Cura Italia, Schifone (Fdi): «Il decreto non cura gli artisti e non salva i teatri. La Campania intervenga»

di Redazione

Il decreto legge Cura Italia non piace. Il decreto che il premier Conte aveva definito «poderoso», nell’opposizione sta ricevendo numerose critiche. Per Luciano Schifone, componente della direzione nazionale di Fratelli d’Italia e delegato allo spettacolo alla Regione Campania durante la presidenza Caldoro, ha sottolineato come il provvedimento mostri «carenze in generale rispetto ai lavoratori autonomi e alle micro imprese, ma in particolare si dimostra assolutamente insufficiente nei confronti del mondo dello Spettacolo».

Schifone: «Il Cura Italia non tiene conto che è saltata mezza stagione artistica»

«A prescindere – continua – dalla esiguità dello stanziamento di appena 130 milioni per tutta l’Italia, non tiene conto del fatto essenziale che, mentre per altre categorie il periodo di fermo delle attività può essere calcolato, come fa il Governo, in 9 settimane, per lo spettacolo bloccare le recite e le attività a metà febbraio significa far saltare mezza stagione artistica, dunque più che dimezzare il reddito annuale dei lavoratori e delle imprese». «Dunque non è pensabile che il fondo di spesa in conto corrente (80 milioni) possa permettere la sopravvivenza di oltre 200.000 lavoratori dello spettacolo fra attori, artisti, cantanti, musicisti, ballerini, circensi, tecnici artigiani ed altri».

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«Penalizzati anche teatri, sale concerti, cinema e circhi itineranti»

«Così come altra lacuna – afferma – è da registrare rispetto alle strutture dello spettacolo, ovvero teatri, sale concerti e cinematografiche e circhi itineranti». «Sotto questo aspetto del danno vivo dei costi di gestione, dai fitti alle utenze alle manutenzioni, tutti costi in passivo, nulla è previsto nel decreto legge che quindi, alla fine, non ‘cura’ gli artisti e non ‘salva’ i teatri e le sale ma condanna ad una difficile sopravvivenza tutto il mondo dello spettacolo». Per questo motivo Luciano Schifone e Fratelli d’Italia «sollecita la Regione, che ha fondi e competenza per materia, ad assumere, di concerto con le associazioni più rappresentative, misure concrete per garantire gli operatori e sostenere le imprese che reggono le strutture dello spettacolo».

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