciatura di Nicola Zingaretti che al Tg2 Post spiega: “Guardo con un certo scetticismo al discorso sulle commissioni o bicamerali, perchè qui bisogna anche essere molto concreti. Ovviamente il Parlamento dovrà dire la sua ma bisogna avere la capacità di decidere”.
E anche Matteo Renzi ha espresso contrarietà: “La bicamerale? Folle: ma le sembra ce ne siano poche? Inutile fare task force e commissioni: decidiamo dove mettere le risorse e diamoli subito ad artigiani, commercianti e a chi deve tornare a lavorare. Si fanno dieci giorni di discussione in Parlamento, ad agosto si decide e da settembre si spende. I grillini invece pensano che il parlamento sia solo il luogo dove si mettono i like: io dico no alle commissioni e si al dibattito in Parlamento. Questa si chiama serietà”.
Bicamerale che, peraltro, alla quale i rumors davano per possibile presidente l’ex ministro forzista Renato Brunetta. Un’ipotesi che all’interno del M5S aveva fatto subito storcere la bocca a molti.
Tramontata la Bicamerale si andrà probabilmente verso due commissioni parlamentari, una per ramo del Parlamento, a cui però sarà affidato un potere più consultivo che decisionale. Infatti, su un punto non sembra che Conte voglia cedere e cioè che le decisioni e le scelte saranno fatte a Palazzo Chigi. E questo anche perché il premier Conte non vuole perdere tempo e rimanere invischiato nelle lungaggini parlamentari.
Forse già oggi ci sarà una prima riunione del Ciae con Conte per iniziare ad indicare le priorità e gli ambiti che necessitano investimenti e risorse. In attesa che il Parlamento abbia deciso quale strumento più idoneo per partecipare al Recovery Plan. Ma con molta calma, su questo Conte non ha alcuna fretta.
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