Un virus che uccide persone ma anche idee. La crisi delle cooperative, dove l’uomo è fulcro dell’imprenditoria sociale

Il sociale, il settore florovivaistico e anche quello ittico. Il Coronavirus si è scagliato soprattutto contro il tessuto economico. Le attività fatte di idee e persone, di progetti e impegni che malgrado tutto vengono portate avanti «per il bene della collettività».  Parla così Antonio Borea, presidente di Confcooperative Campania, l’Organizzazione di rappresentanza, assistenza e revisione di imprese cooperative che molto spesso vengono messe su da giovanissimi, soprattutto nel settore sociale. Un sistema che da lavoro e soprattutto produce ricchezza. Concreta, materiale ma anche umana e sociale. E in una fase emergenziale come quella attuale, il ruolo delle cooperative continua ad essere di fondamentale importanza per l’economia.

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«L’emergenza sanitaria da Covid-19 sta colpendo tutti i comparti economici e quindi molte cooperative – dichiara Borea – le cooperative attive nel settore della ristorazione, nello spettacolo, nel turismo, le cooperative agricole (per il comparto florovivaistico e zootecnico la Regione Campania ha dichiarato lo stato di crisi), le cooperative di pesca, le cooperative sociali impegnate nei servizi dichiarati sospendibili (i servizi educativi e scolastici, i centri diurni ad esempio). È presto per avere delle stime di perdita, ma tutte le cooperative, in tutti i comparti, stanno ricorrendo ad ammortizzatori sociali».

Ci sono le cooperative che per i servizi che offrono sono in prima linea, e sono cooperative sociali, socio-sanitarie, mediche e infermieristiche che garantiscono servizi insospendibili e cooperative di produzione e lavoro attive nelle mense, nelle pulizie, nella sanificazione. «Per tutti questi operatori – spiega il presidente di Confcooperative Campania – è stato posto, fin dal principio, insieme all’Alleanza delle Cooperative, il problema dei Dpi. Non si conta la corrispondenza con le istituzioni per porre in cima all’agenda di governo il reperimento di dispositivi di protezione individuale. Su questo fronte si è mossa in proprio anche Confcooperative, tramite la Mutua Sanitaria Cooperazione Salute, riuscendo a reperire massicci quantitativi di Dpi per tutti i cooperatori che ne hanno fatto richiesta. La Regione Campania, da parte sua, per il tramite della Protezione civile, ha risposto al bisogno massiccio da parte del Terzo settore».

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C’è però il tema del distanziamento sociale e dell’interruzione dei servizi dettati dai decreti del premier Conte. Sul punto interviene Giovanpaolo Gaudino, presidente di Federsolidarietà Campania, la Federazione che in Confcooperative aggrega le cooperative sociali: «Ad oggi sono sospesi i servizi semiresidenziali a carattere sociale (tranne che per alcune attività in remoto), ma restano attivi i servizi residenziali e di assistenza domiciliare, assicurando per gli operatori i Dispositivi di Protezione Individuale. È complessa e delicata la questione relativa ai servizi residenziali (comunità per minori, case di riposo per anziani, comunità alloggio per disabili) dove lo spartiacque dell’utente dentro la struttura e l’operatore fuori la struttura diventa un terreno scivoloso».

«Per le comunità per i minori è stato accordato che si limitassero gli accessi di terzi e le visite in famiglie dei ragazzi, per la tutela della salute loro e degli operatori. Questa cosa è stata concessa, a patto che i contatti vengano garantiti con ogni altro mezzo» continua Gaudino. «Vista la delicatezza degli interessi in gioco, l’Alleanza delle Cooperative, settore sociale, con il Forum del Terzo Settore Campania, ha lanciato un appello al Presidente De Luca affinché si istituisse una task-force regionale per coordinare le diverse casistiche che si stanno presentando nella gestione dei servizi sociali sui diversi territori. La task force si è insediata e sta lavorando. Si tratta di un risultato importantissimo. Compito della task force è lavorare sull’emergenza ma anche programmare per la ripartenza del comparto. Un immediato risultato – per la sicurezza – è stata la fornitura di 25.000 mascherine da parte della Regione Campania agli enti di Terzo settore che gestiscono servizi con persone fragili. Anche sul fronte economico, bisogna dare atto alla Regione di aver trasferito tutte le somme agli Ambiti territoriali per permettere il pagamento dei servizi alle cooperative sociali che, pur scontando ritardi di oltre un anno, stanno continuando a prestare servizio alle persone in fragilità».

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M. Ele.

Il sistema Confcooperative Campania, la scheda
Il sistema imprenditoriale di Confcooperative Campania è un sistema di imprese solido che realizza un fatturato aggregato pari a 800 milioni di euro. Considerando anche gli attivi del sistema bancario cooperativo, il totale del capitale investito dalla cooperazione di Confcooperative Campania si attesta a quasi 6 miliardi di Euro. La patrimonializzazione aggregata supera i 530 milioni di euro – spiega il presidente Borea – le cooperative aderenti danno lavoro, a vario titolo, a oltre 10.500 persone. In questo settore fondamentale il ruolo delle donne. Il 29,9% delle cooperative aderenti attive ha un presidente donna. Il 36,8% delle cooperative aderenti attive ha una maggioranza di soci donne. Il 45,3% del totale dei soci delle cooperative attive è donna. E la maggioranza assoluta, il 55%, del totale degli addetti occupati nelle cooperative aderenti attive è rappresentata da donne.

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