Niente streaming e quarantena politica. In Parlamento sarà battaglia sul ‘Cura Italia’

Lunedì si inizia al Senato in Commissione Bilancio. Possibile arrivo in Aula l’8 aprile

Nessun ricorso allo smart working per Camera e Senato. Il Parlamento resta aperto e lavorerà come sempre. A deciderlo la lunga e infuocata capigruppo di Palazzo Madama di ieri, da dove peraltro inizierà l’esame del dl Cura Italia dal prossimo lunedì con la prospettiva di arrivare in Aula per l’8 aprile. Quindi l’ipotesi di affidarsi allo streaming o addirittura a un esame light, ricorrendo anche a procedure parlamentari ai limiti della costituzionalità non è passato. Naufragato tutto sulla decisa opposizione del centrodestra che pretende un esame approfondito delle misure introdotte dal governo per fronteggiare l’emergenza economica del Covid-19.

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Niente quarantena per il confronto politico. Per Repubblica il governo ha il 71% del consenso

Niente quarantena per il confronto politico, anzi questo sembra accendersi secondo uno spartito consumato, e creato ad arte dai media, in cui il centrodestra sarebbe ‘irresponsabile’ e la maggioranza di governo ‘responsabile’ . E un segnale giunge anche del sondaggio di Ilvo Diamanti su La Repubblica che affida al premier Conte e al suo governo un consenso pari al 71 per cento. Roba da Bulgaria.

Salvini: ho sentito Mattarella. Il decreto Cura Italia non cura, se non cambia votiamo no

La realtà quindi racconta di una dialettica politica che si va accendendo e le oltre quattro ore di riunione a Palazzo Madama dei capigruppo lo confermano. La Lega in questo momento sta tenendo alta la tensione sul governo, arrivando ieri a chiedere nel corso della riunione in Senato che il premier Conte si presentasse al Parlamento per spiegare la posizione italiana sul Mes e in particolare in Europa. E Matteo Salvini dice: «Poco fa il presidente della Repubblica mi ha chiamato, è stato cortese, abbiamo discusso di come collaborare e aiutare l’Italia. Il decreto Cura Italia non cura, se non cambia non possono chiederci di votare qualcosa che non serve».

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Meloni: il testo del Cdm del ‘dl Cura Italia’ non è condiviso, non è quello che avremmo scritto noi

Non meno tenera Giorgia Meloni che ha spiegato che «noi abbiamo collaborato, ma il testo del Cdm del dl Cura Italia non è condiviso. La collaborazione è stata, mandateci le vostre proposte. Noi ne abbiamo mandate una infinità, il ministro Gualtieri e il Cdm sono testimoni, ma il testo non è quello che avremmo scritto noi». E a sua volta Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia e vicepresidente del Copasir puntualizza: «E’ necessario salvaguardare il Sistema Italia da ogni possibile colonizzazione predatoria e speculazione internazionale, specie in questo momento.

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L’estensione della Golden power ai settori strategici minacciati, a cominciare da banche e assicurazioni, il rafforzamento dell’intelligence economica nel Dipartimento per la Sicurezza e il potenziamento delle autorità di controllo sono misure che non possono più attendere, anche per rispondere alla minaccia di scalate ostili in Borsa. Per questo presenteremo in Senato un pacchetto di emendamenti al decreto ‘Cura Italia’ che consenta all’Italia di fare un salto di qualità sul piano della sicurezza nazionale e in particolare sul fronte della tutela degli interessi strategici economici e del nostro sistema industriale».

Berlusconi: Conte ascolti le nostre proposte. Il decreto appena varato è ancora largamente insufficiente per le categorie economiche

Da Forza Italia con Silvio Berlusconi in un’intervista a Il Giornale ci si rivolge direttamente al premier Conte, bocciando però il decreto: «Ascolti le nostre proposte. Il decreto è ancora largamente insufficiente per le categorie economiche. Bisogna fare molto di più soprattutto per le piccole e medie imprese, per il lavoro autonomo, i professionisti, gli artigiani, le partite IVA. In Parlamento deve essere ampiamente modificato e migliorato perché possa avere il nostro appoggio».

Orlando: Non perdiamo tempo. Approviamo questo decreto e lavoriamo da subito alla fase 2. Non possiamo caricare tutto su questo decreto

E la maggioranza? Per il momento sembra fare spallucce e con Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, ribadisce: «Non perdiamo tempo. Approviamo questo decreto e lavoriamo da subito alla fase 2, all’altro decreto di aprile, anche alla luce di un quadro europeo più confortante. E’ importante dare certezze a operatori economici. Non possiamo caricare tutto su questo decreto. Tutti vorremmo dare di più ai lavoratori autonomi, fare un intervento da 100 miliardi, ma dove si trovano? Per aprile è stato annunciato un altro decreto che dovrà affrontare, tra l’altro, il tema delle professioni ordinistiche, il sostegno ai professionisti».

Lunedì si parte in Commissione Bilancio, ma come sarà garantita la sicurezza sanitaria?

Intanto lunedì si accenderanno le luci al Senato, nella Commissione Bilancio e poi mercoledì e giovedì arriveranno i pareri delle altre Commissioni di merito. Ma la grande incertezza non è soltanto sugli emendamenti, ma anche su come si farà a lavorare garantendo a pieno le misure di sicurezza sanitaria. A questo per ora nessuno sa dare una risposta.

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